09 settembre 2022

Other identity #26. Altre forme di identità culturali e pubbliche: Mandra Stella Cerrone

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Other identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione, nel terzo millennio: la parola a Mandra Stella Cerrone

Mandra Stella Cerrone
Mandra Stella Cerrone, ph. Francesca Maffei

Tratta dall’omonima rassegna ideata dall’artista e curatore indipendente Francesco Arena, la rubrica “OTHER IDENTITY – Altre forme di identità culturali e pubbliche” vuole essere una cartina al tornasole capace di misurare lo stato di una nuova e più attuale grammatica visiva, presentando il lavoro di autori e artisti che operano con i linguaggi della fotografia, del video e della performance, per indagare i temi dell’identità e dell’autorappresentazione. Questa settimana l’ospite intervistata è Mandra Stella Cerrone.

Other Identity: Mandra Stella Cerrone

Il nostro privato è pubblico e la rappresentazione di noi stessi si modifica e si spettacolarizza continuamente in ogni nostro agire. Qual è la tua rappresentazione di arte?

«L’arte come teatro di rappresentazione di verità, nella continuità tra arte e vita si assiste al recupero e alla perdita della propria identità, l’arte è il medium ideale per raggiungere la conoscenza di sé».

Albero Madre private performance, photo therapy 2020

Creiamo delle vere e proprie identità di genere che ognuno di noi sceglie in corrispondenza delle caratteristiche che vuole evidenziare, così forniamo tracce. Qual è la tua “identità” nell’arte contemporanea?

«È un corpo naturale con i suoi limiti che si esprime nella performance (che è una disciplina di pratiche corporee). È un corpo artificiale che trasmette un flusso di dati nelle videoperformance. Un’identità fluida che permette di esplorare anche aree che non ci appartengono direttamente».

Boxing, 2018, Stampa digitale su carta fine art, dimesioni variabili

Quanto conta per te l’importanza dell’apparenza sociale e pubblica?

«Conta per quella parte di vita che da performer trascorro con il pubblico che invito ad intervenire attivamente condividendo lo spazio nel quale si svolge l’azione e contemporaneamente la sua ricezione. La progettazione richiede un lavoro sulla vita interiore e ha bisogno di silenzio e di solitudine».

boxing-s, 2018, Stampa digitale su carta fine art, dimesioni variabili

Il richiamo, il plagio, la riedizione, il ready made dell’iconografia di un’identità legata al passato, al presente e al contemporaneo sono messi costantemente in discussione in una ricerca affannosa di una nuova identificazione del sé, di un nuovo valore di rappresentazione. Qual è il tuo valore di rappresentazione oggi?

«Una rappresentazione in progress, in un mondo liquido dove tutto è sfuggente delinea la ricerca. Un’identità solida ha socialmente perso la sua attrattiva in favore di un identità liquida estremamente flessibile. Perseguo la mia ricerca nella quale l’arte è la medicina sacra che innesca processi di conoscenza e trasformazione influenzata all’interno dalle tecniche non convenzionali di guarigione. Tutte le mie performance sono atti poetici, pubbliche e private, tentano di fondere in un unico atto la natura estetica, artistica e terapeutica».

Cena Silenziosa, performance presso YAG/gallery, Pescara novembre, 2019 – ph Bruno Imbastaro

ll nostro “agire” pubblico, anche con un’opera d’arte, travolge il nostro quotidiano, la nostra vita intima, i nostri sentimenti o, meglio, la riproduzione di tutto ciò che siamo e proviamo ad apparire nei confronti del mondo. Tu ti definisci un’artista agli occhi del mondo?

«Non potrebbe essere diversamente».

Cena Silenziosa, performance presso YAG/gallery, Pescara novembre, 2019 – ph Giuseppe Di Meo

Quale “identità culturale e pubblica” avresti voluto essere oltre a quella che ti appartiene?

«Ho lavorato sull’identità, in particolare con le due performance Sine Nomine 2016 e 2017, ho  altre intuizioni che si stanno affacciando su questo tema,  l’identità ci definisce e la mia ricerca continua e va in questa direzione:
L’identificazione avviene con il corpo.
L’identità ultima del sé è beatamente vuota».

Scultura Tessile e performance per Mater Dolorosa 2021- backstage studio Mystic Driver Art Lab

Biografia

Mandra Stella Cerrone (1959), visual artist, performer, Mystic Driver.  L’arte per me è la possibilità di condividere potenti strumenti immaginativi che sfruttano tutti i linguaggi della creatività.

Le mie performance sono atti poetici di impegno sociale e spirituale e di intervento. Nel mio studio, a Francavilla al Mare, conduco workshop che integrano performance, fotografia, grafica, metagenealogia, psicomagia.

Altre volte ospito incontri, lezioni, talk.
Altre volte ancora, rimango a guardare il mare.

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