20 maggio 2019

La casa dei genitori di Teller e von Samsonow

 

di

50. Spazio Ridotto
Calle del Ridotto,
San Marco, 1835
spazioridotto.tumblr.com
The Parents’ Bedroom Show
Elisabeth von Samsonow, Juergen Teller
Curated by Christian Bauer
08.05 > 31.07.2019
La prima edizione della mappa Venezia Art to Date, ideata e curata da Untitled Association, è un progetto volto a evidenziare gli appuntamenti da non perdere in città in occasione della recentissima inaugurazione della Biennale Arte 2019. Da qui a novembre, il pieghevole accompagna, infatti, i visitatori a orientarsi tra gli eventi che animeranno le vie della laguna e, a questo proposito, il focus della giornata di oggi mira alla Calle del Ridotto, e in particolare all’omonimo Spazio Ridotto, il quale ospiterà per i prossimi mesi “THE PARENTS’ BEDROOM SHOW” dell’artista austriaca Elisabeth von Samsonow e del fotografo Juergen Teller. Sotto la curatela di Christian Bauer, direttore artistico della State Gallery of Lower Austria, e presentata da Zuecca Projects e the PhotoPhore, la mostra analizza le peculiarità che riguardano l’architettura temporale degli atti performativi e la loro archiviazione.
L’esibizione nasce da una performance realizzata dall’artista austriaca nel 2018 in uno spazio pubblico a Monaco di Baviera, e documentata da Juergen Teller. Il cuore pulsante dell’opera consiste nella tensione dualistica che scuote la sfera pubblica e l’intimità, costellata dal concetto freudiano della Urszene, “scena originaria”. Agli occhi dello spettatore, la camera da letto matrimoniale allestita in scena assume le vesti di un crocevia per storie e biografie individuali e collettive, divenendo così l’origine della Volontà di Sapere. La performance è un evento temporale che rompe il limite del tempo e lo proietta in uno spazio lontano dalla dimensione prettamente rituale. La fotografia dell’evento produce quindi delle singolarità provenienti da un tempo passato che, attraverso l’archiviazione dell’atto performativo, diventano poi eterne. 
Il ruolo di Juergen Teller in questo progetto non è dunque quello del semplice fotografo documentarista, bensì diventa esso stesso un protagonista attivo dell’opera che, attraverso le manipolazioni temporali che il medium fotografico mette a disposizione – riproponendoci l’atto performativo in un tempo e ordine differente da quello della sua effettiva realizzazione -, inverte il corso temporale della vita verso la morte. 
Poiché esiste una connessione costitutiva tra la performance e i media che la presentano, quello fotografico e il video, l’intento della mostra si rivela essere quello di rendere esplicito come questa connessione possa essere intesa come un esperimento artistico di riconfigurazione del tempo. 

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