22 gennaio 2020

Bologna Art Week: Riccardo Benassi alla Stazione Centrale con Morestalgia

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Nella Hall dell'Alta Velocità di Bologna Centrale, al piano -4, tra i binari 17 e 18, dal 24 al 27 gennaio sarà attiva Morestalgia, l'opera multimediale di Riccardo Benassi. Ne abbiamo parlato con lui

Riccardo Benassi Bologna
Riccardo Benassi, Morestalgia, 2019, Veduta dell'installazione al Centre d'Art Contemporain Genève (part.), Schermo LED attraversabile, contenuto digitale, struttura e catena in acciaio, sistema diffusione audio, elettronica di controllo. Progetto realizzato grazie al sostegno di Italian Council (2019). Prodotto da Xing. Courtesy dell'artista. Ph Andrea Rossetti

Domani, 23 gennaio, dalle 20.30 a mezzanotte alla Stazione Centrale di Bologna sarà inaugurata Morestalgia, l’opera multimediale di Riccardo Benassi che sarà collocata nella Hall dell’Alta Velocità, al piano -4, tra i binari 17 e 18, fino al 27 gennaio. Questo progetto è supportato dall’Italian Council, prodotto da Xing e è uno dei main project di Art City 2020.

Morestalgia è l’ultimo progetto di Riccardo Benassi (1982), artista bresciano, abitante del mondo e di base a Berlino. Nuove tecnologie e web sono tra i canali espressivi scelti, che caratterizzano la sua opera e con i quali egli stesso si pone in relazione e in dialogo. Idee, spunti di riflessione e nuovi progetti al centro della nostra conversazione.

Abbiamo intervistato Riccardo Benassi.

Riccardo, a Bologna, per Art City Bologna 2020 alla stazione dell’Alta Velocità presenti Morestalgia, display led attraversabile dai visitatori. Ci parli di questa installazione?

«Dopo avere abitato spazi museali a Ginevra, al Centre d’Art Contemporain e a Karlsruhe, allo ZKM | Center for Art and Media, l’installazione si insinua ora in uno spazio di mezzo, d’attesa, di passaggio, semi-pubblico e fortemente semantizzato dal marketing. Si relaziona a una architettura che fa del bipede con il trolley la propria decorazione fluida. Le luci led da cui è composta l’opera saranno messe in relazione alle contigue luci led dei tabelloni degli arrivi e delle partenze, strizzando così l’occhio al valore funzionale del display e creando un paradigma immediato sul ruolo dell’arte all’interno della società. La stazione era anche un luogo prediletto dal punto di vista teorico: uno dei temi che affronto in Morestalgia infatti è che Internet sia una specie di finto mezzo di trasporto, una macchina del tempo rotta: non ci fa viaggiare nello spazio ma ci fa viaggiare – da fermi – nel tempo».

Da quali riflessioni interiori ha preso vita il termine Morestalgia e l’ideazione dell’opera multimediale e polisensoriale?

«Capisco la tua domanda ma ti potrei parlare solo delle riflessioni interiori di cui sono conscio, e sarebbe un controsenso perché tutto quello che so lo ho rubato (o ingerito e metabolizzato) – e spesso lo chiamo informazione – tutto quello che invece è veramente mio, è quello che non so… e che inseguo con le mie opere. Tutto è partito dalla sensazione che l’ingresso di internet nelle nostre vite – a partire dagli anni ’90 – abbia drasticamente modificato e tecnologicamente aumentato il sentimento della nostalgia. L’ispirazione per il formato della techno-tenda attraversabile dal corpo umano nasce da una soglia finzionale di stampo popolare: una tenda a strisce che mia nonna utilizzava per separare la cucina dal resto della casa. Serviva a tenere lontane le mosche dalle pietanze ma soprattutto permetteva di essere attraversata con le mani impegnate da piatti e stoviglie. Ho ripensato spesso al fatto che anche io come lei ho sempre le mani impegnate, prevalentemente dalla sigaretta, dalla valigia, dall’ombrello, ma sopra ogni cosa dallo smartphone».

Che rapporto hai con il web? Di informazione, di conoscenza, di confronto?

«Biologico, come con altri organi del mio corpo».

