03 settembre 2019

Festival del Cinema di Venezia. Martin Eden da Leone d’Oro

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Martin Eden di Pietro Marcello è un film politico, che parla di riscatto, tradimento, e ricorda l’importanza della cultura. E convince in pieno!

Luca Marinelli in Martin Eden

Il regista casertano Pietro Marcello torna ad avvolgerci nella sua poetica irrazionale, visionaria, coinvolgente e sognante, con il film Martin Eden, in Concorso per il Leone d’Oro. Ambientato in una Napoli che fluttua temporalmente tra i primi del Novecento e gli anni Settanta dello scorso secolo. Dopo corti, documentari e lungometraggi premiati in vari festival, come Il Passaggio della linea, La bocca del lupo e Bella Perduta, il regista è stato selezionato con questo suo ultimo film che é liberamente tratto dall’omonimo romanzo, scritto nel 1909 da Jack London. Si è spesso cercato di definire lo stile cinematografico di Pietro Marcello (che lui stesso definisce “cinema alchemico dell’imprevisto e dell’imprevedibile”) e, altrettanto spesso, si è giunti alla conclusione che il regista abbia uno stile tutto suo, capace di uscire dagli schemi e dai modelli di riferimento prestabiliti e questo ultimo lavoro ne è un ulteriore esempio. Marcello, in questo film, spazia nel tempo inserendo nella stessa scena personaggi vestiti alla moda di epoche diverse o nelle tecniche, mescolando girato a vecchie foto e sequenze d’archivio, facendo trapelare in ogni fotogramma la sua visione d’insieme. 

Oltre agli attori Carlo Cecchi, Denise Sardisco e Vincenzo Nemolato, il film è interpretato magistralmente da Luca Marinelli, che riesce a portare alla luce perfettamente tutte le sfumature della personalità di Martin, un personaggio complesso che nel corso del film cambia il suo destino, il suo scopo, il suo pensiero e l’ordine delle sue nevrosi. Martin è un marinaio povero e non istruito che un giorno si trova a salvare dall’aggressione fisica di un guardiano violento il giovane Arturo, timido rampollo di una ricca e raffinata famiglia alto borghese. Quando Arturo lo porta a cena a casa e lo presenta ai suoi in senso di riconoscenza, il rozzo (ma bellissimo) marinaio s’innamora perdutamente della sorella di Arturo, Elena, colta, raffinata e snob, che, visto che anche lei nutre qualcosa per lui, comincia a spingerlo a istruirsi ed emanciparsi per essere al suo livello. Ecco che Martin, che fino ad allora aveva vissuto di lavori schiavizzanti e in tuguri orrendi soddisfatto di sé, comincia a percepire, insieme al senso di inadeguatezza, l’esigenza di emanciparsi culturalmente e socialmente, riuscendoci grazie alla propria notevole intelligenza.

Luca Marinelli in Martin Eden

Martin si appassiona alla poesia e vuole diventare scrittore. Caparbiamente lotta per diventarlo, naturalmente, ma nessuno pubblica i suoi scritti e la famiglia della bella Elena  ostacola il loro amore ormai dichiaratamente reciproco, ma socialmente molto inopportuno. Il suo modo di apprendere è vorace e si avvicina a concetti diversi, che formano il suo nuovo pensiero, ma Martin resta sempre tristemente conscio della sua condizione di inferiorità sociale. Martin legge moltissimi libri, studia e condivide le teorie evoluzioniste di Herbert Spencer e del nichilismo individualista. A un certo punto le cose cambiano, i suoi scritti vengono accettati e a poco a poco osannati, ma prima del successo, la bella Elena lo lascia quando scopre che qualcuno lo definisce socialista (la sua famiglia ovviamente è liberale).

Martin Eden è un film politico, che parla del riscatto e del tradimento della classe di appartenenza, ricordando il perenne contrasto tra ricchi e poveri, e l’importanza dell’accesso alla cultura per combattere la povertà e lo sfruttamento dei lavoratori, temi attuali e urgenti anche oggi. Martin Eden è anche un film struggente e visionario, che si conclude negli utlimi 15 minuti con un  Marinelli delirante che ricorda il teatro di Carmelo Bene, vibrante e tragico, in una pellicola girata nel formato, decisamente vintage, del 16mm (ed è adattissimo). Un film, questo di Pietro Marcello e un’interpretazione, questa di Luca Marinelli, che possono aspirare decisamente a un ruggente Leone, qui a Venezia.

In  concorso  oggi, in questa sesta giornata, anche il  film d’animazione cinese Ji Yuan Tai Qi Hao (No. 7 Cherry Lane)  del regista hongkonghese Yonfan, un interessante pellicola per appassionati del genere. Mentre  fuori concorso arriva al Lido The King di David Michod con Timothée Chalamet, Joel Edgerton, Lily-Rose Depp, Ben Mendelsohn.e Robert Pattinson. Attesi sul red carpet oggi  Alessandro Gassmann, Isabella Ragonese e Rossy de Palma, protagonisti di Mio fratello rincorre i dinosauri, il film di Stefano Cipani, che viene presentato come evento speciale alla Giornate degli Autori. Un altro film italiano è protagonista nella sezione Sconfini: Effetto Domino di Alessandro Rossetto.

Aspettando che i Leoni ruggiscano passo e chiudo.

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