24 ottobre 2022

In Scena: gli spettacoli e i festival della settimana, dal 24 al 30 ottobre

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Una selezione degli spettacoli e dei festival più interessanti della settimana, dal 24 al 30 ottobre, in scena nei teatri di tutta Italia

DANCE DAYS, Andreas Hannes, Warping Soul, ph. Salih Kilic

In Scena è la rubrica dedicata agli spettacoli dal vivo in programmazione sui palchi di tutta Italia: ecco la nostra selezione della settimana, dal 24 al 30 ottobre.

DANCING DAYS A ROMAEUROPA
La rassegna Dancing Days (in scena al Mattatoio dal 26 al 30 ottobre) curata da Francesca Manica raccoglie alcune delle nuove creazioni della scena coreografica europea, anche grazie alla rete Aerowaves. Ad aprire la rassegna la danzatrice e coreografa franco-malgascia Soa Ratsifandrihana con “Gr oo ve”, un assolo che dal groove arriva a risvegliare i ricordi dell’infanzia generando attraverso la danza una rinascita spirituale. Seguirà la francese Leïla Ka con la sua trilogia “Pode Ser”, “C’est toi qu’on adore”, e “Se Faire la belle”,un atto di ribellione, attraverso un linguaggio coreografico stravagante che flirta con l’assurdo, in un disordine provocatorio intriso di ironia e derisione.

Dal network Aerowaves arrivano i lavori del coreografo Philippe Kratz con “Open drift”, che reinterpreta il tema dell’incontro, dell’eccitazione e della magia trasmessa da ogni nuovo inizio lasciandosi ispirare all’iconico assolo di Anna Pavlova ne “La morte del cigno”; mentre sono corpi disorientati e in transito quelli messi in scena dal greco Andreas Hannes con “Warping Soul”. Attinge al vocabolario della house dance il passo a tre del belga Cassiel GaubeSoirée d’etudes”. Ispirandosi alle opere di Bruno Beltrao e di William Forsythe, e attingendo a un archivio di movimenti comuni, cerca di rivelare l’alfabetizzazione che la pratica dell’house dance richiede e trasmette.

Si rinnova inoltre l’appuntamento con DNAppunti Coreografici, il progetto a sostegno dei coreografi under35, con la serata finale, il 30, di premiazione dei 4 progetti finalisti del 2022 e in prima nazionale il vincitore della scorsa edizione: “Pas de deux” di Jari Boldrini e Giulio Petrucci. Premiata sempre nell’ambito di DNAppunti Coreografici ma nel 2020 la pièce “My Body Trio” della coreografa Stefania Tansini.

DANCE DAYS, Cassiel Gaube, Soirée d’études © Marc Domage

BALLETTO DEL SUD, OMAGGIO A MARIA CALLAS
In occasione dei 100 anni dalla nascita di Maria Callas, che ricorreranno nel 2023, il Balletto del Sud omaggia il grande soprano greco con il riallestimento de “La Traviata, Maria Callas il mito”, coreografie di Fredy Franzutti. Creato nel 1994, lo spettacolo ha avuto la versione definitiva nel 2007.

La coreografia procede immaginando che, negli ultimi drammatici momenti della sua vita, la Divina – sotto l’effetto dei pesanti psicofarmaci – sovrapponga, in un incubo, la sua vita a quella del personaggio di Violetta Valery, protagonista de “La traviata”, uno dei ruoli che più ha evidenziato il successo popolare della grande artista. Entrambe le donne sono destinate a morire abbandonate, malate, sofferenti e sole in un appartamento di Parigi con l’unica compagnia della cameriera.

Per esaltare il momento angosciante e onirico, Franzutti affianca alle musiche di Giuseppe Verdi quelle del compositore greco della grande avanguardia Yannis Xenakis (coevo di Callas) con le sue dissonanti architetture sonore. I costumi dello spettacolo sono ricostruiti grazie a preziose immagini fotografiche, sia di Callas nei ruoli che l’hanno resa celebre, che della sua vita privata fuori dalle scene.

