27 febbraio 2016

Fino al 5.III.2016 Vania Comoretti, Dual Guidi & Schoen, Genova

 

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Si è concentrata sul doppio, ma il suo numero perfetto è tre. Come i media – acquerello, pastello e china – che Vania Comoretti (Udine, 1975) unisce in una nuova serie di ritratti tecnicamente perfetti, cui si perdonano anche gli sporadici eccessi di acqua-legante, portatori di qualche antiestetico rigonfiamento di troppo sulla carta. Nuovi lavori e stessa mano pignola, felice quanto ferma sul suo iperrealismo integralista, e forte di un conformismo figurativo che ormai suona un’ottava sopra nel riff del contemporaneo, migrato con stabilità verso tendenze e sperimentazioni artistiche alternative. 
Parte coi ritratti di “Dual” – la nuova personale da Guidi & Schoen – un minimo effetto domino, trainante per alcune considerazioni critiche sul ritratto, in particolare sulla convinzione che questo genere prescinda dal suo contenuto in termini di mimesi formale. Si può perciò pompare realismo in tutte le sue derivazioni, ma occorre possedere una buona percentuale di sensibilità pittorica ed extra-pittorica per non sincronizzarsi su una ripetizione asfittica della realtà, perfetta nella sua facciata povera di contenuti. Una percezione scontata del soggetto, che non sussiste (comunque non in simili termini) in caso di ritratti sviluppati sull’onda espressionista, anche di quello astratto. Tra i memorabilia della storia dell’arte escono i nomi di Edvard Munch e Lucian Freud; e pure quello un po’ più “spinto” di Antonio Saura, che quando ritrasse la celebre Brigitte Bardot non fu certo uno scontato ritrattista. Tutto gli si poteva dire, ma quello no. 
Vania Comoretti – Dual – 2015 – acquerello, china e pastello su carta – dittico, cm 44x44 – courtesy Guidi & Schoen
Comoretti, l’eroina dei due mondi: ha fondamenta in una padronanza più-che-realistica dei media, ed è capace di modulare in senso espressionista la soggettiva capacità di rapporto con le immagini. Spigolature la rendono più espressionista di un astrattista in preda a raptus psico-cromatici, anche quando ricostruisce chiome distinguendo i capelli uno ad uno per renderne l’intensità , o lavora su sopracciglia prese al minimo della loro incisiva incuria e piccole rughe che non lasciano scampo ai segni del tempo. Dettagli che in “Dual” sono fonte di un espressionismo allo stato “solido”, intonso nelle sue forme, e richiedono un’attenzione meno superficiale che mai. In ballo c’è una scomposizione/ricomposizione ritrattistica, dove lo studio dei soggetti – cifra su cui l’artista ha costruito una carriera – è serrato quanto il dualismo che lega a doppio filo gli studi espressivo-formali su esseri umani uniti dal proprio dna. 
Dualismi assieme a genealogie, si uniscono in dittici formati da mezzi ritratti dove la Comoretti gioca – ed è la prima a mettersi in gioco, assieme a sua nonna – sul ruolo fondamentale del tempo e fondamentalmente espressivo di similitudini e differenze, consanguineità e stati d’animo. Gioca come una sarta, attenta ad un lavoro di taglio e cucito in cui le distanze non sempre arrivano immediate come un bel numero di candeline in meno e un’acconciatura palesemente diversa; spesso sono ridotte al lumicino, al marchio di un’occhiaia, o di un contorno occhi più o meno gravato da temibili “borse” e “zampe di gallina”. Altre volte è piuttosto questione di centimetri, quando l’incontro/frattura/scontro (chiamatelo come volete) viene esaltato dal giusto distacco fisico, posizionandosi a qualche metro dall’opera. 
E il doppio diventa stretto. L’orizzonte della Comoretti si amplia verso la serialità, in una progressione emotiva che si sviluppa tramite un approccio filmico, ricorrente nell’opera dell’artista; vecchio chiodo fisso (non a caso si tratta di lavori più datati), sempre pregevole per carità, che però in Dual stona a causa della sua poca pertinenza col progetto. Forse la serie di dodici pannelli in bianco/nero, dove l’uso invasivo della bicromia chiaroscurale asciuga il tratto, ci sta proprio a forza. Ma si poteva lasciare a casa un’installazione così potente?

Andrea Rossetti
mostra visitata il 9 febbraio 
Dal 5 febbraio al 5 marzo 2016
Vania Comoretti – Dual
Guidi & Schoen
Vico Casana 31r – 16123 Genova
Orario: lunedì ore 16 – 19.30; da martedì a sabato ore 10 – 12.30 / 16 – 19.30
Info: tel. +39 0102530557; info@guidieschoen.itwww.guidieschoen.it

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