29 settembre 2005

didattica_consuntivo Laboratori Terzo Paradiso Mantova, Castello San Giorgio

 
Cos’hanno in comune una prestigiosa manifestazione letteraria, un grande artista, il dipartimento educativo di un grande museo, una casa editrice e un consorzio per il riciclaggio dell’alluminio? Durante il Festivaletteratura siamo andati a Mantova per scoprirlo. Ecco cosa è successo sul prato del castello di San Giorgio...

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Tra un incontro letterario e l’altro, il Festivaletteratura di Mantova ha ospitato, per il terzo anno consecutivo, laboratori d’arte a cura del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli. Dal 9 all’11 settembre 2005, bambini e adulti hanno disegnato, dipinto e partecipato al grande happening collettivo sul prato del Castello di San Giorgio.
Grazie al progetto, nato dalla collaborazione fra Michelangelo Pistoletto & Cittadellarte, il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli e Corraini Editore Mantova, è stato possibile elaborare il concetto della trasformazione sociale responsabile, sotteso a molte creazioni dell’artista, attraverso diverse sperimentazioni realizzate con il materiale fornito dal CIAL – Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio.
La sinergia nasce dalla contiguità tra idea e materiale, poiché “l’alluminio è riciclabile all’infinito”. Al centro dei laboratori l’idea del Terzo Paradiso, la forma simbolica elaborata da Michelangelo Pistoletto e da lui definita come la sintesi grafica dell’accoppiamento fertile tra il primo ed il secondo Paradiso. “Nel primo l’intelligenza della natura regolava totalmente la vita sulla terra. Il secondo, frutto dell’artificio, è quello sviluppato dall’intelligenza umana, che ha raggiunto nel corso degli ultimi secoli una dimensione sempre più invadente. Il Terzo Paradiso, che mira alla riconciliazione tra natura e artificio, si può realizzare solo attraverso l’assunzione della responsabilità sociale collettiva. Per la stessa sopravvivenza dell’umanità è, quindi, necessario arrivare ad uno stadio in cui l’intelligenza dell’uomo possa convivere armoniosamente con l’intelligenza della natura”.

Ogni giorno è stato chiesto ai partecipanti di rielaborare il segno proposto, che inscrive un cerchio, allusione ai cicli della rigenerazione della materia e della circolarità del tempo, all’interno del simbolo dell’infinito, per immaginare, raffigurare e apportare un contributo personale all’idea.
Ha così avuto luogo un grande happening della durata di tre giorni sul prato del Castello di San Giorgio, diventato il luogo della sperimentazione, un enorme foglio da disegno. Bambini e adulti hanno tracciato segni, dipinto, assemblato, giocato ed utilizzato un infinito numero di lattine, oltre 10.000 fogli e cordoni di alluminio riciclato, per rielaborare il potente di-segno del Terzo Paradiso fino a ottenere quattro varianti diverse.
L’operazione era finalizzata a recuperare un oggetto d’uso comune che, se abbandonato, degrada gli spazi urbani, per ribaltare l’atto di inciviltà in un’azione creativa. Al termine ogni partecipante ha portato via con sé una lattina: l’oggetto singolo, privo di marchi e di aperture, divenuto luogo dell’immaginazione come la magica lampada di Aladino, poteva custodire l’idea e quindi il segreto di ciascuno sul Terzo Paradiso.

brunella manzardo


LABORATORI TERZO PARADISO: Mantova, Festivaletteratura, 9-11 settembre 2005, a cura di Michelangelo Pistoletto & Cittadellarte, Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, in collaborazione con CIAL e Corraini Editore Mantova. Sito manifestazione www.festivaletteratura.it

[exibart]


19 Commenti

  1. …non sarà che l’essere umano, proprio quando è in procinto di sentire sempre più vicina la maledetta paura di morire, si affanna perchè il suo nome sia ricordato in tutti i modi possibili ed immaginabili perdendo ogni dignità e correndo addiriittura il rischio di mettere in discussione la sua integrità?
    Viene un momento in cui ci si deve fare da parte, godere di ciò che si è creato…
    Basta, Pistoletto, basta!

  2. caro fight, mi sa che hai proprio ragione. se in più metti che il buon michelangelo nella sua lunga carriera ha prodotti specchi a non finire, mi sembra pressocche’ scontato che abbia sviluppato una certa tendenza al narcisismo. E la sua breve intervista alla biennale di venezia (che si puo’ ascoltare sul sito biennale.tv) ne e’ la prova inconfutabile.
    un saluto
    n.