La traviata, Balletto del Sud

“La Traviata, Maria Callas il mito”, coreografia Fredy Franzutti, interpreti principali Nuria Salado Fustè, Matias Iaconianni, Carlos Montalvan, solisti e corpo di ballo del Balletto del Sud, musiche Giuseppe Verdi e Yannis Xenakis. A Catanzaro, Teatro Politeama per il Festival D’Autunno, il 28 ottobre; a Lecce, Teatro Apollo, 12 e 13 novembre.

CRISTIANA MORGANTI SI RACCONTA
Uno sfogo, una confessione, un monologo danzato, parlato, urlato.  Una riflessione sulla crisi esistenziale e artistica di una coreografa/danzatrice durante e dopo la pandemia. Tra disperazione e ironia, un racconto tragicomico, poetico e autobiografico che parte dal quotidiano per sollevare lo sguardo verso un nuovo inizio. Scrive Morganti: «Nel periodo 2020 e 2021 attraverso una lunga fase oscura e difficile della mia vita. Mentre piombo in uno stato di isolamento semi-letargico, percepisco intorno a me, come uno strano rimbombo, l’imperante azionismo del mondo della danza, che esplode sui social in tutta la sua contagiosa e gioiosa energia. Improvvisamente vedo su YouTube colleghi che danzano in cucina, nel bagno, per strada, nei boschi, nei parcheggi. Ma come fanno? Ma perché sono così felici? Tento di reagire e provo a seguire dei training online, con risultati tragicomici. Un amico per aiutarmi mi mette su Instagram e così scopro improvvisamente un mondo parallelo, popolato da gente giovane, bella, spesso poco vestita e costantemente di buon umore. Mi sento completamente estranea a questa realtà digitale e social, ho piuttosto l’impressione di appartenere ad una di quelle tribù che non si fanno fotografare per paura di perdere l’anima».

Cristiana Morganti

“Behind the light”, coreografia, drammaturgia e interpretazione Cristiana Morganti, regia C. Morganti e Gloria Paris, disegno luci Laurent P. Berger, video Connie Prantera, audio/video Alessandro Di Fraia. Produzione ATP Teatri di Pistoia Centro di Produzione Teatrale, in coproduzione con Fondazione I Teatri – Reggio Emilia, Théâtre de la Ville – Paris, MA Scène Nationale-Pays de Montbéliard. A Reggio Emilia per il Festival Aperto, il 29 e 30 ottobre.

LA TRAVIATA DI ARTEMISDANZA
A undici anni di distanza dal debutto di “Traviata”, avvenuto a Ferrara proprio grazie all’impegno produttivo del Teatro Comunale, la coreografa Monica Casadei, ritorna nella sua città natale per un debutto, il 30 ottobre, in prima assoluta e per omaggiare la creazione cult che ha portato la Compagnia in tutto il mondo.

Se “Traviata” ha rappresentato, oltre all’inizio di un nuovo percorso artistico nel melodramma verdiano, un affondo nell’universo femminile, “CorpiViolati” si presenta come un flusso continuo di corpi che hanno subìto violenze, una comunità di corpi stretta nella memoria di un corpo ferito, cicatrizzato, il cui vissuto viene danzato in una coreografia senza respiro, su musiche live electronic. La coreografia prende spunto da storie di eroine del Melodramma per denunciare ogni tipo di violenza. Nella seconda parte della serata torna sul palco del Comunale il dramma di Violetta, moltiplicata in tante figure femminili vittime di una società prevaricante.

Sabato 29 ottobre, al Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara, alle ore 12 inaugurerà l’installazione fotografica Omaggio a Traviata con foto di scena scattate negli anni da Marco Caselli Nirmal, Beatrice Pavasini, Vincenzo Cerati e Giuseppe Distefano, seguita dalla presentazione del progetto editoriale “Traviata” di Beatrice Pavasini.

