24 marzo 2020

Miuccia Prada e Luca Guadagnino celebrano Milano su Vanity Fair

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Sull’ultimo numero di Vanity Fair, distribuito gratuitamente in Lombardia, gli interventi di Miuccia Prada, Luca Guadagnino e altri creativi, per ricordare Milano com’era e immaginare come sarà

Miuccia Prada e Luca Guadagnino rendono omaggio a Milano, assieme a 62 creativi, sul nuovo numero di Vanity Fair, disponibile gratuitamente in città e in tutta la regione Lombardia, come tutte le pubblicazioni Condè Nast.

Miuccia Prada classe 1948, nipote di Mario Prada, insieme al marito Patrizio Bertelli, ha guidato e trasformato Prada in una delle più blasonate case di moda del mercato internazionale, segnando da più di un secolo la vita dei milanesi. «Milano mi ha insegnato serietà ed etica» ha affermato la stilista nell’intervista sull’ultimo numero di Vanity Fair, «Il mio senso di responsabilità per il cambiamento, l’imperativo assoluto di preparare un terreno fertile per il futuro non sono solo una passione per me. Sono una delle forze più forti in questa città».

Miuccia Prada ritratta da Iona Wolff

Alla domanda relativa a quali possano essere le strategie da mettere in atto per contrastare l’emergenza virus che ha messo in ginocchio Milano, Miuccia Prada non ha avuti dubbi e ha affermato: «razionalità e serietà. Milano è una città operosa e positiva. Anche negli anni di piombo, ricordo il mio impegno politico, la vita di sempre, il lavoro che procedevano nonostante tutto. Certo, c’erano momenti in cui non potevi circolare perché le manifestazioni erano forti e magari violente. Ma era un momento così, lo accettavi e non ti fermavi a fare troppe domande. Del resto, nella mente, avevo i racconti dei miei genitori, scampati alla guerra e ai bombardamenti. E allora tutto acquisiva una prospettiva, non certo un senso, però un principio di realtà. Perché il mondo è pieno di crisi e di catastrofi anche peggiori di questo virus».

Luca Guadagnino

Luca Guadagnino, classe 1971, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico (Il suo Chiamami col tuo nome, del 2017, è stato candidato a tre Golden Globe, quattro Premi Bafta e quattro Premi Oscar, vincendone uno per la migliore sceneggiatura non originale) è arrivato a Milano nel 1987.  Il regista ha parlato, nell’ultimo numero della rivista, del suo rapporto personale con la città, riconoscendo Milano come suo luogo d’adozione, come dimora confortevole che lo accoglie «ogni giorno in modo diretto e senza ipocrisia».

La fascinazione di Guadagnino per il capoluogo lombardo è alimentata anche dalla storia dei suoi movimenti politici: «poi ci sono i capolavori architettonici del XVIII secolo, i cortili, le aree studentesche, NoLo, la fertilizzazione incrociata culturale e l’acume intellettuale. E nonostante il fatto che a Milano si possa trovare il peggior tipo di destra liberale, rimane anche un luogo di speranza radicale per la sinistra non liberale».

Una chiamata alle armi quella di Vanity Fair che, oltra gli interventi di Miuccia Prada e Guadagnino, ha visto partecipare anche la modella Bianca Balti, l’artista Maurizio Cattelan, il presidente e CEO di Gucci, Marco Bizzarri, e il cantautore Mahmood, tra gli altri.

#IosonoMilano un appello corale all’unità e alla responsabilità e alla consapevolezza a sostegno della città.

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