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L’antica città di Palmira, gravemente danneggiata dall’ISIS, potrebbe riaprire ai turisti già la prossima estate. Ad annunciarlo è stato il governo siriano.
“Le autorità hanno un progetto per riparare tutti i danni causati alla città vecchia di Palmyra”, ha detto a Sputnik News Talal Barazi, il governatore provinciale di Homs: “Questa è la storia del mondo e non appartiene solo alla Siria”, ha aggiunto ricordando che l’UNESCO, la Russia, la Polonia e l’Italia sono tra i Paesi che si sono impegnati a offrire assistenza negli sforzi della Siria.
Chiamata la “Perla del deserto”, Palmyra, famosa per le sue ben conservate rovine greco-romane, è stata dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità nel1980.
Dal 2013, in seguito allo scoppio della guerra civile siriana del 2011 è stata occupata per due volte dall’ISIS. L’esercito siriano ha ripreso definitivamente il sito nel marzo del 2017, non prima che il gruppo terroristico avesse distrutto alcuni dei tesori più antichi della città.
L’ISIS è stato anche complice dell’uccisione dello storico e archeologo Khalid al-As’ad, che si era rifiutato di rivelare dove avesse nascosto un’importante statua. Il gruppo armato ha distrutto anche il Tempio di Bel, il Tempio di Baal Shamin, l’Arco di Trionfo e le colonne nella Valle delle Tombe.
Da quando la città è stata riconquistata, l’UNESCO ha guidato il suo restauro e recupero, con un progetto di “Salvaguardia delle emergenze” da 150mila dollari per il Portico del Tempio di Bel, mentre molti lavori di restauro su statue e sculture recuperate da Palmyra si svolgono a Damasco, con l’assistenza di specialisti del Museo Pushkin di Mosca.
Vedremo se, dal 2019, torneranno i primi dei 150mila turisti annui che visitavano Palmyra prima della sua rovina.
Fonte: Artnet