04 maggio 2021

L’estate a tutta performance, con il nuovo programma live di Centrale Fies

di

La ricerca permanente di Centrale Fies si svela al pubblico e dal vivo, tra performance, concerti e talk, da maggio a settembre: gli artisti e gli ospiti dei prossimi appuntamenti

Centrale Fies, Art Work Space, ph Alessandro Sala, courtesy Centrale Fies

Quest’anno la primavera ha bussato con meno sicurezza del solito ma l’aria è comunque carica di aspettative, per una bella stagione di riaperture e di ripartenze, magari dal vivo, dopo un lungo inverno di distanze che, per quanto interessanti, non possono esaurire la nostra esperienza dello spazio e del tempo. In fondo siamo pur sempre fatti di materia e, a proposito di corpi agiti e da agire, di corpi performanti e da performare, Centrale Fies ne sa qualcosa. D’altra parte, è dal 1999 che il centro di ricerca e produzione avviato nel 1999 da Barbara Boninsegna e Dino Sommadossi, situato all’interno di una centrale idroelettrica di inizio Novecento, si dedica alle diverse declinazioni e sfumature delle arti performative.

Centrale Fies, Art Work Space, courtesy Centrale Fies

E così, da fine maggio a settembre, ritorneranno le attività aperte al pubblico che, questa volta, riveleranno anche alcuni momenti solitamente poco accessibili, quelli della ricerca. Che però non saranno “solo” da vedere ma anche da ampliare, approfondire, distorcere, attraverso l’ibridazione con altri progetti.  A coordinare il calendario di attività, una board curatoriale composta da curatori, sociologhe, artiste e ricercatori, formata da Barbara Boninsegna, Simone Frangi, Claudia D’Alonzo, Filippo Andreatta, Mackda Ghebremariam Tesfau’, Denis Isaia, Justin Randolph Thompson, con la curatela esecutiva di Maria Chemello e la presenza dell’artista Marco D’Agostin, che curerà un progetto speciale.

Centrale Fies, Curatori Agitu Fellowship, ph Roberta Segata, courtesy Centrale Fies

L’estate di Centrale Fies: gli appuntamenti in programma

Dal 28 al 30 maggio si svolgerà “THANK YOU FOR COMING”, un programma di performance, talk e concerti pensato da Barbara Boninsegna e Marco D’Agostin come un rituale di ritorno alle pratiche “live”. La programmazione si articola attorno a SAGA, il nuovo lavoro coreografico di D’Agostin che, prima del debutto parigino previsto per giugno, affronterà gli ultimi passi preparatori negli spazi di Centrale Fies. «Spettatori, artisti e relatori sono chiamati ad abitare gli spazi di Centrale Fies come luogo di possibili incontri, riabituandosi lentamente ai corpi degli altri e riallenando lo sguardo e l’ascolto dopo un lungo inverno», spiegano da Centrale Fies. Questi “appuntamenti collaterali” rifletteranno a vario titolo sulla necessità di creare legami tra esseri viventi, offrendo strumenti, punti d’osservazione, esperienze e luoghi di riposo. Le artiste/i che prenderanno parte a questo progetto ambizioso sono Filippo Michelangelo Ceredi, Alessandro Sciarroni, Chiara Bersani, Elena Giannotti, Jérome Bel/Laura Pante, Emanuele Coccia, Emilia Verginelli, Alessandra Eramo, Zimmerfrei, Marco D’Agostin, F. de Isabella, Carlo Capello, Ivo Dimchev.

SAGA – ph Alice Brazzit courtesy l’artista

«Sarà come aprire le pagine dei miei quaderni di lavoro invitando gli spettatori alla visione e all’ascolto delle opere che abbiamo scelto come se fossero un coro di voci che per un breve tempo provano ad accordarsi attorno ad alcune questioni, suggerendo un modo di stare assieme», ha raccontato D’Agostin. «Allo stesso modo Centrale Fies sceglie di svelare parti di sé fondanti e di rinegoziare un nuovo rapporto con un pubblico inevitabilmente mutato e in perenne tensione tanto disponibile all’ascolto quanto necessitante di qualcosa in più», ha spiegato Boninsegna.

SAGA – ph Alice Brazzit courtesy l’artista

Dal 9 al 13 giugno, nell’ambito di Live Works SUMMIT 2021, a cura di Boninsegna e Frangi, i fellows della edizione 2020-2021 incontreranno i nuovi sei selezionati per la nona edizione 2021-2022: Sergi Casero Nieto, Gabriele Rendina Cattani, Selin Davasse, Joannie Baumgärtner, Ivan Cheng, Ada M. Patterson & Clementine Edwards. A loro si aggiunge Silvia Rosi, selezionata per la prima edizione dell’Agitu Ideo Gudeta Fellowship. I fellows trascorreranno un periodo di residenza collettiva e di free school focalizzato sulla ricerca e sullo studio, tenuto dai resident curator, Mackda Ghebremariam Tesfau’ e Justin Randolph Thompson, e da tre speaker: Krystel Khoury -dramaturg e Direttrice ISAC, Kathryn Weir, Direttrice del MADRE di Napoli, Onyeka Igwe, artista visiva.

L’apertura al pubblico verrà accompagnata invece dalle performance dei fellows 2020 Thais Di Marco, Harilay Rabenjamina, Giulia Crispiani & Golrokh Nafisi, Olia Sosnovskaya, Göksu Kunak, Buenos Tiempos, Int. (Marnie Slater & Alberto García del Castillo), Noor Abuarafeh.  In programma anche una serie di lavori di ex alumni e alumne della piattaforma LIVE WORKS: Astrit Ismaili, Dina Mimi, Mohamed Abdelkarim, Madison Bycroft, Ursula Mayer, Jacopo Miliani, Julie Béna. Accanto a loro, in un formato espositivo vivo e abitabile gli artisti Josèfa Ntjam e Joar Nango, che reinventeranno l’intera Sala Comando. La prima giornata di LIVE WORKS SUMMIT 2021 sarà gratuita e interamente dedicata all’artista australiana Madison Bycroft.

Thais Di Marco, Blood Showe, ph Roberta Segata, courtesy Centrale Fies

Il primo weekend di luglio (1-2-3 luglio), Centrale Fies ospita il kick off meeting di APAP, la rete europea dedicata alle Performing Art con il nuovo progetto Feminist Futures, che include 20 artiste/i e 11 istituzioni tra festival, teatri nazionali, centri di produzione e di residenza. A settembre, infine, sarà la volta del filone di ricerca praticato assieme ad accademie e università, avviato cinque anni fa. A vivere le sale di Centrale Fies per l’inizio ufficiale del loro anno accademico, docenti, studenti e studentesse dell’Académie Royale des Beaux-Arts – Ecole supérieure des Arts (ArBA-EsA) di Bruxelles / ISAC. Mentre con Università Iuav di Venezia, Fondazione Onassis di Atene e Collettivo Ebano di Lisbona verranno mostrati i primi esiti del nuovo progetto europeo titolato “Pass the MIC, Decolonizzare l’educazione attraverso l’arte”, con il coinvolgimento di scuole superiori, professionisti dell’arte contemporanea e università.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui