07 luglio 2023

Cosa c’è di nuovo? Democrazia e monetizzazione dell’arte: il caso Bologna

di

“Cosa c’è di nuovo?” è l’appuntamento mensile che offre spunti di riflessione su politiche culturali, beni pubblici e ultimi accadimenti del settore

Il 6 luglio 2023 il comico e drammaturgo Alessandro Bergonzoni ha lanciato una chiamata a raccolta per ricordare e onorare i morti di Cutro e i migranti che continuano a morire in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa. Mentre scrivo, le campane dell’Arengario in piazza Maggiore qui a Bologna suonano a morto, hanno iniziato alle 18.30 e termineranno alle 19.30: 600 battiti per i morti di Cutro, un’ora di silenzio per una comunione spirituale che vale più di ogni parola, un invito rivolto a tutti da un artista che le parole sa usarle eccome. Ora, in piazza Maggiore, di fronte alla chiesa di San Petronio, sono raccolti gruppi di persone che guardano e ascoltano la torre campanaria dell’Arengario e tacciono. Forse solo il silenzio è possibile in questo momento.

La sera prima, sempre in piazza Maggiore, prima della proiezione di Persepolis, il film del 2008 tratto dai disegni della fumettista iraniana Marjane Satrapi, c’è stata una festa “delle nuove cittadinanze” a un anno dall’introduzione nello statuto comunale del principio dello ius soli, e dell’approvazione dell’atto che ne afferma l’importanza ai fini della concreta attuazione del principio costituzionale di uguaglianza. Una festa molto festosa e molto retorica, in cui i due politici presenti hanno strabiliato parlando di scenari luminosi e felici esistenti solo nella loro testa.

In realtà, siccome l’esperienza non insegna niente, si veda la deriva indecorosa di centri storici come quelli di Firenze o VeneziaBologna si dà un gran da fare per incrementare politiche abitative che già altrove e da tempo aumentano progressivamente diseguaglianze e discriminazioni (si veda anche il caso di Milano).

Alessandro Bergonzoni (primo a sinistra) e membri della giunta comunale di Bologna

Il turismo di massa che ha “scoperto” da qualche anno la città (con una campagna di comunicazione che ha nel tortellino la star principale) provoca la nota carenza di affitti per studenti e famiglie, oltre all’innalzamentoprogressivo dei costi degli immobili. I residenti del centro storico, unici possibili presidi per tentare di arginare la “libertà” di potere urlare fino all’alba, urinare, defecare, dove come quando si vuole, inevitabilmente cominciano a preferire abitazioni fuori le mura.

I dehors e i tavolini dei bar e dei ristoranti si impadroniscono di marciapiedi, piazze, intere strade; nel postpandemia ogni giorno un ulteriore pezzo di città viene eroso in funzione di beveraggi e mangimi, così da eliminare parcheggi per i residenti, e mutare profondamente il tessuto storico urbano. I portici, che il Comune di Bologna assegnò di fatto ai cittadini, imponendo alla proprietà la pulizia e il libero passaggio per tutti – un esempio luminoso di bene comune – divengono progressivamente una fonte lucrosa per interessiprivati.

Beni culturali? Patrimonio dell’Umanità? In realtà roba da “vendere” in un contesto sociale così attento alle possibilità educative della cultura, che persino San Petronio, chiesa che la città (non la curia) volle fortemente, ora impone un biglietto per entrare nella magnifica cappella quattrocentesca Bolognini, preceduta, nel “percorso museale” da unavvilente esposizione di paccottiglia in una cappella declassata a supermarket. Il pagamento peraltro è per tutti,compresi i residenti insigniti di vecchie e “nuove cittadinanze”. E temo che sia solo l’inizio.

Perché mai in questa stessa chiesa si dovrebbe pregare gratis davanti al San Rocco di Parmigianino? E perché rendere possibile avvicinarsi all’arte gratis, guardando un quadro di Amico Aspertini? Il povero Sangiuliano, inaugurando la bigliettazione nel Pantheon, strombazzava recentemente il grande successo dei 20.000 euro giornalieri. Ma, se non altro, il Ministro, con un minimo di decenza, ha precisato che i residenti entreranno nel Pantheon gratuitamente. Nella San Petronio di piazza Maggioreinvece, dove si celebrano i riti delle eguaglianze e delle nuove cittadinanze, il “percorso museale” impone il biglietto di 5 euro. Per tutti, democraticamente.

Gente in piazza Maggiore per la “chiamata” di Bergonzoni

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui