22 ottobre 2019

L’Accademia di Roma in bilico, tra ballottaggi e ricorsi

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Tra poco sapremo il nome del direttore dell’Accademia di Belle Arti di Roma ma un ricorso potrebbe rimettere tutto in discussione. Facciamo chiarezza con il consigliere Gabriele Simongini

Questa sera, verso le ore 19, si saprà il nome del nuovo direttore dell’Accademia di Belle Arti di Roma. In ballottaggio ci sono Marco Bussagli e Andrea Lelario. Ma è pendente un ricorso al TAR. Se il ricorso dovesse essere accolto, nel prossimo mese di novembre si rimetterà tutto in discussione. Per capirne di più abbiamo intervistato il consigliere accademico Gabriele Simongini. Siamo pronti, tuttavia, a ospitare sulle nostre pagine anche le argomentazioni degli attuali ricorrenti presso la giustizia amministrativa.

Prima di parlare del prossimo futuro dell’Accademia, qual è un bilancio a fine mandato della direzione ormai conclusa di Tiziana D’Acchille?

«I sei anni, suddivisi in due mandati non ulteriormente rinnovabili, della direzione di Tiziana D’Acchille hanno rappresentato una sorta di “età dell’oro” per la nostra Accademia, storica istituzione dell’alta formazione artistica. Ci siamo aperti alla città e al contesto culturale nazionale ed internazionale come mai era avvenuto prima. Iniziamo da due conquiste recenti. Finalmente, dopo molti anni di attesa, si è sbloccata una settimana fa la questione della consegna dei locali di Campo Boario da parte dell’amministrazione capitolina. Ci sono i fondi per i lavori di adeguamento e i nuovi spazi ci permetteranno di fare un ulteriore salto di qualità. Inoltre, il riconoscimento universitario che aspettiamo da vent’anni in Italia ci è ora arrivato dall’Europa: siamo stati riconosciuti come università europea di eccellenza, vincitrice del bando “European Universities” in consorzio con Dresda, Riga e Budapest. E come dimenticare il boom di iscrizioni? Siamo passati dai 1.700 studenti del 2013 ai quasi 4.000 di quest’anno. È stato inoltre ottenuto il certificato di prevenzione incendi che hanno pochissimi edifici storici. Dal punto di vista culturale, ha avuto un grande riscontro la serie “Incontri in Accademia” con insigni personalità dell’arte e della cultura, è stata attuata una convenzione con l’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte per l’uso delle aule di Palazzo Venezia e per la partecipazione sperimentale dei nostri studenti agli scavi nei siti archeologici, cosa mai avvenuta prima d’ora. È stata riallestita una prestigiosa sala espositiva, la Colleoni, per mostre di arte contemporanea e di scambio con istituzioni artistiche internazionali. Per la prima volta sono state promosse e finanziate pubblicazioni di saggi critici e di ricerca dei nostri docenti. Abbiamo progettato e realizzato mostre in tanti musei (una come esempio: la grande retrospettiva per il centenario della nascita di Toti Scialoja in collaborazione con il MACRO di Roma), laboratori didattici nei musei romani, la comunicazione museale della GAM di via Crispi. Straordinaria è stata la collaborazione dei nostri studenti con Tevereterno e William Kentridge per la realizzazione di “Triumphs and Laments”, per non parlare della convenzione firmata con il Corpo forestale dell’Arma dei Carabinieri per il rinnovamento di tutta la comunicazione e le illustrazioni botaniche e faunistiche di tutti i parchi d’Italia. Abbiamo realizzato Master di alto livello con l’Università di Tor Vergata e con la Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale. Di grande rilievo sociale sono anche i progetti fatti con ospedali come l’IFO di Roma e il Policlinico Gemelli per il riallestimento in chiave artistica dei padiglioni dove sono ricoverati i pazienti oncologici».

Qual è la situazione attuale?

«Purtroppo questo lavoro straordinario corre il rischio di essere messo in crisi dalla situazione di conflittualità interna ad una parte del corpo docente che si sta manifestando in occasione delle elezioni per la nomina del nuovo direttore. Una docente di seconda fascia ha preteso di candidarsi nonostante la normativa vigente lo impedisca, visto che sono candidabili alla Direzione solo i docenti di prima fascia. Questo principio è stato ribadito da una sentenza del supremo organo di giustizia amministrativa, il Consiglio di Stato e da diversi TAR, oltre che da un recentissimo e perentorio parere del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. L’esclusione legittima di questa candidata decisa dalla Commissione elettorale è stata strumentalizzata e unita alle rivendicazioni dei docenti di seconda fascia che da molti anni attendono la possibilità di un passaggio in prima fascia, che può decidere solo il MIUR. Sono state così messe in campo una protesta e una mobilitazione, sostenute strumentalmente da un solo sindacato, che andrebbero invece rivolte per competenza al MIUR per la questione della progressione della seconda fascia, visto che l’attuale direzione ha fatto semplicemente rispettare la legge».

Che cosa succederà oggi?

«Al di là di tutte le polemiche pretestuose, la nostra Accademia attende questa sera un nuovo direttore capace di portare avanti il lavoro straordinario svolto in questi ultimi sei anni, con obiettivi sempre più ambiziosi».

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