02 agosto 2023

La società dietro le mostre immersive di Van Gogh e Frida Kahlo è in bancarotta

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La Lighthouse Immersive, società con sede a Toronto e responsabile dell’organizzazione delle mostre immersive più visitate di Van Gogh e Frida Kahlo, ha presentato istanza di fallimento

Immersive Van Gogh. Ph. Ben Davis

Dietro le mostre immersive di Frida Kahlo, Gustav Klimt, Claude Monet e, naturalmente, Vincent van Gogh, c’è un solo nome: Lighthouse Immersive. In considerazione dell’enorme successo di queste mostre, esportate in tutto il mondo e sempre registrando grandi numeri al botteghino, oltre che provocando storture di naso ai puristi, si potrebbe pensare che la società con sede a Toronto navighi nell’oro. E invece no. Il 28 luglio Lighthouse Immersive ha presentato istanza di fallimento negli Stati Uniti, secondo quanto riferito da Bloomberg. L’istanza sarebbe una strategia per proteggere i beni statunitensi della società durante le procedure di insolvenza in Ontario.

Lo spettacolo di punta, Immersive Van Gogh, è stato progettato da Massimiliano Siccardi con colonna sonora originale del compositore Luca Longobardi. La mostra immersiva è stata esposta a New York, Parigi, Chicago e Toronto e solo negli Stati Uniti ha venduto 5 milioni di biglietti. La tappa parigina, all’Atelier des Lumières, ha fatto la sua comparsa addirittura su Netflix, nella fortunata serie Emily In Paris

Il successo dell’operazione ha generato moltissimi imitatori, desiderosi di allestire mostre facilmente replicabili, con premi assicurativi decisamente bassi rispetto a quelli delle opere delle mostre d’arte tradizionali, che includono tele “reali” di alto valore. Senza considerare da un lato la possibilità di tenere alto il pezzo dei biglietti, dall’altro il basso costo dell’utilizzo di immagini diventate di pubblico dominio.

«Ho sperimentato l’arte nelle gallerie fin dall’infanzia e la presentazione è rimasta più o meno la stessa: dipinti sui muri con etichette», dichiarava nel 2022 Corey Ross, co-fondatore di Lighthouse Immersive. «Il pubblico è estremamente curioso di sperimentare un nuovo genere, e una volta che hanno visto quanto è fatto bene lo adorano». Ma negli ultimi due anni la domanda di mostre immersive di opere d’arte digitali, per quanto di autori amatissimi dal grande pubblico, sembra essere diminuita, forse proprio a causa di un’eccessiva saturazione del mercato. A giugno, la compagnia ha cancellato vari spettacoli a Houston e Atlanta, senza fornire alcun motivo. Ma gli irriducibili appassionati potranno lanciarsi ancora per qualche mese nell’esperienza Immersive Van Gogh, che è ancora in mostra a Las Vegas, Detroit, Toronto e Chicago, qui poi in un’accoppiata davvero unica, insieme a Mozart Immersive.

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