28 dicembre 2017

Gabriele Basilico, Glasgow 1969

 
Gabriele Basilico, Glasgow 1969, Humboldt Books

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Il libro che vi propongo oggi è una vera “leccornia” a rilascio prolungato di piacere. Con il quale autogratificarsi. Senza rinunciare, tuttavia, a un momento di riflessione che insiste in un alveo composito: un po’ di geografia, una manciata di letteratura e d’arte q.b. (“quanto basta”, come il sale nelle ricette).
Mi riferisco a uno dei rari, preziosi titoli della Humboldt Books, giovane casa editrice specializzata in un’inedita letteratura di viaggio, di appassionanti reportage narrativi e iconografici allo stesso tempo. Per entrare in luoghi più o meno noti, con un passepartout non tanto pratico come una guida mainstream, ma nemmeno astratto al punto tale da lambire i capitoli di un romanzo d’appendice.
Come nel caso del recentissimo “Gabriele Basilico, Glasgow 1969”. Protagonista è, appunto, Gabriele Basilico (Milano, 1944-2013), ovvero uno dei più noti fotografi italiani. Laurea in architettura, si dedica da subito con continuità alla fotografia. Interessato, soprattutto, alle trasformazioni del paesaggio contemporaneo, alla forma e all’identità delle città e delle metropoli, alle periferie urbane. Da Milano a Beirut da Bolzano a Berlino.
Prima di immergersi nella lettura di “Glasgow 1969”, come viatico è bene tenere presente questa sua dichiarazione: «Ho scoperto “la lentezza dello sguardo”. Uno sguardo lento, –   scriveva Basilico – come era stato per Eugène Atget o Walker Evans, uno sguardo che mette a fuoco ogni cosa, che porta a cogliere tutti i particolari, a leggere la realtà in un modo assolutamente diretto: quindi il grande formato, il cavalletto, un ritmo rallentato, la luce così com’è, senza filtri, guardare e basta». Il volume, dopo “Iran 1970” e “Marocco 1971”, completa la trilogia “Basilico prima di Basilico” ed è accompagnato dai testi di Umberto Fiori, Pippo Ciorra e dalla testimonianza di Giovanna Calvenzi.
È un tardo pomeriggio dell’estate 1969. Periferia di Glasgow. Sopraggiungono Giovanna Calvenzi e Gabriele Basilico. Basilico imbraccia una Nikon F scattando un solo rullino. È in uno stato di grazia, ma nessuno può ancora sapere che quel rullino costituisce il suo atto di nascita come fotografo. L’atmosfera è postbellica nella zona. Quasi una zona fantasma, senza il rombo delle auto e il crepitio dei loro clacson, tra case logore, dimesse, impassibili nella loro attesa del giorno della demolizione. Il silenzio è ovunque, interrotto, a tratti, solo da un suono sorprendente in tanta desolazione. Quello di bambini allegri, eccitati dalla presenza dei due forestieri. Al ritorno a Milano, Giovanna e Gabriele sviluppano e stampano i negativi. Ed ecco che appare un ritratto più nitido di alcune bimbe fotografate. Solo ora balzano agli occhi alcuni loro dettagli: una aveva una gamba di legno, un’altra un problema a una mano. Cronaca di una storia incompiuta, che ogni lettore potrà dipanare nel proprio personale vissuto, nella memoria individuale che si fa esperienza collettiva. (Cesare Biasini Selvaggi)
 
Gabriele Basilico
Glasgow 1969
Humboldt Books
Testi: Umberto Fiori, Pippo Ciorra, Giovanna Calvenzi
Fotografie: Gabriele Basilico
72 pagine + booklet in aletta | b/n | 17 x 21 cm
Paperback | Italiano, inglese
€ 18,00
 

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