07 giugno 2022

We Will Design: le sfide del presente si progettano a BASE Milano

di

Durante la Milano Design Week, negli spazi di BASE torna “We Will Design”, laboratorio per un futuro presente, tra economia circolare, riciclo creativo, co-progettazione e formazione

Rebecca Schedler, Symbiopunk

Economia circolare, biodiversità, impiego creativo delle risorse. E poi, co-progettazione della casa del futuro e nuovi approcci all’apprendimento. Sono alcuni dei temi che saranno affrontati e ampliati in occasione della seconda edizione di “We Will Design”, piattaforma laboratoriale di immaginazione e inclusione promossa da BASE durante la Milano Design Week. Fino al 12 giugno, negli spazi del centro culturale di via Bergognone, zona Tortona, si confronteranno designer provenienti da tutto il mondo e studenti, istituzioni internazionali e università, per esplorare quella parte di territorio nella quale «Le cose fanno attrito», spiegano da BASE, trovando quindi nella conflittualità e nella dicotomia una possibile terza via di creatività, se non di sopravvivenza, considerando le sfide che stiamo attraversando.

D’altra parte, la domanda che apre il magazine di We Will Design poggia su fondamenta concrete, partendo da una constatazione tanto “storiografica” che di metodo: «Come possiamo progettare un mondo migliore senza riproporre un approccio utopico?». Tra i designer e i centri di formazione che proveranno a immaginare una risposta e che si incontreranno a BASE: Abadir, Analogique, Anna Baldocchi, University of Borås, Giulio Bordonaro, Joppe Broers, Goliath Dyèvre, Thibault Dupille, Nicoletta Gomboli, Eun Hi Kyung, IED Milano, Matthieu Henry, Valentine Maurice, Adarsh Nellore, FestivalDivercity, NID, NOI Libreria, PARASITE 2.0, Johanna Reymann, Rebecca Schedler, Studio Sophia Schullan, studio.traccia, Francesca Tambussi, Tecnológico de Monterrey, Kim van den Belt.

We Will Design: le tre macroaree negli spazi di BASE

Tre i macroprogetti sviluppati da We Will Design a cura di BASE, che si articoleranno dal piano terra a salire. Negli ambienti di casaBASE, la guesthouse di BASE, troverà luogo Temporary Home, una «Residenza sui generis» per cinque giovani designer provenienti da Francia, Germania, Inghilterra e Olanda, invitati a riflettere, in particolare, sul tema dell’economia circolare. «Queste stanze offriranno una visione su diversi scenari all’avanguardia, diventando per una settimana allo stesso tempo casa e luogo di sperimentazione dei designer, che qui svilupperanno, esporranno e racconteranno i propri progetti al pubblico», spiegano da BASE. Designer e ricercatrice tedesca, Rebecca Schedler, in collaborazione con il Goethe-Institut Mailand, presenta Symbiopunk. Joppe Broers, designer olandese, con il suo progetto propone una mappatura di tutte le specie estinte a causa della rapida urbanizzazione a partire dal 1800. Goliath Dyèvre, in collaborazione con Institut français Paris ed Institut français Milano, si interroga sulla natura stessa dell’innovazione. Nicholas Rapagnani, in collaborazione con i laboratori Fast Lab della Libera Università di Bolzano ed il brand Salewa (gruppo Oberalp), riflette sul ciclo di vita delle scarpe da ginnastica. L’antropologa alimentare Eleni Michael e la designer multidisciplinare Kaajal Modi ci invitano a esplorare le culture alimentari circolari in cucina, per trasformare gli scarti alimentari provenienti dalle cucine di casaBASE.

Proseguendo il percorso al primo piano di BASE, anche per questa edizione di “We Will Design” sarà ospitata Exhibit, una grande mostra che raccoglie i lavori di designer emergenti, studi di progettazione, accademie e università, per rivolgere uno sguardo alle nuove prospettive del design. Eterogenei i progetti: Da “Malerba”, l’atlante umano di Anna Baldocchi, alla rielaborazione del macramè di ì Hi Kyung Eun, dagli “Hyperburgers” di Francesca Tambussi, alle installazioni giocose di Studio Sophia Schullan.

IPER-collettivo espone poi due opere Plastic Landscape e Micromegàsuoni. Il prima, al primo piano, è un dispositivo tattico che riflette sul tema sul riciclo, la seconda, nel cortile, è una installazione site-specific incentrata sul dialogo tra paesaggi urbani e naturali, prodotta da NAM-Not A Museum della Manifattura Tabacchi.

Nutritissima anche la presenza di istituzioni attive nel campo della formazione: il network IED presenta un lavoro inedito dedicato a dieci icone femminili del passato e del presente, “Deruta Revolution” è il progetto del NID ⎯ Nuovo Istituto di Design Perugia, a cura delle studentesse e degli studenti del corso Product Design condotto da Sara Ricciardi, “Roots, Flock, Freshly Brewed” è invece il progetto presentato da RUFA ⎯ Rome University of Fine Arts, risultato del corso di Exhibit Design, per il quale studenti e studentesse hanno aderito alla competition di Social Furniture organizzata da Particle. Molte le partecipazioni internazionali, come la Swedish School of Textile ⎯ University of Borås e l’istituto Tecnológico de Monterrey.

Cosa accadrebbe se fossero le nuove generazioni a “disegnare” il mondo? La risposta affidata a “They Will Design”, terza macro area che coinvolge studenti e studentesse tra i 18 e i 26 anni provenienti da Università, accademie e luoghi di formazione italiani e internazionali, per decostruire e ripensare il concetto di “istituzione” a partire da una dimensione immaginativa. Integrazione e Inclusione, Digitalizzazione, Diversity e Empowerment femminile, Sostenibilità ambientale e Circular economy e Generazioni a confronto, sono i temi sui quali i giovani sono stati invitati a riflettere. A loro è stata consegnata la sfida di immaginare le ISTITUZIONI FANTASTICHE, che modificano o sovvertono quelle esistenti. Marta Bracci, Nan Chen, Fiorella Costantini, Gabriel Alfaro Fregoso, Laura Haagmans, Dianhui Huang, Marianna Antonia Inuso, Giorgia Loser, Davide Marcianesi, Preethisakana Mathisekar, Ryv Mehmetaj, Carlotta Oliosi, Samuele Palladino, Alessandro Pasero, Anna Raffaghello, Nina Rikken, Ludmila Secchin, Jasleen Singh, Sven Van der Steur, Zhuaon Dai, sono i partecipanti, supportati dal collettivo di architettura PARASITE 2.0 e accompagnati da Eretic*, personalità provenienti da background diversi, come Leonardo Caffo, Rebecca Gomperts, Naomie Pieter, Jonas Staal, Florian Malzacher, Janice Deul, Marcello Cualbu.

E oltre a vedere, ci sarà anche da ascoltare – e magari ballare –, con la rassegna musicale che animerà tutte le serate di We Will Design: fino all’11 giugno, il cortile e le sale interne di BASE vedranno alternarsi più di 15 artiste e artisti provenienti dal mondo underground che presenteranno ogni sera live set e performance dal tramonto fino a tarda notte.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui