11 aprile 2019

Le farfalle di Brera

 

di

10.04
Fondazione Adolfo Pini
Corso Garibaldi, 2
T. +39 02 8745 02
fondazionepini.net
L’ora dannata
Carlos Amorales, curated by Gabi Scardi
01.04 > 08.07.2019 
Building
Via Monte di Pietà, 23
T. +39 02 8909 4995
building-gallery.com
at Gallery Moshe Tabibnia, Via Brera, 3
Mīror. The Ladies’ Room and textiles by female artists of the twentieth century
Group show
04.04 > 14.04.2019
Missoni Showroom
Via Solferino, 9
T. +39 02 8545 821
missoni.com
Home Sweet Home
Installation by Alessandra Roveda
05.04 > 14.04.2019*
(*booking required)
Milano Art to Date – special edition è un progetto nato dall’idea di Untitled Association di raccogliere in una mappa tutti gli appuntamenti più interessanti che fino al 14 aprile scalderanno le vie della città in occasione delle settimane dell’arte e del design.
Il percorso pensato per la giornata di oggi ci accompagna tra le strade di Brera, dove la Fondazione Adolfo Pini viene invasa da uno sciame di farfalle nere che l’artista messicano Carlos Amorales ha liberato negli spazi della fondazione.
L’ora dannata è il nome della mostra a lui dedicata, la quale si incentra su Black Cloud, la sopracitata installazione di dimensioni ambientali, e su alcuni elementi del progetto Life in the folds, con il quale l’artista indaga il tema della violenza dell’uomo sull’uomo e che comprende, tra le altre cose, un video di animazione in cui, mentre si è spettatori di una vicenda drammatica, si vedono le mani del burattinaio che muove le fila dei protagonisti, metafora della mistificazione a cui la nostra esistenza è inevitabilmente soggetta.
Con quest’esibizione Amorales approfondisce le colonne portanti della sua ricerca quali il sistema della comunicazione e il suo costante rinnovamento, le insidie celate dietro a questo e le sue potenzialità e quindi la questione delle rappresentazioni dominanti, della manipolazione comunicativa e del pensiero stesso, in un concerto di pratiche che vedono il connubio tra arte visiva, animazione, musica e poesia. L’artista ci racconta il proprio paese d’origine, il Messico, ma il suo lavoro è profondamente immerso nella consapevolezza del presente e delle sue tensioni: è così che dal centro America il dialogo si allarga a discrepanze e attriti estremamente attuali in tutto il mondo, al bisogno di dare un volto ai nostri fantasmi, riconoscendone la matrice e la valenza ideologica.
Proseguendo lungo il tracciato suggerito per la giornata, ci spostiamo al civico 3 di via Brera, dove fino al 14 aprile BUILDING presenta Mīror, un progetto del collettivo di design The Ladies’ Room – Ilaria Bianchi, Agustina Bottoni, Astrid Luglio, Sara Ricciardi – realizzato per gli ambienti della Galleria Moshe Tabibnia. Come lo scorso anno, la collaborazione tra BUILDING ed il collettivo durante i giorni di Miart e del Salone del Mobile mira a riflettere sul design contemporaneo mediante un approccio multidisciplinare, sperimentale e fluido. In questo senso, Mīror consiste in un’installazione di tre sculture riflettenti che trova le proprie origini nell’esplorazione dell’immagine mediante giochi di illusioni ottiche ed alterazioni della percezione, alla ricerca del fugace istante in cui ci si possa stupire di fronte ad una forma, un dettaglio, un’assenza. È così che lo spettatore, invitato ad immergersi nell’opera tra specchi e spazi vuoti, viene posto al centro dello spazio e reso protagonista attivo di un progetto che, in maniera del tutto inedita, va a fondersi qui con una selezione di opere tessili create da diverse artiste del ventesimo secolo e scelte da The Ladies’ Room in collaborazione con il Centro Studi Moshe Tabibnia. 
La protagonista dell’ultimo appuntamento del giorno è, infine, Alessandra Roveda, a cui è stata affidata la realizzazione di un environment all’interno del Missoni Showroom di via Solferino. L’immaginario dell’artista ci conduce, sino al 14 aprile, dentro al magico mondo di Home Sweet Home, un’installazione che, attraverso un interno ricoperto in ogni sua parte di maglia variopinta, ci svela i colori di una realtà quasi fiabesca. Straordinario elogio all’arte della cura che solo l’artigianato riesce a comunicare, l’opera di Roveda non si limita a reinventare lo spazio, ma si estende alla rilettura della concezione degli elementi d’arredo, trasformando l’ambiente in un’esperienza avvolgente, vibrante e sensuale, in grado di evocare un morbido passato familiare e, al tempo stesso, una realtà mai incontrata prima, dai toni imprevedibili ed alieni.

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