Come il web ha influenzato il tuo processo creativo?

«Senza la democratizzazione dell’educazione universitaria, il sostegno della mia famiglia allargata, e la diffusione di massa di tecnologie digitali collegate a internet, non avrei mai potuto immaginare – nemmeno ambire – di guadagnarmi da vivere come artista».

In che modo hai selezionato i testi presenti su Morestalgia?

«Più che selezionato ho scritto, tentando di dare senso agli appunti raccolti negli ultimi quattro anni. Esistono diversi livelli narrativi in Morestalgia che si tessono a vicenda. Un primo livello è quello del testo che scorre nell’installazione che si vedrà alla stazione Alta Velocità di Bologna, composta dallo schermo led attraversabile,nel quale le parole sono pensate per intrecciarsi alle immagini e ai suoni in maniera organica. Un secondo livello è rappresentato dal testo prodotto per la lecture performance, altro segmento di Morestalgia soggetto a perenni variazioni e improvvisazioni dal vivo e in tempo reale. Un terzo livello, la cui spinta è onnicomprensiva, è quello del testo che sto ultimando per l’omonima pubblicazione – un libro tascabile – narrazione questa che tenta di abbracciare le altre due e le adatta al formato con il quale siamo storicamente abituati a esperire il testo scritto».

La scrittura è una scelta formale ricorrente nei tuoi lavori. Cosa rappresenta e indica questo mezzo espressivo?

«È stato un lungo processo di avvicinamento – forse la controparte necessaria all’amore per la lettura – la scrittura fomenta la mia ambizione ad allargare una minoranza in cui credo fortemente, aprendo l’opera a un pubblico di non addetti ai lavori»
Il display è un elemento ricorrente nelle tue opere. Perché questa scelta formale? Desideri metterti in comunicazione con lo spettatore?
«No, lo spettatore per mettersi in comunicazione mi scrive, mi telefona o mi parla: il bello dell’arte contemporanea dal mio punto di vista è che riguarda – nella migliore delle ipotesi – persone vive».

Quali ripercussioni pensi possa avere la tua opera nel futuro?

«Sono interessato alla quotidianità, alla velocità di crociera. Per ricollegarmi a quanto affermato prima, quello a cui tengo – e ciò di cui sono felice – è che la mia opera mi sta facendo incontrare dei compagni di viaggio nel presente».

Su quali nuovi progetti stai lavorando?

«Ora sto rispondendo alle tue domande da Melbourne, dove – all’Istituto Italiano di Cultura – ho appena inaugurato l’iterazione di Morestalgia in forma di lecture performance. Il protagonista è un robot umanoide commercializzato al fine di insegnare yoga alle casalinghe, al quale ho però insegnato a dipingere i paesaggi della mia infanzia. A febbraio la riproporrò al Künstlerhaus Bethanien di Berlino, poi a Bologna il 28 marzo in occasione di Live Arts Week a cura di Xing che è capofila di tutto il progetto, poi al Festival di Santarcangelo a cura di Motus nell’estate 2020 e in altre occasioni di cui potrò parlare a breve. In generale, lavoro a Daily Desiderio, ogni singolo giorno della mia vita finchè son vivo – compreso oggi».

Riccardo Benassi
Morestalgia
Dal 24 gennaio al 27 gennaio 2020
Stazione ferroviara Bologna Centrale – Hall Alta Velocità (piano -4)
Accesso da Piazza delle Medaglie d’Oro e da Via de’ Carracci:
seguire le indicazioni per binari 17 e 18
Opening: 23 gennaio 2020, dalle 20.30 a mezzanotte
Sabato 25 gennaio alle 11.00: caffè con l’artista
Orari in cui l’opera sarà funzionante: dalle 6.00 alle 23.30
www.xing.it

Riccardo Benassi Bologna Morestalgia
Riccardo Benassi, Morestalgia, 2019, Veduta dell’installazione al Centre d’Art Contemporain Genève, Schermo LED attraversabile, contenuto digitale, struttura e catena in acciaio, sistema diffusione audio, elettronica di controllo. Progetto realizzato grazie al sostegno di Italian Council (2019). Prodotto da Xing. Courtesy dell’artista. Ph Andrea Rossetti

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