14 luglio 2004

fino al 5.IX.2004 Empowerment – Cantiere Italia Genova, Villa Croce e Villa Bombrini

 
Doveva essere l'evento clou di GeNova 2004. Oltre 60 artisti ed una tematica attuale, di quelle che scottano. Cronaca di un flop, dove il pubblico e pure gli addetti ai lavori faticano ad orientarsi. E gli artisti sono scontenti. Quelli che hanno (ri)trovato le loro opere...

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Sono d’obbligo alcune premesse, perché la mostra era attesa. Sin dai numeri: 60 artisti, lavori accorpati in sei isole tematiche. Il tutto coordinato da quel rizomatico fil rouge che è l’Empowerment, un concetto pratico che indica “una forma di democrazia inclusiva e ‘dal basso’”. Una forma di relazionalità che non si limita all’arte, o almeno a una concezione neutrale di essa, ma che affronta con provocatorietà e al contempo proposte alternative le tematiche più scottanti della contemporaneità. In questo senso, la dislocazione anche spaziale degli interventi era un’ottima idea, con la sede di Villa Bombrini incastonata fra gli altiforni di Cornigliano oppure il Pic-nic al Biscione organizzato da Andrea Botto ed Emanuele Piccardo. Insomma, si trattava di proseguire quel lavoro di indagine politica che magistralmente Marco Scotini (curatore della mostra) porta avanti da anni.
Francesco Jodice - Natura
Ma i problemi non sono mancati. In primis concernenti il rispetto degli artisti, per cui -dopo una piccola inchiesta sul posto- ci si accorge che, ad esempio, l’opera di Sandrine Nicoletta è stata tagliata a vivo senza avvertire l’artista; che Federico Ambiel (Lilithwork), intervenendo in conferenza stampa (!), narra la triste vicenda che ha portato alla sparizione del suo video; o ancora, che l’opera di Anna Visani è stata rimossa perché situata erroneamente. L’elenco potrebbe proseguire: le lamentele, assai diffuse, non potevano essere solo il frutto del “capriccio d’artista”. Probabilmente una mostra così impegnativa non poteva umanamente essere allestita in pochi giorni di presenza “sul campo”. E abbisognava di spazi più ampi -la situazione logistica di Villa Croce è inenarrabile, con i lavori letteralmente ammucchiati- oppure di un numero più ragionevole di artisti invitati. Infine, ci si chiede perché un “cantiere” debba includere nomi di evidente richiamo, presenti spesso con lavori datati (un solo esempio: quello di Multiplicity era già passato a Documenta11 di Kassel e allo Spazio Lima di Milano).
Mario Rizzi - Palmprints - 2001
Abbiamo chiesto al curatore di spiegarci la ragione di una débacle di tale portata: “Relativamente alla situazione ‘allestitiva’ credo non vada confusa una condizione di tipo logistico […] con una condizione di tipo culturale che ha a che fare con la mia attività curatoriale e che trova gli artisti italiani poco preparati a progetti del genere”. Dichiara Scotini “Lo spazio espositivo è sempre per me un campo eventuale, dove gli artisti occupano spazi interstiziali secondo un modello che potrei definire rizomatico. La cultura italiana” conclude il curatore toscano “è all’opposto ancora quella (nella maggior parte) di ‘una stanza per artista’”.
Sarà allora la proverbiale arretratezza italiana. Ma, forse, Empowerment significa anche sporcarsi le mani con queste e altre arretratezze, senza calare dall’alto i presunti traguardi conseguiti in altre realtà. E siamo convinti che impedire la lettura delle opere allo spettatore rischi assai spesso di divenire una pratica élitaria che non può giustificarsi accusando di tradizionalismo chi muove delle critiche.

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marco enrico giacomelli
mostra visitata il 30 giugno 2004


Empowerment. Cantiere Italia, radiografia dell’Italia che cambia attraverso 60 artisti
A cura di Marco Scotini
Commissione Selezionatrice: Sandra Solimano, Matteo Focehssati e Marco Scotini
Opere di Gruppo A12, Actiegroep, Alterazioni Video, Federico Ambiel, Yuri Ancarani, Giorgio Andreotta, Michele Acquila, BO 130, Simona Basilavecchia, Fabrizio Basso, Stefano Boccalini/Isabella Inti, Maurizio Borzì, Andrea Botto/Emanuele Piccardo, Alberto Caffarelli, Andras Calamandrei, CaneCapoVolto, Andrea Caretto/Raffaella Spagna, Silvia Cini, Cooperazione Boowan, Roberto Cuoghi, Paola Di Bello, Simone Falso, Silvia Ferri, Michelangelo Frammartino, Luca Gambi, Ggtarantola, Francesco Jodice, Filippo Leonardi, Deborah Ligorio, Armin Linke, Armando Lulja, Marcello Maloberti, Domenico Mangano, Andrea Mastrovito, Microbo, Margherita Morgantin, Multiplicity, Alessandro Nassiri Tabibzadeh, Network Vision Project, Sandrine Nicoletta, Ogi:noknauss, Adrian Paci, Plank, Renshi.org, Herbert Reyes, Ricognizioni&Depositi, Riserva Artificiale, Fabrizio Rivola, Mario Rizzi, Stefano Romano, Angelo Sarleti, Paola Salerno, Antonio Scarponi, Shoggoth, Franco Silvestro, Marcello Simeone, Stalker, Tatiana, Luca Trevisani, Enzo Umbaca, Alessandra Vecchietti, Anna Visani, Luca Vitone, Zimmer Frei, Diego Zuelli
Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce
Via J. Ruffini, 3 – Genova
Villa Bombrini
Via L.A. Muratori (zona Cornigliano) – Genova
Orario: Villa Croce, dal martedì al venerdì dalle 9 alle 19; sabato e domenica dalle 10 alle 19; Villa Bombrini, dal martedì alla domenica dalle 16 alle 20
Ingresso: intero € 7; ridotto € 5 (validi per Villa Croce, Villa Bombrini e Magazzini del Cotone)
Info: tel. 010-585772 / 580069; fax 010-532482; museocroce@comune.genova.it; www.museovillacroce.it
Catalogo Silvana Editoriale


[exibart]

12 Commenti

  1. Caro demo,
    personalmente preferirei i commenti costruttivi.
    Penso che il percorso costruito in questi anni da Scotini e, più recentemente, da Senaldi, sia degno di grande interesse.
    Se ci sono stati dei flop – che magari hanno causato dissapori in primis negli artisti – non vanno taciuti, al contrario.
    Ma credo altresì che si non si debba gettare il proverbiale bambino con l’altrettanto proverbiale acqua sporca.
    In altre parole, non mi piace far finta di nulla solo perché il buffet era delizioso, ma nemmeno adoro lo sfascismo.
    Questo è ciò che penso in qualche riga.
    Saluti,
    m.e.g.

  2. caro meg, se scotini ha sbagliato allora è giusto che paghi, si dimetta, si trovi un lavoro! proprio quell’italietta che critica tanto, è quella che gli permette ancora di lavorare. in un paese serio sarebbe già in miniera o in siberia.
    e non mi inoltro in lungaggini, a buon intenditore…..

  3. Il problema non è scotini quanto piuttosto la mentalità italiana. Fai bene MEG a dire quello che pensi, anzi sei stato fin troppo dolce.
    La cosa che più trovo inquietante è che anche i giovani nn propongono alcun modello alternativo (se si escludono 5/6 nomi a dir tanto), si definiscono curatori e dimostrano solo tristezza!

  4. ogni tanto mi sembra che invece di fare critica e informazione si faccia puro e semplice gossip, e mi dispiace che la direzione di exibart vada sempre piu’ in questo senso!
    altra sensazione è che ci sia una grande confusione tra l’organizzazione di una mostra e la mostra

  5. Cara apina,
    hai ragione a sottolineare la distinzione, ma se si lavora male in allestimento ciò che ne va di mezzo è la mostra stessa e in qualche caso, come è successo x questa mostra, gli artisti che non hanno potuto esporre il loro lavoro nella forma migliore, anzi, alcuni non l’hannno esposto x niente…. e ti assicuro che non è stata colpa loro ma dei tiramenti di culo di scotini.

  6. Caro meg
    mi spiace ma nel sottotitolo hai toppato
    “Doveva essere l’evento clou di GeNova 2004…”…con tutto il rispetto non se ne era accorto nessuno:
    …se intendevi in assoluto, tanti altri eventi sono stati (senza menzionare quelli che ci devono essere ancora di qui alla fine del 2004) molto più “clou” di quello
    …se intendevi mostre e allora “L’Età di Rubens”???…(200.000 visitatori critica e publico concordi una volta tanto)
    e se invece intendevi eventi di arte contemporanea, credo che forse, con tutto il rispetto per il lavoro di Sandra Solimano e Scotini (concordo con chi ha scritto che una cosa è la mostra e la sua ideazione e un’altra è l’organizzazione, il suo allestimento che spesso si scontra con eventi asolutamente arbitari e non prevedibili)(spiace per il lavoro di alcuni artisti ma in queste rassegne collettive c’è sempre qualche cosa che si deteriora, si guasta, o quantomeno non è esposta al meglio…e non pensiate che sia un prblema italico, all’estero spesso lavorano peggio… dicevo, sicuramente “Arti&Architettura 1900-2000” (già basta il titolo!) non sarà meno “clou” di Empowerment
    Ciao

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