30 dicembre 2021

Addio a Sabine Weiss, ultima rappresentante della fotografia umanista francese

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Si spegne a 97 anni la fotografa Sabine Weiss. La Casa dei Tre Oci, a Venezia, omaggia la sua carriera con un'ampia retrospettiva

Sabine Weiss
Sabine Weiss nella sua casa di Parigi il 15 dicembre 2020. Photo by JOEL SAGET / AFP
Scomparsa nella sua casa di Parigi lo scorso 28 dicembre, Sabine Weiss (Saint-Gingolph, 1924) è stata l’ultima, grande rappresentante della fotografia umanista francese. Sopravvissuta a nomi come Robert Doisneau, Brassaï e Izis, la fotografa franco-svizzera ha reso eterna, con i suoi scatti, la vita quotidiana di Parigi: «Fotografo per conservare l’effimero», diceva, «Per fissare il caso, conservare in un’immagine ciò che scomparirà: gesti, atteggiamenti, oggetti che sono testimonianze del nostro passaggio».
Tra i suoi scatti più celebri, i ritratti di Benjamin Britten, Igor Stravinsky e Fernand Leger. Ma anche quelli dedicati ai bambini: «Quando fotografa i bambini, diventa bambina lei stessa. Non esistono assolutamente barriere tra lei, loro e la sua macchina fotografica», spiegava Hugh Weiss, artista e marito di Sabine. E poi ancora le fotografie di moda, i viaggi in giro per il mondo, i reportage dell’unica fotografa donna del dopoguerra ad aver esercitato questa professione così a lungo. Tra le i musei internazionali che custodiscono le sue opere, il Museum of Modern Art, il Metropolitan Museum of Art e il Centre Pompidou.
Il prossimo 11 marzo, sarà La Casa dei Tre Oci di Venezia a dedicarle il primo tributo internazionale, con una personale per la quale Sabine Weiss stessa aveva aperto i suoi archivi di Parigi. Il percorso espositivo, curato da Virginie Chardin, punterà i riflettori su oltre 200 opere e importanti documenti d’archivio, per «Testimoniare la carriera di questa straordinaria fotografa, unica donna a rappresentare la scuola umanista francese, oggi simbolo di coraggio e libertà per tutte le donne fotografe».
Uno dei nuclei principali della rassegna racconterà gli anni ’50 del Novecento, momento del riconoscimento internazionale della fotografa. Nel 1952, infatti, la sua carriera prese una svolta decisiva quando entrò nell’agenzia Rapho, su raccomandazione di Robert Doisneau. Dal 1953 in poi le sue fotografie furono pubblicate da grandi giornali internazionali come “Picture Post”, “Paris Match”, “Vogue”, “Le Ore”, “The New York Times”, “Life”, “Newsweek”. Nello stesso anno Weiss partecipò alla mostra “Post War European Photography” al MOMA – Museum of Modern Art di New York e nel 1954 l’Art Institute di Chicago le dedica un’importante personale. Nel 1955 tre dei suoi scatti sono scelti da Edward Steichen per la storica antologica “The Family of Man”, al MOMA di New York.

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