03 agosto 2022

Walk & Talk 2022, un festival per ripensare al presente

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Alle Azzorre il Festival Walk & Talk, alla sua undicesima edizione, cerca nuovi formati dove si possano innestare complicità e inventare pratiche relazionali intergenerazionali, in dialogo con i cambiamenti in atto nella società contemporanea

Cabraqimera, Catarina Miranda, Walk&Talk 2022 © Paulo Prata

Con un palinsesto articolato e insolito il festival Walk & Talk, da poco conclusosi nell’isola di São Miguel nell’arcipelago delle Azzorre, ha presentato più di trenta artisti e collettivi le cui opere si interrogano sulle forme della contemporaneità. Il titolo del festival, In the first place, indica la necessità di riflettere su ciò che esiste ed è importante “in primo luogo”, rispetto a una molteplicità di posizionamenti e punti di vista. I direttori artistici Jesse James e Sofia Carolina Botelho, e Irene Campolmi invitata come curatore ospite, hanno messo in discussione narrazioni riguardanti i sistemi di potere, conoscenza e identità, per dare spazio a voci divergenti. Installazioni visive e sonore, performance e dj session che indagano gli spazi che abitiamo, le infrastrutture che ci determinano e le relazioni che stabiliamo con gli altri esseri viventi. Opere riguardanti sia questioni di carattere globale, sia aspetti propri di quell’ecosistema unico al mondo che è l’Arcipelago delle Azzorre, composto da nove isole in cui si incontrano tre placche continentali, nel mezzo dell’Oceano Atlantico settentrionale.

The Fever Hand, Vivian Caccuri, Walk&Talk 2022 © Mariana Lopes

Ellie Ga con il progetto Cagarros Assembly, declinato in workshop, seminari e proiezioni filmiche, si è occupata del lavoro che biologi marini e residenti dell’isola fanno per salvare migliaia di giovani uccelli chiamati calonectris borealis. Durante la sua prima visita alle Azzorre, Ga è rimasta incantata dal soundscape notturno e dalla vulnerabilità degli uccelli, perché molti di loro, durante il loro primo fragile volo dal nido al mare, disorientati dai lampioni e dalla troppa luminosità perdono il senso dell’orientamento e si schiantano a terra. Ga ha condiviso con i visitatori del festival le conoscenze acquisite, ed ha coinvolto nella sessione di ascolto notturno alcuni scienziati e la comunità locale di ipovedenti.
L’artista brasiliana Vivian Caccuri ha presentato nel padiglione temporaneo, ossia l’hub del festival, la conferenza performativa The Fever Hand, ispirato al ritorno della febbre gialla in Brasile. Dopo essere stata apparentemente messa sotto controllo con campagne di salute pubblica, la febbre gialla è riapparsa in Brasile nel 2018, forse come conseguenza della contemporanea deforestazione in Amazzonia. Video, disegni, documenti storici, animazioni raccontano una storia di fiction, ricca di metafore e legami tra la febbre gialla, il colonialismo, la politica e il cattolicesimo.
Oltre alla conferenza di Vivian Caccuri, nel padiglione temporaneo si sono alternati talk di approfondimento e diversi dj-set. Le mostre e gli spettacoli sono invece stati suddivisi tra Vaga – spazio per l’arte e la conoscenza (sede dell’associazione organizzatrice di Walk & Talk), il Centro di arti contemporanee Arquipélago, con la mostra di Ana Quiroga + Estela Oliva, il Teatro Micaelense, la Galeria Fonseca Macedo e il Centro di cultura municipale di Ponta Delgada.

Opening Walk&Talk 2022 © Mariana Lopes

Quest’ultimo ospita, fino all’8 settembre la videoinstallazione Telemetrics di Tiago Patatas, film saggio che indaga la storia dell’osservatorio militare eretto nell’isola di Flores, nell’arcipelago delle Azzorre nel 1964, di cui sono rimaste pochissime documentazioni visive. È stata propria questa volontà di annullare la presenza e la storia ad interessare Patatas, che si è formato a Londra con Forensic Architecture. L’osservatorio militare ha infatti avuto un ruolo importante nella registrazione, nel rilevamento e nella trasmissione dei segnali dei test missilistici francesi compiuti nel deserto del Sahara. Non è stato quindi solo un testimone del progetto militare francese, ma ha partecipato attivamente, processandone i dati, allo sviluppo delle tecnologie belliche dello scorso secolo.

Aguas Futuras, Diogo da Cruz, Walk&Talk 2022 © Mariana Lopes

L’installazione di Diogo da Cruz e Fallon Mayanja Our waters will meet mette in scena una serie di storie e riflessioni poetiche di carattere fantascientifico, associate alla storia e a diversi luoghi dell’isola di São Miguel. Invita a riflettere su antiche presenze mitologiche marittime e sulle possibili conseguenze dell’estrazioni minerarie nell’Arcipelago, che dovrebbero compiersi nel prossimo futuro. Oltre al video, hanno realizzato un intervento scultoreo che emerge dal mare, accompagnato da sessioni di ascolto subacqueo nella vicina Piscinas do Pesqueiro.

Non sono mancate escursioni guidate in diversi luoghi dell’isola con gli artisti Cristóvão Maçarico e Matthew C. Wilson, gli Studio Visit, la performance Visions di Nástio Mosquito e Cabraqimera di Catarina Miranda, e le mostre a Vaga delle artiste Caroline Monnet, Linda Lamignan e Uyarakq, con opere riguardanti l’identità indigena, il colonialismo e l’estrattivismo.
Sempre Vaga sono in mostra le opere realizzate nella residenza RARA – (Design and Crafts Residency of the Azores), progetto in cui si confrontano designer internazionali e artigiani locali. La sfida e la volontà di Miguel Flor, ideatore della residenza, nonché fotografo, creative director e editor-in-chief del magazine Prinçipal ModaPortugal, è quello di contaminare pratiche contemporanee e skill presenti in loco, che non necessariamente determinano la creazione di oggetti, quanto piuttosto costellazioni di nuovi processi e narrazioni. Perché In the first place, come suggerisce il titolo del festival, è solo nella ricerca di nuovi formati che si possono innestare complicità e inventare pratiche relazionali intergenerazionali, in dialogo con i cambiamenti in atto nella società contemporanea.

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