04 ottobre 2022

Guerra in Ucraina: il direttore dell’arte contemporanea dell’Hermitage si dimette

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A seguito del perdurare della guerra in Ucraina, Dimitri Ozerkov ha annunciato le sue dimissioni dall’incarico di direttore del dipartimento di arte contemporanea del Museo Hermitage

Dimitri Ozerkov, direttore del dipartimento di arte contemporanea del Museo Hermitage, ha lasciato il suo incarico in segno di protesta contro la guerra dell’Ucraina. Ozerkov ricopriva l’incarico da 22 anni e nel 2014 ha curato la decima edizione Manifesta, l’importante biennale itinerante, a San Pietroburgo. La notizia è stata comunicata dallo stesso Ozerkov attraverso la sua pagina Instagram: «Me ne sono andato perché non ho intenzione di avere niente in comune con la Russia di oggi», si legge nel lungo post nel quale l’ex direttore dell’arte contemporanea motiva la sua decisione.

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«Ho deciso di smettere dopo l’inizio della guerra. La decisione finale è stata presa dopo la pubblicazione dell’intervista al direttore generale del museo», ha spiegato facendo riferimento a un controverso articolo pubblicato a giugno sulla Rossiiskaya Gazeta, organo di stampa ufficiale del governo russo, in cui il direttore dell’Hermitage, Mikhail Piotrovsky, in reazione alla campagna di ostracismo perpetrata in molti Stati europei contro la cultura russa, si esprimeva in termini fin troppo bellici: «Le nostre recenti mostre all’estero sono una forte offensiva culturale. Una sorta di “operazione speciale”, che a molti non piace».

Nel suo post su Instagram, Ozerkov ha specificato di non aver condotto alcuna attività museale da marzo, dopo aver consegnato la collezione di stampe di cui era direttamente responsabile. «Nel 2006, quando il Dipartimento di Arte Contemporanea è stato ideato dal direttore generale, è stato visto come una nuova parte integrante del museo, in grado di far rivivere la vecchia collezione e darle nuovi vettori di sviluppo e interpretazione, dando all’arte classica un nuovo modo di parlare. È stato un progetto ambizioso e potente che ha influenzato l’immagine e ha plasmato lo status del museo. Si è costruito sul dialogo e sul rispetto reciproco per lingue e paesi, nazionalità e religioni, storia e modernità», continua Ozerokv, che nel frattempo ha lasciato la Russia.

Storico dell’arte e filosofo, nel 2007 Ozerkov curò la mostra “USA Today”: una selezione volutamente provocatoria di artisti contemporanei statunitensi con opere provenienti dalla collezione di Charles Saatchi. Anche in Italia è molto conosciuto: nel 2011 ha curato l’omaggio a Dimitry Prigov per la 54ma Biennale d’arte di Venezia, nel 2017 è stato tra i curatori di “Glass and Bone Sculptures 1977-2017”, mostra di Jan Fabre e tra glieventi collaterali della 57ma Biennale. Sempre nella città lagunare ha inoltre curato la mostra “Futuruins”, a Palazzo Fortuny, nel 2019. Nel 2018 è stato anche Visiting Director del Museo Marino Marini di Firenze, curandone la programmazione per 12 mesi.

«Dopo che la Russia ha inviato le sue truppe in Ucraina, il dialogo e il rispetto hanno cessato di significare qualcosa in Russia, la notizia è stata sostituita da una propaganda che non dice nulla sulle forze armate russe accusate di numerosi crimini contro la popolazione civile», conclude l’ormai ex direttore, che non è la figura di primo piano nel settore della cultura russa a dimettersi a seguito della guerra. A febbraio, il Garage Museum of Contemporary Art di Mosca decise di chiudere le porte, a marzo fu lo storico vicedirettore del Museo Pushkin, Vladimir Opredelenov, a lasciare il suo incarico, così come il direttore artistico della VAC Foundation di Mosca, l’italiano Francesco Manacorda.

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