Traviata, Artemisdanza, ph Roberto Ricci

LUCIANA SAVIGNANO È LA LUNA
Uno spettacolo diventato cult con l’étoile Luciana Savignano. L’eleganza ipnotica e la raffinatezza di una danzatrice unica incontrano la passionalità del tango tra le braccia del maestro Alejandro Angelica. “Tango di Luna” racconta l’incontro tra due uomini e una donna sotto le luci della Milonga, il loro allontanarsi e avvicinarsi, il loro sfidarsi e conoscersi, fino ad arrivare a scoprirsi attraverso i passi struggenti della danza argentina. Uno spettacolo di grande suggestione, nel quale la Savignano riesce a combinare il fascino del suo stile con la tipica sensualità e malinconia del tango, arrivando a sovvertirne le regole e divenendo protagonista della storia. Una performance di forte impatto, che smuove e fa emergere quasi con prepotenza le emozioni che fanno parte della cultura tanguera: amore, sensualità e seduzione.

Tango de Luna con Luciana Savignano

Uno spettacolo di Susanna Beltrami con Luciana Savignano e Matteo Bittante, Alejandro Angelica, Fabrizio Calanna, Matteo Esposito. Produzione DANCEHAUSpiù. A Milano, Teatro Franco Parenti, dal 26 al 30 ottobre

“MEMORARE”, LA DANZA A SAN PETRONIO
“Memorare”, una meditazione nel segno dell’arte, della musica e della danza, avrà luogo nella Basilica di San Petronio, lunedì 7 novembre alle ore 21. Un’iniziativa dall’alto contenuto spirituale e culturale promossa congiuntamente dal Comune e dalla Chiesa di Bologna (nata da un’idea di Vittoria Cappelli e Valentina Bonelli, con la collaborazione di Roberto Giovanardi, e curata da Bonelli e don Stefano Culiersi, direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano di Bologna) per portare un messaggio di speranza, in un tempo fortemente segnato della pandemia e dal grave scenario di guerra su scala internazionale.

Al suono degli antichissimi organi della Basilica e con la voce del Coro della Cappella Musicale di San Petronio diretto dal Maestro Michele Vannelli, viene accolta la danza di cinque ballerini ospiti, tutti del Teatro alla Scala di Milano, Nicoletta Manni, Timofej Andrijashenko, Mick Zeni, Vittoria Valerio, Letizia Masini, che eseguiranno due pas de deux e due assoli, scelti per la scena d’eccezione, capolavori del repertorio del Novecento, preziosi e rari, firmati da maestri del balletto, ai quali si aggiunge una nuova creazione, appositamente commissionata per l’evento. Ad accompagnarli dal vivo i Solisti dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna.

La serata è a ingresso gratuito, previa prenotazione al sito del Teatro Comunale tcbo.it tramite la piattaforma eventbrite.

Memorare, ph Vito Lorusso

LE NOZZE DI CECHOV
Come già fatto nel racconto breve “Il matrimonio con il generale” e nell’atto unico “Una domanda di matrimonio”, ne “Le nozze” Anton Cechov riprende il tema matrimoniale per rappresentare varie sfaccettature dell’animo umano. Mette sotto la sua lente di ingrandimento il matrimonio inteso non solo come il momento in cui si “certifica” un amore tra due persone, ma anche come l’unione di beni e interessi che vanno al di là della sfera emotiva e che sfociano in quella economica.

Durante un pranzo di nozze tra due giovani piccolo borghesi che festeggiano il loro amore circondati da familiari, amici, conoscenti e ospiti illustri, non tutto è come appare. Dietro la gioia del lieto evento ben presto i personaggi palesano la loro natura fatta di difetti, bassezze e piccole cose ridicole. Il regista Claudio Morganti porta in scena questo lato dell’animo umano che, seppur meno edificante, fa sempre parte di noi, e quindi non può essere ignorato. L’ensemble di undici attori gioca sulla scena in un susseguirsi di fraintendimenti, in cui la forte caratterizzazione dei personaggi crea uno scenario grottesco al confine tra la farsa e la commedia.

LE NOZZE, Morganti, ph Ilaria Costanzo

“Le nozze”, di Anton Čechov, traduzione di Vittorio Strada, regia Claudio Morganti, light designer Fausto Bonvini, scene di Roberto Abbiati, costumi Annamaria Clemente, con Roberto Abbiati, Monica Demuru, Oscar De Summa, Ilaria Marchianò, Savino Paparella, Francesco Pennacchia, Arianna Pozzoli, Francesco Rotelli, Gianluca Stetur, Paola Tintinelli, Luca Zacchini. Produzione Teatro Metastasio di Prato. A Prato, Teatro Fabbricone, dal 25 al 30 ottobre.

MARIA STUARDA A GENOVA
Lo scontro frontale tra due regine: la scozzese Maria Stuarda e sua cugina Elisabetta d’Inghilterra, la prima prigioniera della seconda. Nel dramma scritto da Friedrich Schiller alla fine del 1700, la lotta per la corona si trasforma in un confronto appassionato, giocato su piani emotivi diversi (dall’invidia al martirio, dall’insulto alla preghiera). Una battaglia feroce che determinerà le sorti future non solo dell’Inghilterra ma dell’Europa e del mondo.

Il germanista Paolo Chiarini annotava che nel teatro di Schiller la politica appare come fenomenologia del destino umano. Da qui prende le mosse Davide Livermore, che si concentra sul rapporto tra femminilità e potere: «Nel trovarci di fronte queste due gigantesche figure, non possiamo non chiederci quanto e come la donna abbia dovuto interiorizzare certi meccanismi maschili della gestione del potere».

Protagoniste Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi, che si scambieranno i ruoli di sera in sera. «Chi farà Maria e chi Elisabetta? Immagino un momento rituale iniziale, una vestizione che sarà un grande prologo, catartico, da fare assieme al pubblico. Le due interpreti sapranno solo all’ultimo minuto quale personaggio dovranno incarnare.

Maria Stuarda con Elisabetta Pozzi e Laura Marinoni

“Maria Stuarda”, di Friedrich Schiller, traduzione Carlo Sciaccaluga, regia Davide Livermore, interpreti Laura Marinoni, Elisabetta Pozzi e con Gaia Aprea, Linda Gennari, Giancarlo Judica Cordiglia, Olivia Manescalchi, Sax Nicosia, costumi regine Dolce & Gabbana, Anna Missaglia, scene Lorenzo Russo Rainaldi, direzione musicale e sound design Mario Conte, musiche Mario Conte e Giua, disegno luci Aldo Mantovani. Produzione Teatro Nazionale di Genova, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, CTB Centro Teatrale Bresciano. A Genova, teatro Ivo Chiesa, fino al 30 ottobre. Da gennaio 2023 in tournée.

LA ZATTERA DI GÉRICAULT A NAPOLI
A inaugurare la Stagione del Teatro San Ferdinando di Napoli, è l’allestimento firmato da Piero Maccarinelli de “La zattera di Géricault”, testo di Carlo Longo pubblicato nel 2019. Théodore Géricault dipinse il celebre quadro a seguito di un evento drammatico: durante un naufragio della nave Meduse, 147 persone furono abbandonate in mare su una zattera e solo quindici di loro rividero la terra dopo numerosi episodi di cannibalismo, disperazione, pazzia e annegamenti. «Quella Zattera – scrive nelle note il regista – non rappresenta solo la Francia alla deriva dopo la caduta di Bonaparte o la terribile agonia dei superstiti al naufragio, ma il naufragio della vita stessa dell’artista, in una storia d’amore proibita e disperata. Il testo di Longo – continua il regista – segue il percorso dell’artista ma al contrario. Dall’esposizione dell’opera terminata si risale alla sua giovinezza, ai complicati rapporti con gli zii in un percorso esistenziale e artistico di grande fascino. Rabbia, delusione amorosa, indignazione civile e politica, totale incertezza del proprio destino ci accompagnano in questo percorso che per molti versi sfiora la contemporaneità quando la zattera si fa emblema delle navi dei migranti nel nostro mediterraneo».