  3. Stabilito che questo è uno spazio di discussione aperta, avrei preferito leggere delle opinioni. Ritengo perciò doveroso, nonostante l’articolo sia ampiamente descrittivo, fare piccole precisazioni. L’attività svolta a Mantova da Pistoletto e da tutti noi del Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli ha coinvolto un mare di gente (bambini, famiglie, adulti, volontari) in un contesto altro, fuori dal Museo.
    Michelangelo Pistoletto, sempre presente nei tre giorni, è stato di una disponibilità assoluta nei confronti di tutti i partecipanti, con i quali ha discusso e lavorato con passione è intenzione.I temi difficili della responsabilità sociale e della salvaguardia ambientale sono stati affrontati a partire dal segno/simbolo del terzo paradiso, all’interno di una dimensione anche fortemente ludica,un grande gioco e una bella esperienza per tutti.
    Narcisismo? Credo si tratti di generosità e di volontà di costruire progetti e relazioni,di mettere al servizio della collettività ingegno e fama.
    Ma questi credo siano argomenti veramente incomprensibili, per alcuni.

  4. Certo che il senso dell’umorismo e dell’ironia sono doni ormai in via d’estinzione, rarissimi e preziosi. Che vita triste e monotona conducete. Pensate cosa rimarrebbe della grande Arte del Novecento ignorando questa importante componente. Stimo Pistoletto e sono convinto che ne riderebbe anche lui, leggendo qualche battuta sul suo lavoro. Altrimenti non sarebbe un degno testimone di quella solida generazione artistica nata, cresciuta e nutrita da una sana e dissacrante ironia. Non invidio affatto la vostra immensa e triste cultura. Come dice un gruppo di nuovi giovani comici (i Turbolenti)… e fateve ‘na risata ogni tanto…

  5. Felici di apprendere che si trattava di Humor,
    dovè sta la barzelletta ?
    Certamente alcuni commenti potranno far sorridere Michelangelo Pistoletto.
    Ciò detto a noi presenti resta la gioia di aver partecipato e la soddisfazione di aver vissuto tre giorni in Paradiso.
    Cielo terso,(nel resto dell’Italia pioveva a dirotto) prato verdissimo, tantissimi bambini
    e poi gioco, risate, fantasia, parole, colori……………………………

  6. Gentili Signore Paola e Anna, rispetto l’importante ruolo che ricoprite e la passione e la serietà con cui svolgete il vostro lavoro. Umorismo = barzelletta?! Ma che insulto per i grandi comici della storia del Cinema, Teatro e anche dell’Arte! (perché anche l’Arte ha avuto i suoi comici) Ma davvero le vostre vedute sono così ristrette? Buster Keaton raccontava barzellette?! E Tati?! Ma fatevi raccontare un po’ di vita vissuta dagli artisti come Pistoletto e i poveristi! Serate a mangiare e a bere del buon Nebbiolo o Barbera, senza prendersi troppo seriamente. Ma per voi l’arte e’ così tristemente seria?! Ma scioglietevi un po’! Il vostro e’ un atteggiamento ingessato e formale che comunque con un certo tipo di Arte non ha niente a che fare. Un po’ di sana ironia non ha mai fatto male a nessuno. Sono lieto comunque della vostra esperienza gioiosa con il grande Pistoletto, complimenti.

  7. Ma poi non si dica che a noi manca il senso dell’umorismo!!!
    Credo caro signore che la sua ostinazione sia, invece, sintomo di poca elasticità.
    Si faccia Lei una bella risata e rammenti che in questi nostri tempi in cui l’unico valore correlato all’arte sembra essere il denaro, contare sulla presenza di un grande artista internazionale del calibro di Michelangelo Pistoletto, che trova il tempo per dedicare ben tre giornate alla comunicazione di, un idea concepita come ideale, è merce rara, anzi rarissima!!!!!
    Comunque grazie per le sollecitazioni al dialogo che, se pure vivace e dissonante, rende evidente l’intenzione e la relazione.

  8. Credo che il signore tanto polemico nei confronti del grande maestro Michelangelo Pistoletto, non sia al corrente di tutto il percorso artistico che è seguito agli specchi….forse servirebbe un aggiornamento a riguardo….!!!
    Posso consigliare la lettura dei nove volumi “Progetto Arte – JOURNAL” in cui di specchi si parla ben poco…..
    Non è mai tardi per rimettersi a studiare!

