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Tra gli artisti più influenti al mondo, autorevole figura nel panorama culturale francese, Claude Leveque si trova al centro di una indagine per stupro e violenza sessuale su minori di 15 anni. L’accusa è scattata dopo la denuncia di un altro artista, lo scultore Laurent Faulon, che sostiene di essere stato violentato dall’artista all’età di dieci anni. Le accuse sono state prontamente smentite dall’avvocato di Leveque, Emmanuel Pierrat. Ma Faulon ha puntato il dito contro tutto l’ambiente artistico francese, reo di aver conosciuto da sempre gli atti di violenza ma di averli coperti o, quantomeno, di aver fatto finta di non vedere.
Ma adesso che gli altarini stanno per essere scoperti, cadono i primi pezzi. Kamel Mennour, la sua galleria di riferimento una delle più importanti in tutto il mondo, presente in tutte le maggiori fiere, con artisti come Neil Beloufa, Hicham Berrada, Daniel Buren, Alfredo Jaar, Ugo Rondinone e Pier Paolo Calzolari, ha già fatto sapere di aver interrotto i rapporti con Leveque. «In seguito all’annuncio dell’apertura di un’indagine preliminare condotta dalla Procura di Bobigny nei confronti di Claude Leveque e al fine di consentire all’autorità giudiziaria di svolgere le indagini necessarie, Claude Leveque ha deciso di sospendere la sua collaborazione con la galleria kamel mennour, che prende atto», si legge in un post su Facebook.

Nato il 27 febbraio 1953 e laureatosi all’École des Beaux-Arts di Bourges, Claude Leveque è conosciuto soprattutto per le sue installazioni ambientali site specific al neon, come quella realizzata nell’aprile 2014 per la piramide del Louvre. Nel 2009, ha rappresentato la Francia alla 53ma Biennale di Venezia, un suo arazzo fa parte della collezione d’arte contemporanea esposta nel Palazzo dell’Eliseo. Recentemente ha realizzato una grande opera luminosa per i 30 anni dell’Opéra Bastille.
Le accuse a Claude Leveque: la difesa smentisce
Le Monde ha rivelato che la Procura della Repubblica di Bobigny, una città nella periferia di Parigi, ha aperto un’indagine su Claude Leveque a seguito di una lettera inviata da Faulon già a febbraio 2019, per informare le autorità degli episodi di violenza sessuale che sostiene di aver subito tra i 10 ei 17 anni. Nella sua dichiarazione, rilasciata agli inquirenti il 16 gennaio 2020, Faulon ha spiegato come Leveque avesse circuito la sua famiglia di origini modeste, grazie alla promessa di un futuro nel bel mondo dell’arte, per violentare anche i due fratelli.
Gli episodi raccontati da Faulon risalgono all’agosto del 1979 ma il sospetto è che Leveque, che ora ha 67 anni, abbia continuano nel tempo a perpetrare i suoi abusi sui minori. Faulon ha spiegato di aver preso coraggio per sporgere la denuncia nel 2017, parlando con la curatrice di una mostra a Ginevra che gli aveva che Lévêque stava sostenendo la ricerca del suo giovane figlio.
La linea della difesa, però, tende a smentire fermamente le «Dichiarazioni diffamatorie e calunniose» di Faulon. La Procura ha però ricevuto un’altra email dalla gallerista Julie Faitot e dal suo compagno, l’artista Jonathan Loppin, un vecchio amico di Leveque, in cui i due comunicano i loro dubbi sul comportamento tenuto da Leveque con un ragazzo di 13 anni, durante la notte di Capodanno del 2013.
In attesa del processo che stabilirà la verità su questo caso specifico, di certo non è la prima volta che episodi del genere capitano. Già in diverse occasioni, purtroppo, abbiamo scritto di diversi casi di sexual harrassment che hanno fatto tremare le fondamenta del sistema dell’arte contemporanea.
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