LA ZATTERA DI GERICAULT, Ph. Ivan Nocera

“La zattera di Géricault”, di Carlo Longo, regia Piero Maccarinelli, con Lorenzo Gleijeses, Francesco Roccasecca, Claudio Di Palma, Nello Mascia, Anna Ammirati, scene e luci Gianni Carluccio, costumi Zaira de Vincentiis. Produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale. Al Teatro San Ferdinando, dal 27 ottobre al 6 novembre. In tournée.

PRIMA ONDA FEST A PALERMO
Tornare ai luoghi, tessere relazioni tra persone, prendersi cura dell’ecosistema, conoscere realtà e persone che in quei luoghi resistono e insistono ogni giorno. Tutto questo grazie alle arti performative: la danza, la musica, il teatro. Ideato dal collettivo multidisciplinare Genìa, con la triplice direzione artistica di Giovanna Velardi, Manuela Lo SiccoValeria Fazzi, la terza edizione di Prima Onda Fest (dal 26 ottobre al 6 novembre) vuole spostare l’attenzione dal centro alla periferia, sulla Costa Sud di Palermo, dove  una fittissima trama di attività culturali sarà intessuta tra i luoghi delle associazioni presenti, dei presidi culturali e sociali, dentro le sedi istituzionali, tra le realtà imprenditoriali vive e propositive, ma anche dentro l’acqua di quel mare negato di Palermo.

30 spettacoli e un programma di incontri e conferenze. Nel programma: Fanny & AlexanderBabilonia Teatri, il duo Bartolini e Baronio, il performer e ricercatore sul movimento e sul paesaggio, Valerio Sirna, Stefano Tè con il Teatro dei Venti, noto per la produzione di spettacoli che accostano creatività e comunità, la regista marsigliese Marie Lelardoux. Per la danza: Claudia Castellucci, Roberto Zappalà, Simona Bucci, Sofia Nappi, Opera Bianco. Per la musica, le formazioni miste di musicisti provenienti da diversi ambiti e generazioni: la Sicilian Improviser Orchestra – SIO e il suo corrispettivo marsigliese Ensemble Grand8 in un gemellaggio che riunisce le due città del Mediterraneo.

PRIMA ONDA FEST Hierá di Milena Catalano, Emilio Orofino, Il Pavone

TREND NUOVE FRONTIERE DELLA SCENA BRITANNICA
Prosegue la XXI rassegna dedicata alla drammaturgia contemporanea inglese, curata da Rodolfo di Giammarco con la messinscena di “The river” di Jez Butterworth. In una Baita vicino ad un fiume vive un uomo appassionato di pesca. Un uomo che ama profondamente le donne che vivono con lui, di un amore vero, unico, profondo e totalizzante. Ma quante sono queste donne? Quale ama più delle altre? O forse sono tutti surrogati di un vero Amore che non c’è più? Tra ami, esche e menzogne la storia si distorce e contorce, il mistero si infittisce e nessuno capisce quello che veramente sotto il fiume sta accadendo.

The River, Alessandro Federico

“The river”, di Jez Butterworth, traduzione Massimiliano Farau e Laura Mazzi, regia Alessandro Federico, con Silvia Aielli, Alessandro Federico e Mariasole Mansutti, aiuto regia Simonetta Solder, consulenza costumi Lucia Menegazzo, luci Alessio Pascale. Produzione Proprietà Commutativa. A Roma, Teatro Belli, dal 25 al 27 ottobre.

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