  9. cara Federica da “iatlia”, ripeto per l’ultima volta. LA MIA ERA SOLO UNA BATTUTA DI SPIRITO E BASTA, TUTTO QUI, NIENTE DI SERIO NE’ DI POLEMICO, OK? Per il resto condivido il pensiero sul continuare a studiare. Mancandomi tempo e’ una cosa che mi ripropongo continuamente anche nelle mie notti insonni, prima o poi ce la faro’.
    cordialmente
    n.

  10. Questa storia che bisogna leggere nove libri per capire un’opera d’arte mi sembra una grandissima sciocchezza.
    E come giustificare lo stato che ci obbliga a diventare dei commercialisti per riuscire a compilare il modulo delle tasse!
    Se un artista è veramente interessato a fare in modo che la sua opera susciti qualcosa anche in chi non ha letto 9 libri sa benissimo come fare.
    Il resto fa parte del desiderio di allontanarsi dalla gente per salire sul gradino, sul podio, sul piedistallo.
    Un po’ come fanno i medici che continuano a parlarti con un linguaggio inutilmente tecnico solo per farti capire che loro hanno studiato e sono leggittimamente parte della loro casta. Le cose che vogliono dirti sarebbero in grado di esprimerle in italiano corrente, ma poi, che figura ci farebbero?

  11. Se non avete voglia o tempo di leggere, almeno allora andate ad ascoltare i convegni, gli incontri, i meeting sull’arte contemporanea.
    Oggi non è più solo una questione sensoriale-estetica, ma sempre più l’arte si implica nel sociale e nell’etica.
    E’ già da un pezzo che è scesa dal piedistallo, è uscita dai musei….oggi l’arte – quella vera, autentica, impegnata – la si guarda dalle finestre del museo. Ma è fuori. Uno sguardo che dal dentro del museo esce all’esterno.
    Il consiglio di leggere i nove libri era solo un suggerimento per recuperare la conoscenza di almeno dieci anni di attività in cui l’arte mostra come uscire dal museo, come scendere dal piedistallo e…se l’artista si specchia lo fa non per narcisismo ma per critica e autocritica nei confronti di una società – quella riflessa nello stesso specchio – su cui è necessario sempre e continuamente più intervenire creativamente e responsabilmente.
    Tutto qui.

  12. alla faccia… non pensavo che una battuta innocua su una parte del lavoro di Pistoletto scatenasse una cosi’ risentita reazione. calma! mai pensato di riferirmi allo specchio come metafora di altro se non alla sua specifica e materiale consistenza. nessun riferimento socio-psico-pato-logico. e’ proprio vero che non si e’ piu’ in grado di pesare con razionalita’ le frasi in questa epoca di musoni, incazzosi, presuntuosi… a ‘sto punto meglio frequentare un ignorante simpatico e di buona compagnia e berci insieme un buon bicchiere di rosso piuttosto che acculturati narcisisti privi di humor e pure permalosi…

  13. Tutto questo frenetico invio di e-mail è la chiara dimostrazione di quanto sia essenziale trovare spazi per comunicare liberamente. Grazie Exibart per la preziosa opportunità. Come già scritto (verba manent) nel primo invio questo è uno spazio aperto alle opinioni che, a mio avviso, per essere tali dovrebbero contenere contributi utili alla discussione. In tal senso la stessa dovrebbe nutrirsi di dialettica e non di fraintendimenti. Credo che Federica volesse suggerire, apportando appunto contenuti al dibattito, un possibile iter suggerendo letture utili alla conoscenza, il resto sono solo fraintendimenti. Tornando ai tre giorni di laboratori a Mantova, insisto !!!! tutto era finalizzato e alla divulgazione di un concetto che, per altro, è già ampiamente conosciuto. Si è trattato quindi, con l’artista tra la gente, di passare dalla teoria alla pratica, dall’idea all’esperienza, proprio per andare incontro a quanti normalmente sono fuori dai circuiti convenzionali. Perchè questa procedura in realtà molto semplice risulta essere così incomprensibile? Forse disturda l’idea di un evento portato nella vita delle persone, in uno spazio aperto a tutti? Perchè volendo occuparsi di educazione all’arte l’appellativo più gentile ricevuto è stato serioso/imbalsamato, invece che, generoso e appassionato, dell’arte, della cultura, del sapere, delle persone. Perchè la nozione di divertimento è strettamente correlata al fondo di una bottiglia e non alle pagine di un libro o alla condivisione di una bella esperienza collettiva, gioiosa e forse anche formativa?

