08 aprile 2020

Gallerie ai tempi del distanziamento sociale: GALLLERIAPIU

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Ad un mese dal decreto #iorestoacasa continua il nostro percorso tra le gallerie al tempo del Covid-19 con la bolognese GALLLERIAPIU

GALLLERIAPIU covid-19
Ivana Spinelli, Contropelo, vista della mostra, GALLLERIAPIU

All’inizio del secondo mese di stop causa Covid-19 continua il nostro focus sulle gallerie italiane, oggi leggiamo l’opinione di Veronica Veronesi di GALLLERIAPIU che ha dichiarato: «Purtroppo non possiamo prevedere quelle che saranno le ripercussioni effettive sul mercato medio ma siamo sicure che ce ne saranno. Da una parte, riflettendo sul collezionismo in generale e soprattutto sui supporters della galleria, abbiamo la sicurezza che l’attitudine del collezionista che segue GALLLERIAPIU si discosti dall’idea di possedere e presenti piuttosto un attitudine legata alla necessità e che va oltre alla speculazione. La preoccupazione è naturalmente reale e i dati ad esempio legati al digitale confermano che i grandi mercati stanno sopravvivendo mentre le piccole realtà fanno fatica. Riflessione che si può estendere a tutta la piccola e media impresa».

Come avete riorganizzato il vostro lavoro?

«Prima dell’emergenza che ci ha portato a chiudere momentaneamente le porte della galleria, stavamo già riflettendo sulla trasparenza e sulla digitalizzazione del nostro lavoro. Non siamo quindi arrivate totalmente impreparate alla crisi ma stavamo già attuando delle modalità attraverso il digitale per raggiungere i collezionisti “globetrotter” e affrontare questa tendenza che vede una grande e crescente presenza nelle fiere e una calante presenza invece nelle gallerie. Per la mostra personale di Ivana Spinelli ad esempio, abbiamo realizzato una viewing room introdotta dal curatore della mostra Claudio Musso: Questo per mettere appunto ulteriormente la possibilità di una visita virtuale, qualora non potesse essere reale».

Quali misure metterete in atto per attutire le difficoltà previste per il 2020?

«Cercheremo di mettere in atto misure di resistenza, cercando di muoverci passo passo e cercando di capire e intercettare quali misure adottare. Pensiamo si tratterà di una navigazione a vista che lentamente si adatterà all’evoluzione della situazione.

Quello che stiamo già attuando è una comunicazione mirata e personalizzata a seconda del fruitore. Abbiamo riscontrato che il maggior tempo che ognuno ha a disposizione ha portato a una maggiore disponibilità al riscontro da parte degli attori del settore».

Qual è il più grande ostacolo che sarete costretti a superare nei mesi a venire?

«Speriamo che si riesca ad affrontare e a superare la scarsa mobilità che si prospetterà nei prossimi mesi, soprattutto per quanto riguarda le fiere del settore. Si spera che la possibilità di muoversi meno invogli il pubblico a tornare a frequentare più attivamente le gallerie.

Un altro grande ostacolo è rappresentato dalle difficoltà a livello commerciale, problema che riguarda tutte le categorie, non solo il sistema dell’arte. Per questo nessuna strategia ipotizzata nello specifico da noi operatori potrà mai essere sufficiente, solo con un intervento specifico per il settore da parte del governo si potrà supplire al danno recato dai mesi di chiusura».

Quale credete sia la debolezza più evidente che il sistema dell’arte ha mostrato in queste settimane?

«Questa corsa e rincorsa ai mercati in un economia sempre più globalizzata si è dimostrata una debolezza evidente dal momento che si è dovuto fermare un intero sistema.

A subire questo arresto saranno sicuramente le gallerie mid-size che si devono interfacciare con un mercato che non è ancora abituato alla modalità di acquisto online (anche se speriamo ci sarà un’inversione di abitudine più avanti).

A parte questo aspetto, abbiamo avuto modo di vedere che il sistema dell’arte ha e sta continuando a reagire moltissimo, c’è stato un grande sforzo da parte di tutti per adattarsi alla situazione attraverso una serie di operazioni digitali. Da un lato è stata una reazione assolutamente positiva, dall’altro lato sta sfiorando quello che è un sovraccarico di informazioni digitali: questa sete di “postare” rischia di arrivare a un punto di saturazione e quindi la capacità di ponderare le uscite digitali aiuta a trovare un equilibrio in questo senso».

Per leggere tutte le interviste ai galleristi visitate la sezione Gallerist.

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