25 maggio 2025

Torna il festival di Narni, aprendosi per la prima volta all’arte contemporanea

di

La cittadina storica della provincia di Terni presenta la sesta edizione di Narni Città Teatro, festival culturale incentrato su teatro, danza, performance e installazioni a cielo aperto

festival di narni
Fiers à cheval, Narni città teatro

Narni si mette in gioco. Rilanciando, nel panorama artistico e culturale italiano, con la sesta edizione del festival Narni Città Teatro che quest’anno si arricchisce con una programmazione specifica legata all’arte contemporanea, a dimostrazione dell’intersezione profonda tra i linguaggi delle arti performative e delle arti visive, in una contaminazione strettissima e fruttuosa.  Non a caso il tema di questa edizione è: Giocare la vita, con la curatrice, Antonella Liuzzi, si interroga sui confini fragili tra casualità e destino, gioco dell’esistenza e sua potenza trasformativa. “Il “gioco”, spiega Liuzzi, “qui non è solo un atto di svago, ma una metafora di sopravvivenza, cambiamento e speranza. L’arte contemporanea, in tutte le sue forme, diventa il mezzo per esplorare queste dinamiche e per stimolare una riflessione che va oltre la superficie delle cose”.

Il festival di Narni, alle porte di Terni, realizzato in collaborazione con il Comune di Narni, con il contributo di MIC – Ministero della Cultura e della Fondazione Cassa di Risparmio Terni e Narni utilizza un approccio multidisciplinare incrociando teatro, danza e musica, sotto la direzione artistica di Francesco Montanari e Davide Sacco, diventando un luogo stabile di confronto e di sperimentazione a livello internazionale. Non a caso saranno presentati in anteprima nazionale il lavoro della compagnia finlandese Wauhaus The Companion, lo spettacolo Reve d’Herbert della compagnia francese Theatre des Quidams, Miss Mother prodotto da Teatri Molisani, mentre verrà presentato in anteprima Karaoke femminista del Teatro di Dioniso e molti altri progetti saranno in debutto o esclusiva regionale.

festival di narni
Narni città teatro

Il debutto di questa edizione è fissato per mercoledì 4 giugno con Alessandro Bergonzoni, al Teatro Secci di Terni, e il suo spettacolo Arrivano i Dunque. Scritto, diretto e interpretato dall’artista con Riccardo Rodolfi, proponendo un’esplosione di parole, visioni e neologismi per un viaggio dentro e oltre il linguaggio, dove ogni frase è una scossa e ogni risata un atto rivoluzionario. Il teatro si fa così laboratorio di senso, asta poetica, luogo in cui mettere “all’incanto il verso delle cose”, cercando non risposte ma domande più profonde, più pericolose, più vere. In questa nuova creazione, Bergonzoni affronta ancora una volta la scena come spazio da travalicare, come confine da superare tra arte e realtà. L’invenzione della “Crealtà”, uno dei suoi neologismi più emblematici, rappresenta la tensione morale di un artista che non si limita a osservare il mondo, ma prova a riscriverlo, a rigenerarlo con la forza delle parole, della visione e del paradosso. Il risultato è un flusso comico e filosofico, poetico e politico, dove coesistono fiamminghi e piromani, Van Gogh e Bangkok, Mahler e gli stigmatici, in un melting pot linguistico che è anche una sfida percettiva allo spettatore. Lo spettacolo è un invito a non accontentarsi, a varcare la soglia dell’ovvio, ad abitare i margini del significato, un atto di resistenza poetica che esplode in forma scenica.

Me nel programma realizzato in collaborazione con Impresa Fest, da venerdì 6 a domenica 8 giugno a Narni, si prosegue con una programmazione composta da spettacoli di teatro, danza, musica, circo contemporaneo, oltre a una sezione dedicata a eventi extra-teatrali, tra cui dj-set, incontri e convegni che si svolgeranno in differenti luoghi di spettacolo. Un programma ricco e variegato, che annovera, fra gli ospiti, Roberto Saviano, Nicola Piovani, Concita De Gregorio, Patrizia Valduga, Compagnie des Quidams, Silvia Gallerano, Monica Nappo, Erica Mou oltre al già citato collettivo multidisciplinare finlandese WAUHAUS e che riassume la visione poetica del festival: “Scommettere il cuore sul palco del mondo, dove ogni passo, ogni nota, ogni parola è una scelta che ci plasma, un rischio che ci rende vivi”, sostiene la curatrice. “Giocare la vita è danzare sull’incertezza, con la leggerezza di chi sa cadere e la forza di chi si rialza, trasformando ogni ferita in poesia. La musica vibra di possibilità, il teatro racconta le nostre paure, la danza esplora il coraggio di essere. Qui, su questo palco, tutto è in gioco, e la posta è sempre il senso di noi stessi. Perché vivere è un’arte audace, un equilibrio fragile tra ciò che siamo e ciò che desideriamo diventare. E ogni scelta, ogni respiro, è il tassello di una storia che ci appartiene. In questa sesta edizione celebriamo il rischio, la bellezza di tentare, di sbagliare, e di creare ancora. Perché giocare la vita non è solo sopravvivere, è viverla con tutto ciò che siamo.”

nct dk blond

Ma la vera novità di questa edizione è la sezione dedicata all’arte contemporanea, curata da Antonella Liuzzi, che propone un programma assai ampio e vario.