  14. Tutto questo frenetico invio di e-mail è la chiara dimostrazione di quanto sia essenziale trovare spazi per comunicare liberamente. Grazie Exibart per la preziosa opportunità. Come già scritto (verba manent) nel primo invio questo è uno spazio aperto alle opinioni che, a mio avviso, per essere tali dovrebbero contenere contributi utili alla discussione. In tal senso la stessa dovrebbe nutrirsi di dialettica e non di fraintendimenti. Credo che Federica volesse suggerire, apportando appunto contenuti al dibattito, un possibile iter suggerendo letture utili alla conoscenza, il resto sono solo fraintendimenti. Tornando ai tre giorni di laboratori a Mantova, insisto !!!! tutto era finalizzato e alla divulgazione di un concetto che, per altro, è già ampiamente conosciuto. Si è trattato quindi, con l’artista tra la gente, di passare dalla teoria alla pratica, dall’idea all’esperienza, proprio per andare incontro a quanti normalmente sono fuori dai circuiti convenzionali. Perchè questa procedura in realtà molto semplice risulta essere così incomprensibile? Forse disturda l’idea di un evento portato nella vita delle persone, in uno spazio aperto a tutti? Perchè volendo occuparsi di educazione all’arte l’appellativo più gentile ricevuto è stato serioso/imbalsamato, invece che, generoso e appassionato, dell’arte, della cultura, del sapere, delle persone. Perchè la nozione di divertimento è strettamente correlata al fondo di una bottiglia e non alle pagine di un libro o alla condivisione di una bella esperienza collettiva, gioiosa e forse anche formativa?

  15. ragazze, andate a farvi curare la vostra stizzosa ed isterica acidita’. consiglio un’approfondita gastroscopia oltre che una seria cura contro l’incapacita’ di comprendere l’ilarita’. buon proseguimento con il vostro Pistoletto (che conosco piu’ di quanto immaginiate tutte e voi tre messe insieme, ma e’ meglio non vantarsi troppo, anche se sono anonimo…) ciao ciao…

  16. Intanto io ho sempre dichiarato nome e cognome, contenendo in modo civile i termini della questione, lei invece si è sempre nascosto dietro uno pseudonimo. Già questo la dice molto lunga sul suo modo di procedere e forse di pensare, poi mi piacerebbe comprendere perchè nonostante i continui richiami al dibattito culturale, i suoi argomenti appaiono sempre molto deboli e dal sapore vagamente offensivo. Ciò detto Michelangelo Pistoletto è talmente al di sopra di questo sterile(non per colpa dei suoi interlocutori) dibattito, che sicuramente sorriderà leggendo i suoi commenti. Lei conosce meglio di noi il lavoro dell’artista? Buon per lei!!. A me sembrava necessario puntalizzare e ringraziarla vivamente per l’opportunità di tener vivo lo scambio d’idee che, certamente, avrebbe potuto essere anche più fecondo. Circa l’acidità, sembrerebbe questo un connotato da ricondurre ai suoi commenti, poiché mentre lei si dilungava in insulti alle persone, otteneva in cambio risposte mirate esclusivamente a circostanziare il senso dell’esperienza. Comunque grazie ancora per le sollecitazioni e sopratutto grazie a Exibart per l’accoglienza.

  17. dilungarmi io in insulti alle persone?! con questo si e’ superato il limite della decenza e del rispetto. le mie erano solamente argomentazioni divergenti rispetto alle vostre! mi puo’ riportare per cortesia testualmente un esempio di insulto nei vostri confronti? anche uno solo, visto che e’ tutto scritto qui sotto…
    ma insulto vero! nel vero senso etimologico! non interpretazioni forzate ed adattate ad hoc. per conto mio mi sento a posto e non intendo proseguire in uteriori false e tendenziose interpretazioni delle mie ANONIME parole.
    (e per la storiella dell’anonimato o del nome e cognome rimango sino alla nausea sulle mie posizioni: e’ solo una scelta ed un diritto tollerato dalla rete).
    saluti
    n.

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