13 aprile 2020

Gallerie ai tempi del distanziamento sociale: mc2gallery

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mc2gallery, galleria con sede a Milano e Montenegro, risponde alle nostre domande sullo stop forzato e sulle conseguenze del covid-19

mc2gallery covid-19

Continua il nostro focus sulle gallerie più attive in Italia, per raccogliere il loro punto di vista sulla crisi causata dal Covid-19 e sul futuro: il nuovo appuntamento è con mc2gallery e il suo direttore Vincenzo Maccarone. Per leggere tutte le interviste ai galleristi visitate la sezione Gallerist.

Come avete riorganizzato il vostro lavoro?

«Ovviamente, la crisi colpirà in particolare modo non solo i giovani e mid-career artisti, ma tutte le gallerie e il sistema dell’arte. Stiamo riflettendo sulla situazione e al momento stiamo tenendo sott’occhio e in considerazione il mercato online attraverso le piattaforme predisposte. Sarà molto difficile perché credo molti di noi stiano facendo la stessa scelta, quindi ci sarà una grande competitività e saranno tutti costretti ad rivedere i prezzi».

Quali misure metterete in atto per attutire le difficoltà previste per il 2020?

«Credo che le difficoltà saranno ben oltre il 2020, è un cambiamento epocale, non solo per quanto riguarda la visione dell’arte ma anche dell’imprenditoria in generale. Da tempo pensiamo che lo spazio fisico della galleria sia poco valorizzato. Nonostante questo pensiero, è importante il contatto fisico tra opera e fruitore, è un momento poetico e stiamo studiando una strategia in questa direzione. Sicuramente pensare a fiere e/o solo mercato online è triste e al di fuori dello scopo dell’arte».

Qual è il più grande ostacolo che sarete costretti a superare nei mesi a venire?

«Il più grande ostacolo sarà ovviamente quello economico, in quanto la non possibilità di lavorare in galleria e nelle fiere per mesi non cancella i elevati costi fissi che una galleria deve sostenere. Noi gallerie private dobbiamo sostenere economicamente e supportare gli artisti, ma ci troveremo “forse” neanche nella possibilità di sostenere noi stessi. Siamo inoltre certi che finito questo periodo particolare, il mercato non si riprenderà immediatamente e sarà a rilento, ma ci sarà molta più selezione».

Quale credete sia la debolezza più evidente che il sistema dellarte ha mostrato in queste settimane?

«Sicuramente l’abbandono a noi stessi da parte delle istituzioni. Il ruolo dell’arte in un momento come questo dovrebbe essere valorizzato. Molti artisti, nonostante le difficoltà, donano opere in cambio di fondi per solidarietà, questo è onorevole. Siamo completamente allo sbaraglio e molti dimenticano di quanto sia importante il pensiero.

La mia visione personale, essendo le fiere molto importanti, che cambino direzione anche loro, in quanto i loro costi saranno insostenibili per moltissime gallerie che fino a ieri erano forti e salde».

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