23 maggio 2021

Una visita alla Bourse de Commerce di Pinault, a Parigi

di

Un museo impegnativo, raffinato e informale, che promette molto bene. Una passeggiata tra le opere della Bourse de Commerce, della collezione Pinault, appena inaugurata a Parigi

Maurizio Cattelan, Others, 2018, Vue d'exposition "Ouverture", Bourse de Commerce - Pinault Collection, Paris, 2021, Copyright Maurizio Cattelan Courtesy de l'artiste et de Bourse de Commerce - Pinault Collection. Photo Marc Domage

Nel quartiere parigino Les Halles, tra il Louvre e il Beaubourg, ha aperto le porte la ormai celeberrima Bourse de Commerce – Pinault Collection. Presieduto da Jean-Jacques Aillagon e diretto da Martin Bethenod, il museo nasce per presentare una collezione costituita lungo oltre 40 anni da François Pinault, che raccoglie 380 artisti internazionali, diecimila opere tra pittura, scultura, video, fotografia, installazioni e performance. Il sito che lo accoglie rimanda alle architetture utopiche del diciottesimo secolo, ed è stato costruito da Caterina de’ Medici. Conosciuto come Hôtel de la Reine, poi come Hôtel de Soissons, fu demolito nel 1748, ricostruito e usato per il commercio delle granaglie e diventato, nel 1889, Borsa di Commercio. Radicale e sobria, la ristrutturazione della Bourse de Commerce ha puntato su una creazione architettonica innovativa nel rispetto dell’edificio storico circolare. Geometrie semplici che fanno eco ai due musei veneziani di Pinault, progettati anche loro da Tadao Ando che ha qui collaborato con il duo francese Lucie Niney e Thibault Marca, e il capo architetto dei Monumenti Storici di Parigi, Pierre-Antoine Gatier.

L’architetto giapponese ha creato un recinto, a forma di cilindro di cemento, alto 9 metri e con un diametro di 29, che lascia libera un’area centrale di 626 metri quadri sovrastata da una cupola in vetro e metallo, che vede nella parte sottostante ben 1400 metri quadrati di affreschi restaurati da Alix Laveau, che celebrano gli scambi commerciali tra i continenti.

Tarek Atoui, The Ground, 2019 (détail), Vue de l’exposition “Ouverture”, Bourse de Commerce – Pinault Collection, Paris, 2021, Copyright Tarek Atoui, (c) Bourse de Commerce — Pinault Collection © Tadao Ando Architect & Associates, Niney et Marca Architectes, Agence Pierre-Antoine Gatier. Photo Aurélien Mole

La Bourse de Commerce – Pinault Collection conta dieci spazi di esposizione, un auditorium con 284 posti e uno spazio adiacente per le performance e installazioni, nonché uno studio per le creazioni video e sonore. L’arredamento è firmato dai designer bretoni Ronan e Erwan Bouroullec, mentre il ristorante café la Halle aux grains è gestito da Michel et Sébastien Bras che propongono una cucina ispirata alla storia dell’edificio e al grano. Diverse sono le curiosità legate a questo luogo, che ritroviamo in Assassin’s Creed, il videogioco in cui la trama conduce l’eroe al mercato del mais, la futura Bourse de Commerce. Più realista è invece la magnifica scala a doppia elica che vede due rampe distinte intrecciarsi per consentire ai trasportatori di salire e scendere i sacchi di grano senza incrociarsi. Un bellissimo esempio di scala a doppia elica si trova, per esempio, al Castello di Chambord, ideata dal genio di Leonardo da Vinci.

