05 febbraio 2022

Da CAMERA agli spazi indipendenti di Torino: quattro mostre fotografiche

di

Almanac Inn, Cripta747, Mucho Mas e Recontemporary sono gli spazi indipendenti di Torino coinvolti per ospitare quattro mostre fotografiche promosse da CAMERA

Silvia Rosi, 2019, Self Portrait as My Mother in School Uniform

Metti una serie di progetti dedicati a giovani autori talentuosi, esposti in spazi indipendenti e promossi con il supporto di un’istituzione altamente specializzata nel settore. Può succedere a Torino, dove la collaborazione è spesso di casa e si estende anche in maniera trasversale. Questa volta, a partire dal supporto di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, quattro sono le mostre aperte, a delineare una mappa cittadina della fotografia contemporanea: “A Study On Waitressing” di Eleonora Agostini da Almanac Inn, “Non c’è quiete dopo la tempesta” di Matteo De Mayda da CRIPTA747, “Lessico Familiare” di Silvia Rosi da Recontemporary, “Diachronicles” di Giulia Parlato da Mucho Mas.

Eleonora Agostini, A Study On Waitressing

Le mostre rientrano nell’ambito di un interessante progetto europeo più ampio, “FUTURES Photography”, dedicato alle nuove generazioni della fotografia e del quale il centro torinese fa parte, come unico membro italiano del board, da quattro anni. Eleonora Agostini, Matteo de Mayda, Giulia Parlato, Silvia Rosi, insieme a Leonardo Magrelli, la cui mostra ha aperto il progetto a fine novembre 2021 negli spazi di Jest, sono i fotografi selezionati per il 2021: hanno avuto modo di partecipare a workshop con fotografi riconosciuti a livello internazionale, sono stati coinvolti in numerosi incontri professionali al Futures Photography Festival di Amsterdam e ora, grazie alla collaborazione con cinque spazi indipendenti di Torino, hanno esposto le loro opere a Torino, fino a metà marzo 2022.

Giulia Parlato, Evidence n.1

Le realtà coinvolte – Almanac Inn, Cripta747, Jest, Mucho Mas e Recontemporary – sono organizzazioni non-profit attive nella promozione di nuovi talenti e linguaggi del contemporaneo nel panorama artistico nazionale e internazionale. A ognuno di loro, CAMERA ha chiesto di ospitare una mostra personale, affidando alle singole realtà il rapporto con gli artisti, l’ideazione, lo sviluppo e la produzione dell’esposizione.

Matteo de Mayda, 1955

«Con queste ultime mostre volge al termine il primo esperimento di collaborazione tra CAMERA e il vibrante tessuto degli spazi indipendenti attivi nella città di Torino», ha commentato il coordinatore del progetto, Giangavino Pazzola. «Insieme condividiamo la finalità di promuovere giovani artiste e artisti, accendendo una luce sulle nuove modalità di creazione e sperimentazione che attraversano il panorama fotografico italiano e internazionale. Uno sforzo di ideazione collettivo che ha originato una sorta di grande mostra diffusa nei vari quartieri della città, da San Salvario ad Aurora, passando per il Centro e Borgo Rossini, luoghi in cui gli spazi indipendenti hanno sede».

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