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La brutta storia del guerriero di terracotta danneggiato lo scorso 21 dicembre 2017 al Franklin di Philadelphia continua. Ora gli avvocati dell’uomo che ha rovinato la statua in prestito all’Istituto vogliono che il museo riveli ogni dettaglio riguardo alle precauzioni di sicurezza che erano state adottate nella notte fatidica.
La legge sostiene infatti che l’azione di Michael Rohana – che staccò un dito al guerriero – fu un atto di vandalismo in stato di ubriachezza e non furto. Cosa che renderebbe il tutto, specialmente la pena, un po’ più attenuato. Gli avvocati di Rohana si chiedono se la “cura, custodia e controllo” del museo della galleria siano stati sufficienti durante l’Ugly Sweater Party, momento in cui si è verificato il danno.
Il museo finora non ha rivelato alla corte i suoi documenti di sicurezza, né le sue comunicazioni con le autorità cinesi che, però, si sono dimostrare a dir poco sul piede di guerra.
Fonte: USA Today