04 aprile 2022

Un museo di Seoul si è rifiutato di restituire le opere d’arte alla Russia

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Il Museo di Belle Arti di Ekaterinburg ha richiesto la restitizione di 75 opere, di artisti come Kandinsky e Malevich, in prestito al Sejong Center For Performance Arts di Seoul, che però ha rifiutato

Wassily Kandinsky’s Improvisation No. 217. Grey Oval (1917) from the Ekaterinburg museum of fine arts

La guerra in Ucraina continua nella sua escalation di tensione, che si riflette anche in altri settori, come quello dell’arte. Già abbiamo scritto di come il Ministero della Cultura della Russia abbia prima chiesto e poi ritrattato la restituzione delle opere delle sue collezioni pubbliche concesse in prestito ai musei italiani – da Palazzo Reale di Milano alla Fondazione Alda Fendi di Roma – in occasione di mostre temporanee. Ma la guerra è trasversale e colpisce in maniera più o meno diretta in tutto il mondo e così una richiesta simile è arrivata anche in Corea del Sud. Però il Sejong Center For Performance Arts di Seoul ha fatto sapere di non avere intenzione di restituire le 75 opere prestate da quattro musei russi, realizzate da maestri del calibro di Wassily Kandinsky, Kazimir Malevich, Alexander Rodchenko e Natalia Goncharova.

La maggior parte delle opere sono in prestito dal Museo di Belle Arti di Ekaterinburg, mentre gli altri pezzi sono provenienti dal Museo statale d’arte di Nizhny Novgorod, dal Museo d’arte Surikov di Krasnoyarsk e dal Museo d’arte dell’Estremo Oriente di Chabarovsk, in esposizione nel museo coreano per la mostra “Kandinsky, Malevich and the Russian Avant-Garde: Revolutionary Art”. Dal Museo di Ekaterinburg, però, è arrivata la richiesta ufficiale di restituzione anticipata delle opere entro il 3 aprile, a causa dell’attuale situazione politica, come ha riportato il Korea Times, che ha organizzato e promosso la mostra insieme ad Hankook Ilbo, quotidiano della stessa società editrice.

Il Sejong Center For Performance Arts è il più grande complesso artistico e culturale di Seul. La sua costruzione venne iniziata nel 1961, con la Unam Hall, ma la data dell’apertura ufficiale è il 14 aprile 1978. La struttura è stata progettata ibridando simboli tradizionali coreani ed elementi dell’architettura occidentale e prende il nome dal quarto re della dinastia Joseon, Sejong il Grande (1397 – 1450), noto per il notevole impulso che diede alla scienza e alla cultura. Oltre ad auditorium, centri congressi e sale teatrali, ospita anche tre gallerie d’arte: la Galleria Principale, la Galleria Nuova e la Gwang Hwa Moon Gallery, che faceva parte della Linea 5 della metropolitana e attualmente accoglie opere di artisti contemporanei. La mostra contesa ha aperto nel dicembre 2021, presenta una nutrita selezione di opere per raccontare l’enorme influenza esercitata dall’Avanguardia Russa sull’arte, l’architettura e il design del XX secolo, e rimarrà aperta fino al 17 aprile 2022. Ed è fino a questa data, come concordato da contratto, che le opere rimarranno in esposizione, fanno sapere dal Sejong Center.

«Rispetteremo il contratto e terremo aperta la mostra fino alla data pattuita», ha affermato un portavoce di Hankook Ilbo. Anche Kim Young-ho, professore all’Università di Chung-Ang e direttore artistico della mostra ha espresso delusione per la decisione brusca della Russia: «L’arte è trasmissione di valori umani, come la libertà, l’uguaglianza e la pace. Il lavoro di un artista è essere in prima linea negli sforzi di cambiamento e nel criticare atti che violano i valori universali, per aiutarci a vedere il mondo reale in modo diverso”, ha affermato.

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