Gallery 3 – Exhibition view, “Ouverture”; Louise Lawler Helms Amendment, 1989 (c) Louise Lawler; Sherrie Levine, After Russell Lee, 2016; Courtesy Sherrie Levine. Photo : Aurélien Mole, Bourse de Commerce — Pinault Collection © Tadao Ando Architect & Associates, Niney et Marca Architectes, Agence Pierre-Antoine Gatier

Torniamo ora alla mostra inaugurale “Ouverture” che propone, fino al 31 dicembre, opere diverse scelte fra 32 artisti della collezione. La rotonda, trasformata in una piazza italiana, accoglie l’artista Urs Fischer che ha posto al suo centro una riproduzione in scala reale della scultura del Giambologna, Il Ratto delle Sabine, poco distante una figura umana, quella di Rudolf Stingel, mentre nello spazio sparpagliate vi sono poltrone diverse come un paio di sedili di aereo, una sedia da ufficio o la sedia per esterni Monobloc – la più riprodotta al mondo. L’installazione di Urs Fischer è composta da sculture di cera, i cui stoppini saranno accesi e mai spenti, fino alla sua totale scomparsa; clin d’œil alla caducità dell’opera d’arte. Il corridoio, che circonda la Rotonda, è intercalato da 24 vetrine del 1889, che accolgono ciascuna un’opera di Bertrand Lavier, mentre sulla balconata superiore della Rotonda si intravedono i piccioni imbalsamati di Maurizio Cattelan. Plage comme ici-bas (2012), di Martial Raysse, una tela monumentale che riempie con i suoi colori sgargianti, che rimandano alla vivacità della Costa azzurra, il salone al pianterreno. In una sola galleria troviamo ben trenta opere di David Hammons, in cui trionfa Oh, say can you see (2017), la bandiera americana strappata e trasformata nei colori di quella panafricana. La galleria dedicata alla fotografia presenta Michel Journiac, Martha Wilson, Sherrie Levine, Cindy Sherman, Richard Prince e Helms Amendment di Louise Lawler. Si tratta di una serie di 94 fotografie del 1989 in risposta al voto del Senato degli Stati Uniti a favore dell’emendamento che due anni prima rifiutava di stanziare fondi per una campagna di prevenzione e distribuzione di materilai contro l’AIDS, su pretesto di non incoraggiare l’omosessualità. Il percorso dedicato alla pittura inizia con tre ritratti monumentali dell’artista Rudolf Stingel, continua con le tele di Kerry James Marshall che raffigurano gente nera, per rivendicare quella visibilità nella storia dell’arte nella cultura popolare storicamente negata, queste sono in dialogo con le tele di Lynette Yiadom-Boakye; seguono le immagini di Peter Doig, Xinyi Cheng o Marlene Dumas. Troviamo anche i dipinti di Luc Tuymans, le figure spettrali dipinte e disegnate da Miriam Cahn, e sette opere figurative dell’artista brasiliano Antonio Oba, presentate per la prima volta dalla Collezione Pinault.

Vue d’exposition “Ouverture”, Bourse de Commerce – Pinault Collection, Paris 2021, Courtesy de l’artiste et de Bourse de Commerce – Pinault Collection. Photo Aurélien Mole

Una sala riunisce tre importanti autoritratti di Martin Kippenberger, in dialogo con sei tele presentate come due trittici di Florian Krewer intercalate dalle sculture di Thomas Schütte, qui con Wichte (2006), una serie di dodici suggestive teste, e Mann im Wind III (2018). Nell’esposizione incrociamo, le bellissime sculture in marmo, granito, bronzo e onice o acciaio, The Guardians (2018-2020), di Tatiana Trouvé. Nel sottosuolo, adiacente all’auditorium, Tarek Atoui propone delle sculture musicali in ceramica, mentre lo studio accoglie l’opera immersiva Offspring di Pierre Huyghe con fasci di luce calati in uno spazio buio. Un’esperienza sensoriale ispirata al racconto Les Aventures d’Arthur Gordon Pym di Edgar Allan Poe e alla spedizione polare intrapresa dall’artista a bordo di una goletta. La Colonne Médicis – la colonna astronomica scanalata di 31 metri progettata da Jean Bullant e unico testimone architettonico dell’Hôtel de Soissons – accoglie Mont Analogue di Philippe Parreno, dove una sorta di faro trascrive in codice il romanzo incompiuto di René Daumal (1908-1944), che narra dell’ascesa di una montagna che unisce il cielo alla terra. Un museo impegnativo, raffinato e informale, che promette molto bene.

1 commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui