03 febbraio 2023

SET UP: a Venezia due serate di musica e performance organizzate da Palazzo Grassi

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Set Up torna per la quarta edizione, il 3 e 4 febbraio, negli spazi di Punta della Dogana, con il format site-specific ideato da Palazzo Grassi in collaborazione con il curatore Enrico Bettinello e il festival Terraforma

Ritratto Benassi,2020 ©NO ELEVATOR STUDIO

Un’edizione che porta il laguna artisti internazionali, di generazioni, ispirazioni e influenze culturali differenti, come, Leïla Ka, Carmen Villain, Marta Cuscunà, Charlotte Adigéry & Bolis Pupul, Riccardo Benassi, Nkisi, Andrea Belfi, Mellina Boubetra, Tolouse Low Trax, Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp, Deena Abdelwahed.

Un’esperienza unica per il pubblico che tra le navate e all’interno del cubo di Punta della Dogana diventa parte di un’esperienza immersiva alla scoperta delle sonorità contemporanee e delle più attuali ricerche sul movimento.

Teatro, coreografie e attivismo veicolato attraverso il corpo fino all’afro avant-pop e le suggesioni musicali più innovative, sono solo alcuni degli elementi che gli spettatori esploreranno nelle due serate.

Un interessante programma raccontato da Mauro Baronchelli, direttore operativo di Palazzo Grassi – Punta della Dogana.

Immagini di archivio Set Up 2019

Quest’anno inaugura la quarta edizione di Set Up, quali sono le novità?

Set Up è un format talmente specifico che deve necessariamente rinnovarsi ad ogni edizione. La cornice rimane la stessa, ma l’evento assume ogni volta colori, sfumature e accenti diversi. Se vogliamo trovare un aspetto particolarmente innovativo dell’edizione 2023 è, probabilmente, l’ancor più marcata interdisciplinarità delle performance che saranno ospitate. Mai come in questa edizione assisteremo alla messa in scena di pratiche artistiche così differenti tra loro. Per esempio, con questa edizione di Set Up, ospiteremo anche per la prima volta un artista visivo in senso stretto, Riccardo Benassi. Set Up si conferma poi un evento a forte vocazione femminile, questa volta anche con una notevole presenza di sonorità africane. In particolare, a chiudere le due serate saranno la musicista e producer Nkisi, di orgine congolese e di base a Londra, e Deena Abdelwahed, dj e producer tunisina.

La musicista e producer Nkisi

Musica, danza, performance, teatro, dialogano negli spazi suggestivi della ex Dogana del Mar, quali sono gli obiettivi di questa esperienza immersiva? 

Gli obbiettivi principali di questa iniziativa, quelli da cui ha preso le mosse nel 2016, l’anno della prima edizione, restano immutati. Da un lato sperimentare gli straordinari spazi di Punta della Dogana sotto una luce diversa: dal tempo disteso e pulito delle mostre di arte visiva, a cui sono votati, al tempo brevissimo, concentrato e scarmigliato della performance. Dall’altro fornire un’esplorazione, tra le mille possibili, di pratiche artistiche live del contemporaneo che ci sembrano significative. Infine, sperimentare una modalità insolita di fruizione per lo spettacolo dal vivo: artisti e pubblico sono sullo stesso piano, si compenetrano, si guardano da angoli inusitati e ognuno ha la libertà di muoversi e posizionarsi come crede. In una parola, creare un evento nel senso pieno del termine: qualcosa che accade solo in quello spazio e in tempo così breve da non potersi replicare, ma così incisivo da rimanere nella memoria di quelli che vi hanno preso parte.

 

Questa nuova edizione vede la partecipazione di artisti internazionali, di generazioni, ispirazioni e influenze culturali differenti, qual è il filo conduttore?

Come sempre per Set-Up il filo conduttore non si ritrova nella classica suddivisione dei generi: non si tratta di un festival di musica elettronica, ma non è nemmeno una rassegna di danza o di teatro. Il trait d’union tra le diverse performance è piuttosto la connessione drammaturgica emotiva che proviamo a creare all’interno della scaletta delle esibizioni: un climax non necessariamente ascendente, che lega i diversi momenti l’uno all’altro, facendo passare il pubblico attraverso esperienze di segno diverso all’interno della stessa serata, dalla concentrazione di un gesto perfomativo nevrotico e modellato al millimetro (Mellina Boubetra) allo scatenato entrare in scena di una band post-punk di 12 elementi (Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp) . Set Up funziona al contrario delle piattaforme che dicono “hai ascoltato questo, allora dovrebbe piacerti anche quello”. L’ambizione è che gli spettatori, pronti alla scoperta, rimangano sì affascinanti, ma anche sedotti, oppure benevolmente spiazzati da quanto succede a Punta della Dogana in quelle due serate. L’impressione, anche tenendo conto della rapidità con la quale i biglietti sono andati esauriti, è che il messaggio non solo sia passato, ma convinca.

 

Carmen Villain photo Signe Luksengard

Il format site-specific porterà alcune opere inedite negli spazi veneziani?

Nessuna in senso stretto, dal momento che in programma non c’è nessuna performance che non sia mai stata vista o presentata in precedenza, ma molte in senso ampio, perché la specificità del format e degli spazi costringe spesso gli artisti invitati a mettere mano al loro lavoro. A questo proposito segnalo soprattutto la performance teatrale di Marta Cuscunà, in programma per il venerdì 3 febbraio, che ha lavorato ad un adattamento specifico del suo spettacolo con corvi meccanici per i nostri spazi.

Mellina Boubetra CIE ETRA INTRO(©CHARLOTTE AUDUREAU)

Il progetto ha registrato un grande interesse da parte del pubblico in questi anni, quali sono i progetti per la prossima edizione? 

 Riuscire ad organizzarla! Inserire Set Up nella programmazione artistica e trasformare Punta della Dogana, per soli due giorni, in uno spazio performativo è così complesso che ogni volta bisogna affrontare un risiko di questioni logistiche, organizzative e curatoriali davvero notevole. Detto questo, ci vediamo tra due anni!

Immagini d’archivio Set Up 2019

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