14 gennaio 2015

La nocività dell’arte

 

di

Secondo il vignettista americano Tim Kreider le uniche notizie in Occidente che sconvolgono il mondo dell’arte sono le vendite a somme spropositate di opere di Pollock o di Warhol. Diventa quindi sconvolgente relazionarsi con quanto avvenuto lo scorso 7 gennaio nella redazione parigina di Charlie Hebdo.
Il sistema politico economico americano ha la capacità di combattere e neutralizzare i dissidenti assorbendoli al suo interno. L’arte che attacca le diverse forme di potere viene o ignorata, quando non riscuote appeal presso il pubblico, o inglobata nel sistema stesso che critica. I vignettisti di Charlie Hebdo sono chiamati eroi, ma, tenendo conto della poca considerazione che nel mondo occidentale si riserva alla categoria, ciò è estremamente difficile da immaginare se fossero stati ancora vivi.
L’attenzione che si serba alla satira, spesso politically incorrect, e alle forme artistiche che criticano l’ordine precostituito e i giochi di potere è molto bassa. La maggior parte degli artisti americani è cresciuta, infatti, in un contesto in cui le uniche notizie sensazionali sono legate a un mondo in cui l’arte è considerata esclusivamente come un investimento di lusso. Le uniche controversie sono legate all’individuazione di oscenità a sfondo sessuale e diventa difficile individuare in tempi recenti un’espressione artistica che sia diventata dannosa per il potere stesso.
Forse è per questo che la  reazione della maggior parte delle persone al massacro parigino è stata di sgomento, forse perché i bersagli erano solo dei “fumettisti”. (Federica Pignata)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui