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Di Andy Warhol non ce n’è mai abbastanza, nemmeno negli Stati Uniti, patria biografica e anche estetica e concettuale, ideologica, del maestro della Pop Art. E così, la grande mostra al Whitney Museum of American Art di New York, dopo la chiusura del 31 maggio, si sposterà sulla West Coast, al SFMOMA-San Francisco Museom of Modern Art, dove rimarrà fino al 2 settembre 2019.
Enciclopedica e coloratissima, “From A to B and Back Again”, a cura di Donna De Salvo, che conobbe Warhol negli anni ’80, periodo in cui la Factory era frequentata da artisti come colleghi Keith Haring e Jean-Michel Basquiat, racconta tutta la storia dietro e intorno al mito, dalle prime prove come grafico pubblicitario di Madison Avenue, a The Last Supper, opera realizzata poco prima di morire, nel 1987, in seguito a un intervento chirurgico alla cistifellea, passando per i ritratti delle superstar, vere icone profane – ma volendo anche sacre, considerando la sua passione per l’arte religiosa – del XX Secolo, le performance, le installazioni, i film, le collaborazioni. Insomma, un viaggio completo nell’universo di un genio. Il che, fa strano a dirsi, non è una cosa poi così usuale. Si tratta infatti della prima retrospettiva che un’istituzione americana dedica a Warhol, dal 1989. In questa occasione, inoltre, sono stati mostrati anche una serie di nuovi materiali documentari, frutto di ricerche recentissime e che dimostrano come la complessità di Warhol sia ancora da scoprire.
Fonte: Hypebeast