08 febbraio 2012

fino al 12.II.2012 Emma Ciceri Genova, Chan

 
Cancellare a volte genera modifiche coinvolgenti, specie quando sui fogli rimangono individui solitari. Perché un'immagine (cancellata) vale più di mille parole (e di mille altre immagini) -

di

In un mondo la cui popolazione aumenta a vista d’occhio, di recente si è toccata quota sette miliardi di abitanti, ragionare per singole individualità sembrerebbe un’azione sempre più difficile. Ma per Emma Ciceri (Bergamo, 1983) non è affatto impossibile pensare e vedere le moltitudini come affascinanti insiemi di persone a sé, diverse e allo stesso tempo in relazione tra loro; e con questo principio agisce con le sue gomme, effettuando cancellature che estrapolano dalle più svariate immagini i singoli soggetti, protagonisti decontestualizzati delle sue opere. Una ricerca artistica particolare, che potrebbe lasciare qualche perplessità ad un primo approccio, soprattutto nei meno avvezzi a certi concettualismi dell’arte contemporanea. Ma per chiunque si volesse addentrare  nell’universo della Ciceri, neofiti e non, alla Galleria Chan, ancora per pochi giorni, è possibile osservare i più recenti lavori dell’artista: la serie di otto piccole cancellazioni su carta “Senza Titolo” e la video-animazione “Zone”.

Il video è probabilmente la parte più stuzzicante dell’esposizione: se i “Senza Titolo” rappresentano il lavoro concluso, “Zone” invece è un interessantissimo work in progress che culmina nella creazione finale. L’artista ha utilizzato una telecamera fissa per riprendersi mentre lavora sulla foto di un comizio di Berlinguer (ma questo, va precisato, conta poco, se non per contestualizzare l’immagine in un determinato periodo storico), condensando, in sei minuti circa, l’eliminazione di ogni personaggio; tranne uno, ovviamente, “l’uomo con la bandiera” che pian piano rimane da solo protagonista di un ambiente che non è più quello iniziale ma è lo stesso in cui vivono artista e spettatore. Un dettaglio non di poco conto è l’assenza delle mani, che fa percepire le cancellature come prodotto di un processo mentale piuttosto che materiale; in tal senso il gesto conta relativamente e si comprende l’importanza primaria del concetto, che non può rimanere chiuso nello spazio di una sala: se di arte contemporanea si tratta nella contemporaneità deve vivere, quindi lavori interessanti come quelli della Ciceri vanno necessariamente rapportati all’ambiente sociale che li circonda. È in quest’ottica che il gesto di cancellare va considerato un’operazione coraggiosa o quantomeno controcorrente. E non di poco. Al giorno d’oggi infatti togliere il superfluo per far emergere l’individualità dei soggetti sembra una bella utopia, soprattutto se si pensa a quanti giudizi vengono letteralmente “sparati a zero” inserendo gli esseri umani in indivisibili insiemi di appartenenza (nazionale, religiosa e quant’altro) con relative quotidiane generalizzazioni. E allora dove va a finire il singolo? Che sia forse il caso di ricercare l’individualità, “l’uomo con la bandiera”, anche nella vita di tutti i giorni?

andrea rossetti 
mostra visitata il 4 febbraio 2012

dal 21 gennaio al 12 febbraio 2012
Emma Ciceri
Zone
a cura di Francesca Guerisoli
Chan
Via di Sant’Agnese 19r – 16124 Genova
Orario: da mercoledì a sabato ore 16 – 19.30, e su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel. +39 010991084 –
info@chanarte.com –  www.chanarte.com
 
[exibart]

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui