19 gennaio 2023

L’artista Maya Lin vince l’Annual Crystal Award del World Economic Forum di Davos

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Artista e architetta, autrice dell'iconico Vietnam Veterans Memorial di Washington DC, Maya Lin è tra i vincitori dell’Annual Crystal Award, il riconoscimento attribuito dal World Economic Forum di Davos

Portrait of Maya Lin. Image: Alyssa C. Thiel, courtesy PUAM
Portrait of Maya Lin. Image: Alyssa C. Thiel, courtesy PUAM

C’è anche l’artista e architetta statunitense Maya Lin tra i vincitori della 29ma edizione dell’Annual Crystal Award, il riconoscimento attribuito nell’ambito del World Economic Forum di Davos ai personaggi della cultura più influenti al mondo e in grado di esercitare un determinante impatto positivo sulla società. Oltra a Maya Lin, sono stati premiati anche l’acclamata soprano e sostenitrice delle arti Renée Fleming e gli attori e filantropi Idris Elba e Sabrina Dhowre Elba. La premiazione si è tenuta durante la sessione di apertura dell’incontro annuale del Forum 2023 a Davos-Klosters, in Svizzera, la sera del 16 gennaio.

Nata nel 1959, Lin ha ricevuto il Crystal Award 2023 «Per il suo straordinario talento creativo nel combinare scienza, arte e architettura e per la sua leadership esemplare nella promozione della natura e dell’ambiente», si legge nella motivazione. «Lin ha creato una straordinaria carriera interdisciplinare attraverso le sue acclamate opere artistiche e architettoniche, mettendo in mostra il design sostenibile e sottolineando un legame più forte con la terra e la natura».

Dalla sua prima opera pubblica, il Vietnam Veterans Memorial a Washington DC, Lin si è impegnata a focalizzare l’attenzione sui temi chiave del nostro tempo: i diritti delle donne, i diritti civili, la storia dei nativi americani e la crisi climatica. Nel 2016, dopo aver assegnato a Lin la Medaglia Presidenziale della Libertà, il presidente Barack Obama ha affermato che il suo Vietnam Veterans Memorial di Washington, inaugurato il 13 novembre 1982, «Ha cambiato il modo in cui pensiamo al sacrificio, al patriottismo e a noi stessi».

Vietnam Veterans Memorial a Washington DC

Lin vinse il concorso pubblico per la progettazione di un memorial dedicato alle vittime del Vietnam nel 1981, quando aveva solo 21 anni ed era ancora una studentessa universitaria. Per il progetto, Lin ideò un muro di granito a forma di V, con i due lati rivolti verso i monumenti di Abraham Lincoln e di George Washington, sul quale incidere i nomi dei caduti di guerra. La forma particolare vuole ricordare una voragine o una ferita nella terra, a rappresentare simbolicamente la vacuità interiore provocata dalla tragica perdita di tantissime vite umane.

Dopo una seri di lavori sul tema dell’ambiente e della sostenibilità, l’ultimo memoriale di Lin, What is Missing?, è di natura sperimentale e multidisciplinare. Il progetto esiste sia nella forma di sculture permanenti che come mostre multimediali temporanee, oltre che come sito web, whatismissing.org, che funge da nesso per l’intera operazione. In questo lavoro, Lin mette in dialogo arte e scienza per focalizzare l’attenzione su specie e luoghi che si sono estinti o che molto probabilmente scompariranno nel corso della nostra vita, sottolineando al contempo che, proteggendo e ripristinando gli habitat e riformando le nostre pratiche di utilizzo del suolo, potremmo ridurre significativamente le emissioni e proteggere la biodiversità.

Inoltre, dal 20 gennaio all’11 marzo 2023 presso la sede di Seoul di Pace Gallery, sarà presentata “Nature Knows No Boundaries”, una mostra che riunisce nuove e recenti installazioni e sculture emblematiche della ricerca dell’artista, concentrandosi, in particolare sull’indagine di lunga data sull’acqua e sull’attivismo ambientale. «L’arte, a volte, può presentare nuovi modi di vedere il nostro mondo che ci fanno fermare, meravigliare e preoccuparci. Può aiutarci a ripensare ai problemi che affrontiamo e, così facendo, può aiutarci a immaginare possibili e plausibili percorsi da seguire», ha dichiarato Maya Lin, commentando l’attribuzione dell’Annual Crystal Award.

Una frase che sembra però trovare un contrappunto nelle dichiarazioni di Greta Thunberg. Secondo la giovane attivista, intervenuta proprio in queste ore nel corso di una manifestazione parallela, il Forum di Davos sarebbe composto proprio dalle «Persone che più stanno alimentando la distruzione del pianeta».

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