21 agosto 2022

Under a white sky – Forte Stella

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Al Forte Stella sul Monte Argentario la mostra Under a white sky ospita i lavori dei cinque artisti finalisti del bando Arte stella, con sculture e installazioni in una dialettica ambientale

Saverio Bonelli, Toc, 2016. Pietre e resina 85x10x130 cm

Dall’ultimo saggio di Elisabeth Kolbert, già premio Pulitzer nel 2015 per “La sesta estinzione”, prende il titolo la mostra “Under a white sky”, presso il Cinquecentesco Forte Stella di Porto Ercole. Tappa conclusiva del bando Arte Stella – rivolto agli artisti under 40 che vivono e lavorano in Toscana – il Forte, antico sguardo di pietra sul mare dell’Argentario, ospita i lavori di Antonio Barbieri, Saverio Bonelli, Lorenzo Bottari, Amedeo Desideri e Samantha Passaniti in una riflessione condivisa su pericoli e rimedi alle soglie del post-umano.

«Mentre allarmi di ogni genere aumentano giorno dopo giorno, le soluzioni rimangono un passo indietro», commenta Ginevra De Blasio, co-curatrice dell’iter espositivo insieme a Luia Corsini. La fine dell’Antropocene è vicina: urge siglare con l’ambiente una comunione nuova, che conosca il linguaggio sperimentale di mutazioni e innesti.

Samantha Passaniti, Installazione ambientale di due strutture in legno telato 150x26x25 cm e 80x26x25 cm. Terra naturale raccolta nel Gargano(Puglia), polvere di minerali e alabastro(Toscana), resina naturale samar e piante della famiglia delle Oleaceae (Gelsomino)

A ciascun’artista una stanza: questa la scelta dell’Associazione Orto Botanico Corsini, che ha permesso di realizzare la mostra, visitabile fino al 31 agosto 2022. Grazie all’architettura labirintica del Forte è possibile fruire le opere dei cinque finalisti secondo percorsi differenti, assecondandone l’andamento circolare oppure attraversando una corte interna verso cui tutti gli ambienti convergono. L’impasse generata dallo scisma letale tra natura e cultura richiede un aiuto immediato. Forse solo l’arte è davvero in grado di sciogliere un dualismo tanto rovinoso e paralizzante.

Così, installazioni e sculture, in varietas di materiali e soggetti, si accostano ai temi della Biennale d’arte 2022 e alle parole chiave dell’Agenda 2030 per la sostenibilità. Se l’austera sobrietà di due vasi in foggia di torri d’avorio è mitigata dal rigoglioso allaccio di una pianta viva, una curiosa infiorescenza artificiale erompe da un blocco di mattoni; laddove una costellazione di minute cornici nere offre alla vista un caleidoscopio di paesaggi fotografati in critica contemplazione.

Amedeo Desideri, Home sweet home, 2017, mattoni cemento e ferro cm. 110 x 190 x 140 cm

Inorganico e matière vivante s’intrecciano seguendo inedite intese. Un serpente composto di scaglie lapidee esprime l’insidia apocalittica che si cela dietro le azioni dell’uomo, mentre un trittico di organismi fitomorfi in resina splende di un fascino marino, preistorico e futuribile insieme, rivelando le seducenti e iridate possibilità combinatorie offerte dall’ibridazione.

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