23 maggio 2019

Norimberga. Restaurare o non restaurare?

 

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La città di Norimberga, più di molte altre, si ritrova sempre più spesso a porsi domande sulla relazione che si deve tenere con edifici e monumenti progettati per glorificare il nazismo. La città, infatti, sta per imbarcarsi in un piano da 85 milioni di euro per conservare i terreni e gli edifici progettati per le celebrazioni del partito nazista realizzati dall’architetto di Adolf Hitler, Albert Speer. Il complesso, che comprende il Zeppelin Field di 140.000 mq e l’enorme Zeppelin Grandstand, è la testimonianza scolpita nella pietra della megalomania di Hitler. 
Commissionato da Hitler nel 1934 il sito divenne il palcoscenico centrale della propaganda nazista. A differenza di altri edifici nazisti come la Haus der Kunst di Monaco, che ora è una sala espositiva, o lo Stadio Olimpico di Berlino, che ancora funge da arena sportiva, il complesso era progettato per enormi folle, sfilate coreografiche e processioni ed è poi stato difficile da riutilizzare, negli anni ’70 e ’80, Bob Dylan, Tina Turner e i Rolling Stones hanno suonato al suo interno ma successivamente è stato abbandonato fino a trasformarsi in un enorme complesso in decadenza. 
Dopo aver vagliato diverse opzioni, che andavano dalla demolizione alla ricostruzione, le autorità hanno capito che non volevano ne celebrare il Terzo Reich, ne “spazzare la storia sotto il tappeto”, spiega Siegfried Zelnhefer, un portavoce della città. Hanno deciso quindi di conservare le rovine nel loro stato attuale e renderle completamente accessibili. 

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