21 marzo 2023

Perugino. Rinascimento Immortale: il docufilm arriva al cinema

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Al cinema il film documentario che celebra Pietro Vannucci, detto il Perugino, a 500 anni dalla morte, uno dei pittori più amati e geniali del suo tempo. Non solo il Maestro di Raffaello

Perugino, "Annunciazione Ranieri", tempera su tavola, 55,5X42 cm, 1487-1489, Galleria Nazionale

Approda al cinema, solo dal 3 al 5 aprile, il docufilm che celebra, per la prima volta, a 500 anni dalla morte, uno dei pittori più amati e geniali del suo tempo e gli restituisce il ruolo che merita all’interno della storia dell’arte: Pietro di Cristoforo Vannucci, noto come il Perugino. Il documentario, con la partecipazione straordinaria dell’attore Marco Bocci, racconta la vita e l’opera di Perugino, partendo dal legame con la sua terra, l’Umbria, e in particolare con i paesaggi luminosi che si aprono sulle sponde del lago Trasimeno che spesso Perugino ha immortalato sullo sfondo dei suoi dipinti. Prodotto da Ballandi e diretto da Giovanni Piscaglia, il film è distribuito da Nexo Digital.

Autoritratto dall’affresco del Collegio del Cambio a Perugia

Da Castel della Pieve, un borgo immerso in quei paesaggi, Pietro Vannucci, che solo in seguito avrebbe preso l’appellativo di Perugino, comincia il suo percorso artistico che lo porterà a imporsi nelle capitali creative dell’epoca, Roma e Firenze, a contatto con maestri come Verrocchio e con colleghi come Botticelli e Leonardo da Vinci. Eppure, nonostante Perugino sia stato un artista centrale del Rinascimento, il più famoso e richiesto nel ventennio che va dal 1480 al 1500, la sua fama si è via via spenta con lo scorrere dei secoli, fino a giungere ai giorni nostri sbiadita e priva del suo reale valore.

Perugino, Consegna delle chiavi, Cappella Sistina

Perché questo è avvenuto? Molto ha inciso l’ombra che su di lui hanno gettato gli artisti della nuova maniera e, in particolare, Raffaello. Infatti, il Perugino è spesso citato e conosciuto solo come maestro del pittore urbinate. Ma al di là dei meriti del Sanzio, gran parte della sfortuna critica del Perugino si deve anche a Giorgio Vasari, il biografo degli artisti che, nelle sue “Vite”, relega il Perugino a figura di secondo livello e lo descrive con toni dispregiativi riportando aneddoti e tratti del carattere negativi.

Questo docu-film prova a smentire Vasari, portando allo spettatore prove e documenti, ascoltando le voci dei maggiori studiosi e storici dell’arte, analizzando le opere nel dettaglio, cercando una verità diversa da quella giunta fino ai giorni nostri. Grazie a riprese suggestive e all’intervento di esperti come il Direttore Galleria Nazionale dell’Umbria Marco Pierini, il Direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze Eike Schmidt, la professoressa di Storia dell’architettura presso l’Università di Firenze Emanuela Ferretti, il Geografo all’Università di Bologna Franco Farinelli, la storica dell’arte della Galleria Nazionale dell’Umbria Veruska Picchiarelli, lo storico Franco Cardini, il coreografo e ballerino Virgilio Sieni, “Perugino. Rinascimento Immortale” metterà in luce le peculiarità dell’artista e il suo ruolo fondamentale all’interno della storia del Rinascimento.

Perugino, Sposalizio della Vergine, dipinto a olio su tavola, 234×186 cm, 1501-1504, Musée des Beaux-Arts di Caen, Francia

Seguendo le orme di Perugino, il docufilm ci porta, dalle poltrone del cinema, in un lungo viaggio attraverso l’Italia, alla scoperta dei grandi capolavori: dagli affreschi della Cappella Sistina alle due sale a lui interamente dedicate alla Galleria Nazionale dell’Umbria, dal Collegio del Cambio all’Archivio di Stato di Perugia, dalla Biblioteca Augusta alla Cappella San Severo a Cerqueto, e ancora l’Oratorio di Santa Maria dei Bianchi e la Cattedrale dei Santi Gervasio e Protasio Città della Pieve, la Chiesa San Sebastiano a Panicale, la Chiesa di Santa Maria dell’Annunziata, la Galleria Palatina, gli Uffizi, Museo Galileo Galilei, Cenacolo del Fuligno, Liceo Michelangiolo, Archivio di Stato di Firenze, Biblioteca San Marco a Firenze e la Pinacoteca di Bologna.

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