28 marzo 2019

Sackler Trust dice stop alle donazioni

 

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Il Sackler Trust ha deciso di sospendere, almeno per il momento, le donazioni a favore dei musei.
La famiglia, che da anni si dedica generosamente al sostegno di importanti istituzioni britanniche e statunitensi – si parla di più di 60 milioni di sterline, dal 2010 – avrebbe preso questa decisione in seguito alle vicende degli ultimi mesi, che hanno portato musei e gallerie a valutare se accettare o meno i loro finanziamenti. Le considerazioni sono di carattere etico, dal momento che i Sackler sono anche proprietari di Purdue Pharma, azienda farmaceutica accusata di aver alimentato la “crisi degli oppiacei” americana, in quanto produttrice, dal 1995, di Oxy Contin, un potente antidolorifico a base di ossicodone, capace di dare forte dipendenza. La compagnia, che già nel 2007 si era dichiarata colpevole per il reato federale di falsa identità del farmaco, adesso è nuovamente accusata di marketing ingannevole e sta affrontando una nuova ondata di cause legali con gli stati del Massachusetts e del Connecticut, dove ha sede. 
Gli Stati Uniti stanno prendendo con serietà la questione degli oppiacei, considerata una vera e propria emergenza sanitaria, visto il preoccupante numero di morti – circa 200mila dal 1999 – paragonabile a quello delle vittime di HIV, visto che, nella maggior parte dei casi, la dipendenza da questi farmaci sfocia in quella da eroina. 
Di questo inferno è stata vittima, per tre anni, anche la fotografa Nan Goldin, adesso particolarmente attiva nella battaglia contro le droghe. All’artista era stato prescritto l’Oxy Contin nel 2014 per via di una tendinite a un polso. Dagli iniziali 40 milligrammi, la Goldin era arrivata a assumerne 450, prima facendosi fare più prescrizioni e poi, quando non poté più permetterselo, cercando il farmaco sul mercato nero e passando anche ad altre sostanze. 
Ormai pulita, dal 2017, la fotografa ha deciso di mostrare la tragica realtà della dipendenza in molti dei suoi lavori e nel gennaio 2018 ha fondato P.A.I.N, organizzazione che chiede ai musei di non accettare più i fondi dei Sackler, che dovrebbero invece essere usati per finanziare centri di riabilitazione per le vittime degli oppioidi e iniziative educative per far luce sui loro pericoli – attività di cui Purdue Pharma, a detta del suo portavoce Robert Josephson, si occupa da molti anni.
Dal canto loro, i musei non si sono mostrati sordi all’appello dell’organizzazione.
Il Guggenheim Museum – dove a febbraio un centinaio di attivisti hanno inscenato un die-in, distendendosi sul pavimento fra prescrizioni e confezioni di Oxy Contin – ha dichiarato di non ricevere donazioni dal 2015 e che non ne sono previste altre. Il Metropolitan Museum, invece, sta valutando come comportarsi, visto che i rapporti con i Sackler risalgono a molto prima che il farmaco entrasse in commercio e che alcuni dei membri della famiglia, fra cui Elisabeth Sackler, non hanno alcuna connessione con l’azienda farmaceutica.  
Di grande importanza è il caso della National Portait Gallery di Londra, che la scorsa settimana ha rifiutato una donazione da 1 milione di sterline, dopo che Nan Goldin aveva dichiarato che, se la avessero accettata, avrebbe annullato la sua nuova mostra, già nel programma della galleria. In seguito a questo rifiuto, anche la Tate Gallery ha annunciato che non avrebbe più accettato donazioni, specificando, però, di non aver intenzione di rimuovere i riferimenti alla famiglia.
Nella scelta dei Sackler, Goldin vede un tentativo di “salvarsi la faccia”, come se, tirandosi indietro per primi, volessero evitare che fossero ancora le istituzioni a rifiutare pubblicamente le loro donazioni. 
Theresa Sackler, pur continuando a negare fortemente le accuse verso la sua famiglia, ha riconosciuto che la polemica rischia di danneggiare l’immagine dei musei e ha affermato, a nome di tutti i fiduciari, che «I fiduciari del Sackler Trust hanno preso la difficile decisione di sospendere temporaneamente tutte le nuove donazioni filantropiche, pur continuando a onorare gli impegni esistenti. Rimango pienamente fedele a tutte le cause supportate dal Sackler Trust, ma in questo momento la cosa migliore è fermare ogni nuova donazione, fino a quando non potremo essere sicuri che queste non saranno più una distrazione per le istituzioni che chiedono sovvenzioni». (Lucrezia Cirri)

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