03 novembre 2010

fino al 13.XI.2010 Francesco Lauretta Genova, Dac

 
Una mostra come una installazione. La Galleria DAC diventa parte fondamentale di un’unica opera d’arte fatta di pittura, scrittura, musica. Una scelta fortemente suggestiva...

di

Francesco Lauretta (Ispica, Ragusa, 1964; vive a
Firenze) presenta a Genova uno speciale progetto intitolato Lʼinfanzia assoluta, pensato e realizzato appositamente
per gli spazi della Galleria DAC. Una mostra come un’installazione, arricchita
dai contributi di Diego DallʼOsto per la musica e della
storica del teatro Cristina Grazioli per il testo.

Lauretta sceglie di esporre solamente due opere, una per
ogni stanza della galleria, che sullo fondo dei muri aprono “squarci colorati nell’intonaco bianco della
galleria
”, come descrive bene nel suo testo Grazioli.

La tela intitolata Gli
anni luce
rappresenta un bambino intento nel realizzare una decorazione
votiva in una luce piena di contrasti, che fa risaltare la sua concentrazione in un momento dai forti connotati intimisti. Come
a rappresentare un io privato, un mondo interiore che viene proiettato nell’importante
gesto simbolico che il bambino sta compiendo. Tutta un’altra luce, chiara e
soffusa, svela nell’opera Vis(t)i senza
ossa
, con tre bambini che tengono in mano una corona di pane realizzata in
occasione delle festività. Un momento “pubblico” quindi, la proiezione
esteriore di un sentimento condiviso.

Due quadri che sembrano allo stesso tempo la prosecuzione
e la negazione uno dell’altro, un prima e un dopo, accomunati però da un
messaggio che racconta la semplicità dell’infanzia e l’unicità fuggevole di
tale condizione. Un’infanzia che diventa momento di magico ottimismo,
dimensione spazio-temporale all’interno della quale muoversi con assoluta
libertà, magari guidati dal tempo della musica composta da Dall’Osto che riempie
gli spazi della galleria, avvolgendoli e rendendoli sorprendentemente nuovi.

Come la pittura figurativa, anche la musica parla
direttamente allo spettatore coinvolgendone in modo immediato le sensazioni più
intime. Lo stesso dicasi per il testo scritto da Cristina Grazioli: un copione
teatrale nel quale sono indicate scene, luoghi, dialoghi che raccontano l’eterna
lotta per mantenere un’infanzia assoluta, dei suoi ricordi come suoni, di
quelle “parole, ombre e silenzi che il
futuro ha dimenticato presso di noi
”, di luoghi la cui esperienza “si è sedimentata nelle forme di tre bambini
mentre “il suono, memoria del futuro,
scorre attraverso il vuoto cerchio di una forma di pane
”.

Nelle parole di Grazioli, ecco allora il senso della
mostra: “A.: Questa infanzia è la pittura? B.: No, ma ne è figura. Un’infanzia
assolata, dove sempre risuona un luogo e il colore sposa un suono sempre
diverso: un presente sonoro e dagli occhi rovesciati, quel frammento del tempo
dove il passato si trasforma, o si
rovescia, in futuro. È il tempo con la sua leggerezza, che entra ed esce di
scena… Dire, tradurre in parole l’immagine di un dipinto è impresa sempre
delicata, o persino disperata. E anche avere ricordi non basta. Si deve poterli
dimenticare. E avere la grande pazienza di aspettare che ritornino
”.

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dal 30 settembre
al 13 novembre 2010

Francesco Lauretta – L’infanzia assoluta

a cura di Valeria De Simoni

DAC – De Simoni Arte Contemporanea

Piazzetta Barisone, 2r – 16128 Genova

Orario: da martedì a sabato ore 15.30-19.30 e su appuntamento

Ingresso libero

Info: tel. +39 0108592283; info@galleriadac.com;
www.galleriadac.com

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