25 aprile 2025

Itinerari di primavera: cinque castelli da visitare al Nord Italia

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Viaggio tra cinque castelli da scoprire nel Nord Italia durante i ponti di primavera: un itinerario che abbraccia i secoli, esempi di raffinatezza architettonica come testimonianza di potere e bellezza

Cinque castelli al Nord Italia
Rocca Scaligera. Crediti: © Adriano Bondoni per Ministero della Cultura

Dopo gli itinerari dedicati alla Land Art al Sud e i luoghi di San Francesco al Centro, proseguiamo il nostro volo d’uccello sulle bellezze culturali del territorio dirigendoci verso il Nord Italia: vi proponiamo cinque castelli che raccontano una parte della storia del nostro Paese, attraversando territori e di dinastie. Luoghi dove il passato si intreccia con il paesaggio, coniugando funzione difensiva e ricercatezza estetica, potere politico e vita quotidiana.

Rocca Scaligera a Sirmione – Lombardia

Cinque castelli al Nord Italia
Rocca Scaligera. Crediti: © Adriano Bondoni per Ministero della Cultura

La Rocca Scaligera di Sirmione, affacciata sul lago di Garda, rappresenta uno straordinario esempio di fortificazione lacustre, uno dei castelli più completi e meglio conservati in Italia. Edificata in epoca scaligera, la Rocca costituiva il punto di accesso al centro storico di Sirmione. Venne sicuramente edificata dopo la prima metà del Trecento, e prende il nome proprio dalla famiglia Della Scala, che dominò Verona e il suo territorio circostante a cavallo fra il tredicesimo e il quattordicesimo secolo.

La struttura, con il suo possente mastio e le torri angolari, è interamente circondata dalle acque del lago e presenta anche una darsena al proprio interno, che oggi racchiude una piccola porzione del lago e che un tempo rappresentava il luogo di rifugio per la flotta scaligera. Le mura e le possenti torri sono caratterizzate dalle merlature a corda di rondine, tipiche delle costruzioni scaligere, e sotto il mastio alto ben 47 metri, si trovavano diverse celle destinate ai prigionieri.

Cinque castelli al Nord Italia
Rocca Scaligera. Crediti: © Adriano Bondoni per Ministero della Cultura

«Come una nave di pietra ancorata alle rive del Garda, la Rocca Scaligera testimonia ancora oggi la strategica importanza di Sirmione nel controllo dei traffici lacustri medievali.» Simbolo di Sirmione e delle sue celebri acque, del castello è possibile percorrere anche il camminamento di ronda, da cui si gode una suggestiva vista sul Lago di Garda, mentre il borgo di Sirmione invita a scoprire le sue terme e le Grotte di Catullo, resti di una sontuosa villa romana.

 Castello di Torrechiara – Emilia Romagna

«Le due cinta di mura, le cortine piantate sopra un esatto quadrato, e le quattro torri disegnano insieme come una piramide ciclopica graditissima all’occhio e, di fatto, elegantissima». Queste le parole che Corrado Ricci ha usato nel 1894 per descrivere il castello di Torrechiara. L’edificio, sito in una frazione del comune di Langhirano, in provincia di Parma, è un perfetto esempio di architettura castellana cinquecentesca.

Castello di Torrechiara

Costruito tra il 1448 e il 1460 per volere del conte di San Secondo, Pier Maria Rossi, è caratterizzato da una doppia cinta muraria e quattro torri angolari. La struttura mostra l’influenza dei castelli sforzeschi-viscontei, e nasce come strumento di difesa ma anche come dimora signorile, fondendo gli elementi tipici delle strutture difensive con quelli, invece, che caratterizzano gli edifici residenziali.

Delimitato da un doppio fossato con ponti levatoi, al suo interno presenta la celebre Camera d’oro, la cui decorazione è attribuita a Benedetto Bembo e che racconta la storia d’amore tra Pier Maria e Bianca Pellegrini in un ciclo di affreschi che trasformano questo ambiente in uno dei più significativi esempi di pittura cortese del XV secolo.

Il castello domina la Val Parma, generando un perfetto connubio tra la fortificazione e il paesaggio circostante, nascondendo ambienti di rara bellezza con torri possenti e merli ghibellini. Dal cortile, che conserva quasi intatta l’impronta stilistica quattrocentesca, si accede all’oratorio di San Nicomede, con un portone originale costellato di borchie coi monogrammi di Bianca e Pier Maria; l’interno del castello è ricchissimo di sale affrescate, principalmente a temi naturalistici, fantastici e a grottesche. Al piano terreno, le decorazioni delle sale di Giove, del Pergolato, della Vittoria, del Velario sono da attribuire a Cesare Baglione, mentre la sala degli Angeli, con un forte rimando agli elementi iconografici della cupola del Correggio nel Duomo di Parma, sono invece da ascrivere ad un anonimo parmense dei primi decenni del Seicento, mentre la sala degli Stemmi è di epoca sicuramente posteriore.

Castello di Saint Pierre – Valle d’Aosta

La Valle d’osta nasconde, incastonati nei suoi boschi, centinaia di castelli: da Castel Savoia nel comune di Gressoney all’iconico Castello di Fenis, dal Castello di Aymaville sulla strada per Cogne a quello di Issogne, nel cuore dell’omonimo borgo. 

Castello di Saint Pierre

Il Castello di Saint Pierre figura tra i più antichi, vantando una storia millenaria la cui origine si colloca, secondo la testimonianza di un antico documento, agli inizi del 1911. In esso si legge di un antico maniero cinto da mura di proprietà della famiglia Sancto Petro, il cui stemma imponente è inciso nel grande camino della Sala del Trono. Nei secoli successivi, diversi passaggi di proprietà consegnarono il castello nelle mani di aristocratiche famiglie valdostane per poi rientrare nell’immenso patrimonio dei Savoia. Nel 1873 fu acquistato dal barone Emanuele Bollati il quale affidò all’architetto torinese Camillo Boggio un ambizioso progetto di restauro, conferendo al castello un aspetto tardo-ottocentesco. 

Il camminamento merlato, dalla funzione meramente decorativa, conduce lo sguardo del visitatore verso sud, dove si stagliano le vette dell’Emilius e della GrivolaNei due piani, connessi da una scala a chiocciola risalente al XVI-XVII secolo, si dispongono nove ambienti nei quali si rintracciano elementi medievali quali i portali tardo gotici ad arco carenato, bifore e trifore ornate da elementi decorativi variamente scolpiti. Dal 1985 il Castello è sede del Museo Regionale di Scienze Naturali che racconta la natura valdostana grazie all’esposizione di raccolte entomologiche, rocce, minerali, animali selvatici impagliati tra cui il gipeto, la lince, l’orso bruno e altre specie estinte. 

Castello di Miramare – Friuli-Venezia Giulia

Cinque castelli al Nord Italia
Castello di Miramare. Foto di Tibor Szabo.

Mirar el Mar. È questo il nome originale del castello, in seguito italianizzato “Miramare” poiché, nella mente dell’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo, suo proprietario, esso doveva rievocare i castelli spagnoli che sorgevano lungo coste dell’Oceano Atlantico. Ma non è solo questa la ragione che presiede la scelta del nome: l’elegante edificio si erge sulla penisola rocciosa del Grignano, affacciandosi maestoso sul Golfo di Trieste. Fu costruito in soli quattro anni, tra il 1856 e il 1860, come dimora privata di Massimiliano d’Asburgo, fratello dell’imperatore d’Austria il cui fatale destino fu segnato proprio dalla partenza dal castello, che egli lasciò per dirigersi verso il Messico, dove trovò la morte nel 1867.

Da Giosué Carducci, il quale nelle Odi Barbare inneggia alle «bianche torri attediate por lo ciel piovorno» a Umberto Saba, da Rainer Maria Rilke a Fabio Magris, che lo ritrae nei suoi versi come «Bianchissimo, su sperone di roccia strapiombo sul mare», il castello di Miramare è divenuto nel tempo un luogo letterario per il suo aspetto evocativo e per la forza poetica emanata dal suo continuo dialogo con il mare. Un gioiello a pochi chilometri da Trieste, un imperativo visitarlo se si passa per la città.

All’esterno, si presenta come un edificio massiccio in pietra bianca d’Istria, noto per il suo stile eclettico che combina, coniugandoli tra loro, i diversi stili del passato: il gotico, il medievale e il rinascimentale. Al suo interno custodisce un museo: il visitatore può addentrarsi nelle stanze di Ferdinando Massimiliano e la moglie Carlotta del Belgio, le camere per gli ospiti, le stanze in cui abitava il Duca Amedeo d’Aosta arricchita da arredi del 1930 in stile razionalista. Infine, il Parco di Miramare, un giardino maestoso, ricchissimo di specie diverse, nato contestualmente all’erezione del Castello per volere dei suoi proprietari, entrambi grandi appassionati di botanica.

Castello del Catajo – Veneto

Cinque castelli al Nord Italia
Castello del Catajo, foto dell’Archivio del Castello del Catajo

Considerato “La reggia dei Colli Euganei”, il Castello del Catajo si erge tra le distese collinari della pianura veneta, nella cittadina di Battaglia Terme, situata venti chilometri a sud di Padova. Fu costruito a partire dal XVI secolo per volere di Pio Enea I, esponente della nobile famiglia Obizzi. Secondo alcune fonti egli stesso ne fu l’ideatore sebbene il progetto venga comunemente riconosciuto all’architetto Andrea da Valle che lo ultimò nel 1570.

Dopo un significativo ampliamento tra la metà del ‘500 e il ‘600, il castello si trasformò in reggia ducale sotto la famiglia Asburgo-Este in esilio da Modena. “Ca’ del Tajo”, letteralmente “casa del taglio”, il castello dall’aspetto medievale divideva perfettamente in due i possedimenti della famiglia Obizzi.

Al complesso monumentale si accede varcando un portale in stile settecentesco che guida il visitatore verso il Cortile dei Giganti, il quale spesso accoglieva rappresentazioni teatrali, tornei e naumachie. All’ingresso si incontra la fontana dell’elefante, fatta erigere da Pio Enea II Degli Obizzi nella seconda metà del secolo XVII per sancire il legame del Catajo con l’Oriente. Alle facciate severe, ornate da merli e torri angolari, si contrappone il vivace trionfo di affreschi che si cela all’interno. Il piano nobile è infatti percorso da un intero ciclo pittorico di Giovanni Battista Zelotti, che orna ben quaranta sale interne e raffigura episodi cruciali della storia della famiglia Obizzi tra cui battaglie, alleanze e imprese eroiche.

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