10 febbraio 2023

Le più iconiche scenografie del Festival di Sanremo nella storia della tv italiana

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Prima il Salone e poi il Teatro. Storia di uno dei palchi più famosi della tv italiana

Ogni anno, a febbraio, c’è un solo palcoscenico che entra nelle case di tutti gli italiani, ed è quello di Sanremo. Ripercorriamo insieme storia e stile delle scenografie disegnate per il Festival della Canzone Italiana.

Dal 1951 (anno della prima edizione) fino al 1976, il Festival era ospitato nel Salone delle Feste del Casinò Municipale. Dal momento che si trattava di un programma trasmesso per lo più via radio, le scenografie, a quei tempi realizzate da Lorenzo Musso, erano decorate con semplici tendaggi e composizioni di fiori. L’unico elemento grafico presente era la scritta “RAI”.

Nel ’55, con l’arrivo della tv ci fu la prima versione televisiva del Festival. Fu condotta da 27 al 29 gennaio da Armando Pizzo e Maria Teresa Ruta. Nel 1957, la scena si trasformò imitando le “stanze a tenda” della Francia napoleonica, con lunghi drappi alle spalle dei cantanti e una riproduzione, in scala, dell’edificio liberty dello stesso Casinò.

Nel 1964 fa la sua apparizione l’iconica scala centrale, uno degli elementi chiave della scenografia del festival. Iconico e indimenticabile, però, è l’allestimento del ’67, con una scenografia optical ispirata alla Pop Art in cui le quinte erano costituite da un susseguirsi di pannelli rosa traforati, le cui trasparenze creavano interessanti giochi di luce.

Nel 1977 Sanremo trasloca all’Ariston. Per l’occasione, gli scenografi Roberto Anelli-Monti e Rino Ceriolo puntano sui colori e sul contrasto cromatico, proponendo una scenografia destinata a rimanere nella memoria di molti telespettatori. Nel 1979 Gianfrancesco Ramacci realizza anche uno sfondo decò-liberty, bianco con delle grandi “S” variopinte e file di lampadine decorano la scena in stile Luna Park.

Gli anni ’80 di Sanremo sono segnati dalle scenografie realizzate da Enzo Somigli (1981 – 1984) ispirate al mondo della disco, tra specchi e scale luminose. Nel 1985 lo scenografo  Luigi Dell’Aglio accosta dei neon blu a contorno del varco da cui parte la scala. Da ricordare il Festival del 1987, quando la famosa scalinata, già protagonista, invade tutto il palco.

Arriviamo agli anni ’90, quelli del regno di Pippo Baudo, in cui i palchi iniziano a diventare sempre più complessi. Come quello del ’92 con la grande vetrata colorata in stile art-decò o quello dell’edizione del ’94 caratterizzato da un enorme mazzo di fiori, entrambi a firma Gaetano Castelli.

Gli anni 2000, sono segnati dalla sperimentazione e dalle innovazioni tecnologiche: dalla scenografia mobile del 2007 del già citato Castelli, agli schermi luminosi modulari alti 7 metri del 2009. Nel 2010, in occasione del sessantesimo anniversario di Sanremo, un’ascensore sostituì l’iconica scalinata, assente anche nel 2011. Nel 2013 si è anche provato a motorizzarla, ma negli anni successivi non si è mai ripetuto l’esperimento.

Ed è sempre Castelli, insieme alla figlia Maria Chiara, a firmare la scenografia di quest’anno, in cui tornano le principali caratteristiche dei lavori dello scenografo che vanta una lunga collaborazione con il festival: gli elementi ‘futuristici’, le superfici concentriche e l’assenza di spigoli.

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