Dal 6 giugno la sezione dedicata alle arti visive racconta i temi di identità, memoria e trasformazione, attraverso le video performance dell’artista Adrian Paci (Scutari, 1969) The Encounter (2011), Prova (2019) e Vajitojca (2002), ciascuna delle quali si confronta con la dimensione del corpo, del movimento e del tempo come elementi in continua evoluzione, su quello che resta dopo il passaggio della vita, sulle possibilità e le limitazioni di ogni gesto. Le tre opere riflettono sui concetti di equilibrio e sui limiti, e sul tema del corpo come strumento di comunicazione tra persone che provengono da contesti differenti, ma che condividono un destino comune. O ancora, sulla misurazione della nostra resistenza nell’affrontare le difficoltà della vita. Infine, le dinamiche della solitudine e dell’attesa, raccontando viaggi molto attuali che sanno di speranza e resilienza.

Narni Città Teatro ospiterà inoltre, nella giornata del 6 giugno alle ore 17 con la performance – rituale inedita Chords, ideata per il Chiostro di Sant’Agostino di Narni. Qui, l’artista che parteciperà attivamente all’azione “offrirà al pubblico”, spiega la curatrice, “un’esperienza unica, coinvolgendo corpo, spazio e tempo in un dialogo fisico che celebra la connessione tra corpi dissolvendo i confini e le distanze, e invitando ad abitare uno spazio attraverso uno specifico gesto reale nel tempo, creando relazioni e un’unica entità”.

L’azione, in dialogo partecipativo con un gruppo di uomini, che lavoreranno con l’artista nella sua costruzione, in un momento di connessione, attraverso la stretta di mano, che stabilisce un dialogo tra l’io, il noi, il corpo, lo spazio come misura, ma anche il luogo e la sua memoria, in una ridefinizione costante delle cose nella propria relazione con l’altro, con un messaggio forte di reciprocità e coesistenza.

Adrian Paci, The encounter

Completa il programma la mostra fotografica Oltre quel confine è la mia casa, curata da Shafiur Rahman, giornalista e documentarista con base a Londra, che sarà protagonista di un talk domenica 8 giugno alle 18 presso la Radio del Festival.

La mostra racconta i temi di esilio, diaspora, ma anche di resilienza e speranza, seguendo la ricerca che Rahman porta avanti dal 2016, ed è composta dalle foto dei rifugiati Rohingya documentandone l’esperienza di fuga, di perdita e di resistenza.

I Rohingya, minoranza musulmana perseguitata in Birmania, sono attualmente una popolazione senza Stato che risiede in Bangladesh e in una parte del Myanmar. Hanno subito, a partire dagli anni ‘70, violentissime persecuzioni che li hanno costretti alla fuga, privandoli dei diritti di cittadinanza, della libertà di movimento, dell’educazione e di ogni diritto civile. Ai danni dei Rohingya è stato messo in atto a più riprese un genocidio da parte delle forze armate del Myanmar, i Tatmadaw, prima tra l’ottobre 2016 e il gennaio 2017, e in seguito dall’agosto 2017 fino ad oggi. La maggior parte della popolazione oppressa è fuggita in Bangladesh, dando origine al più grande campo profughi del mondo, luogo in cui le fotografie in mostra sono state scattate. L’oppressione ai danni dei Rohingya è stata denunciata dai media di tutto il mondo e definita dalle Nazioni Unite, dai Governi, dalle associazioni per i diritti umani come evento di “pulizia etnica”.

Le fotografie in mostra sono state scattate dai rifugiati durante il Covid per permettere loro di documentare le proprie condizioni di vita durante la pandemia e, principalmente, la realtà da loro vissuta dopo il genocidio del 2017. La maggior parte dei partecipanti al contest fotografico sono rifugiati post genocidio del 2017, altri lo sono dagli anni ‘90. Shafiur Rahman ha pensato di dar loro parola ed espressione attraverso la fotografia, e di offrire al mondo una finestra sulla loro vita perseguitata e marginalizzata da anni. Le fotografie, infatti, sono state esposte in Italia presso il Museo, ora chiuso, del dialogo e della fiducia di Lampedusa curato dal Comitato 3 ottobre, e a Verona e Venezia, oltre che in Inghilterra, a Oxford e al British Museum di Londra.

Altro appuntamento, che avverrà senza un orario definito ma all’improvviso, in Piazza dei Priori, “Pronto, Brecht?” a cura di Davide Sacco, con Gennaro Di Biase. In una cabina solitaria, tra squilli inattesi e parole taglienti, il grande drammaturgo tedesco, tornato tra noi, prenderà la linea per parlare con il nostro presente. Pronto, Brecht? è un gioco teatrale, una provocazione poetica, un esperimento visionario in cui lo spettatore diventa interlocutore, complice, destinatario diretto di un messaggio senza tempo. Altro progetto site specific è Di cosa parliamo quando parliamo d’amore, da un’idea di Ilaria Ceci con Claudia Grassi e Jacopo Riccardi. Un appartamento vero, due attori, quarantotto ore di tempo reale. È un esperimento teatrale unico: uno spettacolo da spiare dalle finestre, da vivere come voyeur del quotidiano. Un’indagine intima sul desiderio, la distanza, la tenerezza e la fatica di stare insieme. Perché l’amore – quando lo guardi da vicino – è sempre un enigma da decifrare.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui