11 ottobre 2001

exibinterviste ai fotografi David LaChapelle

 
In occasione dell'antologica in corso alla galleria Carla Sozzani di Milano, che illustra con centotrenta fotografie il lavoro fotografico degli ultimi anni, David LaChapelle si racconta ai ‘microfoni’ di Exibart...

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Le tue foto possono essere viste come una forma estrema di divertimento. Qual è secondo te il limite tra la libertà di divertirsi e la libertà di sognare?
Questo è vero ed è giusto, le mie foto sono una forma estrema di divertimento e anche di libertà. Penso che le mie pitture fotografiche giochino un ruolo importante per poter essere liberi di fuggire; in realtà, secondo me, la libertà di fuga rappresenta un modo per fuggire dalla realtà. Quello che cerco è esattamente questo, che le mie fotografie siano divertenti, strane, curiose e brillanti sul piano visivo. Mi pare che i miei lavori risentano anche dell’elettricità visiva e della vitalità della città in cui vivo. Credo che possa essere molto interessante abitare a New York; essa è una parte importante dell’America che ognuno dovrebbe vedere e vivere proprio perché con i colori e le luci che trasmette riesce ad essere estremamente eccitante.

Le tue foto sono una rappresentazione surreale delle realtà. Pensi che la gente percepisca le realtà nel tuo stesso modo?
Sì, penso che la gente scappi dalla realtà almeno due volte in un giorno; trovo che le mie fotografie siano una fuga dalla realtà per farla finita con un tempo crudele; esse rispecchiano un modo di sentire di molte persone che lavorano per fuggire da un luogo di nascita maledetto o da una situazione che percepiscono come ingombrante; le mie foto rappresentano quindi un modo per essere svincolati da tutto questo.

Quanto le tue foto sono influenzate dal teatro, in particolare dal teatro dei sogni?
Io amo mostrare le melodie, gli accordi, e penso che il teatro sia una forma di armonia. Mi piace il dramma, e penso che il teatro e il dramma vadano di pari passo: “il teatro è dramma e il dramma è teatro”. Anche la mia visione della moda, con immagini lampo, è al tempo molto forte, ricca di umore e di dinamismo; per questa ragione mescolo contemporaneamente uno stile molto grafico con una visione scenica che si può identificare con l’energia espressa sul palcoscenico.
David LaChapelle
Spesso le tue foto descrivono, con immagini trash e colori accecanti, sesso, pornografia, orgasmi, come gioia di vivere. In che senso?
Le mie foto mettono in rilievo la gioia di vivere e ciò che c’è di gioioso nella vita. Ciò che amo di più nella vita è il colore, il sesso, un’abbuffata, il trash, il ridere. Amo anche la tranquillità e la pace, ma i miei momenti preferiti nella vita sono scoppiare a ridere e un bel orgasmo, a volontà. Le mie illustrazioni fotografie non sono però una forma di sfruttamento dei partecipanti. La gente delle mie fotografie è responsabile del proprio destino, è gente forte e non viene sfruttata. Ci sono cose di questo genere nel mondo, cose cattive come queste. I personaggi delle mie fotografie rappresentano piuttosto un mondo di fantasie; le mie foto non sono né un reportage né un documentario in tempo reale, sono piuttosto una celebrazione e hanno questa funzione. Con esse esprimo perciò un certo significato dello scorrere del tempo, un’altra ragione per fuggire da qualche parte; le mie immagini parlano degli aspetti della vita delle persone di oggi e sono una risposta alle loro depressioni.


Qual’è la tua posizione nei confronti del realismo fotografico?
Sento di non averci nulla a che fare e quindi non ritengo di essere obbligato ad essere realista; le persone sono già così ben realiste che non ne avrebbero bisogno. Mi sento perciò libero di esplorare altre idee. Le mie foto sono in reazione contro questo pseudo realismo tanto in voga presso i fotografi di moda, sono più oneste Non voglio imitare Nam Goldin oppure Larry Clark. Preferisco creare dei sogni, fuggire la realtà. Esse si presentano come il prodotto della mia immaginazione e non come delle istantanee. Utilizzo poco il computer. Confesso che mi diverte di più costruire gli oggetti piuttosto che integrarli con dei trucchi informatici. Ottengo i colori vivi delle mie foto con la stampa tradizionale. Ho passato molto tempo a sviluppare delle tecniche che mi hanno permesso di ottenere i colori che desideravo durante lo sviluppo e la stampa.

Quali sono i tuoi progetti circa il futuro?
Io guardo alla bellezza che sta nelle cose e cerco di scoprirne gli aspetti ironici; provo a creare impronte che siano divertenti; con le mie fotografie mi sento artefice di un commento alla bellezza. Mi piacerebbe però fare anche delle storie di lunga durata; da questo punto di vista il cinema è una strada per raccontare storie, ma lo è anche la fotografia; personalmente sono interessato a sperimentare sia in un senso che in un altro; spero quindi di avere qualche idea per fare del cinema, da solo, ma non immagino però di poterlo fare adesso anche se vorrei cambiare. In ogni caso le mie fotografie sono già una grandiosa opportunità di cambiare via, un modo diverso di sentire lo stile fotografico.

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Tullio Pacifici



Bio
David LaChapelle è nato in Cunnecticut nel 1968. Conseguito il diploma della ‘North Carolina School of Arts’, lascia la cittadina natale e parte per New York all’avventura. Non ha nemmeno vent’anni, tanta voglia di realizzarsi e tanta curiosità, sostenute dalla fortuna. Conosce Andy Warhol, rimane affascinato dalla Pop Art e decide che il suo destino è la fotografia. Pubblica il suo primo lavoro su Interview, la prestigiosa rivista fondata da Warhol. David LaChapelle vive e lavora tra New York e Los Angeles.
David LaChapelle ha fotografato numerose stars del cinema e delle musica, da Madonna a Leonardo di Caprio, da Uma Thurman a Elton John. Collabora regolarmente con le riviste: i-D, Arena, The New York Time Magazine, Rolling Stones, The London Sunday Times e Vanity Fair. Nel 1995 è stato riconosciuto come miglior fotografo dell’anno dalle riviste Photo (edizione francese) e American Photo. Nel 1998 ha ricevuto il prestigioso riconoscimento di Life ‘Alfred Eisenstadt Awards’ per aver sviluppato il più interessante stile fotografico dell’anno. Nel 1996 pubblica il libro “LaChapelle Land” e nel 1999 “Hotel LaChapelle”, entrambi nati da una selezione dei suoi lavori. Negli ultimi anni LaChapelle ha realizzato, come regista, alcuni video musicali, tra cui “Natural Blues” dell’artista Moby, che ha vinto il premio come migliore video dell’anno agli MTV Europe Music Award 2000.




Informazioni
Fino al 4/XI/2001
David La Chapelle: Fotografie
Galleria Carla Sozzani
Corso Como 10 – Milano
Tel. 02.653531 – fax. 02.6592015
e-mail: info@galleriacarlasozzani.com
Orari Galleria
Lunedì: 15.30-19.30
Martedì,Venerdì, Sabato, Domenica: 10.30-19.30
Mercoledì e Giovedì: 10.30-21.00
Il libro Hotel LaChapelle è in vendita presso lo spazio libreria della Galleria
£ 150.000 / Euro 76.69
Come raggiungere la galleria
MM verde: fermata Stazione Garibaldi
Tram 33: fermata Stazione Garibaldi


[exibart]

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