26 agosto 2019

A piedi nudi nell’arte, inno a uno sguardo “differente”

di

Il libro di Carlo Vanoni fonde gli approfondimenti eruditi dello storico dell’arte rigoroso con l’attitudine narrativa dell'autore

Carlo Vanoni, A piedi nudi nell'arte, cover
Carlo Vanoni, A piedi nudi nell'arte, cover

Carlo Vanoni, storico dell’arte istrionico, autore versatile nonché interprete di spettacoli teatrali, ideatore della BienNoLo, la biennale d’arte presentata a Milano nel distretto cool a Nord di Loreto, vive l’arte come materia della conoscenza. Lo racconta con un libro esilarante già nel titolo: “A piedi nudi nell’Arte. Una passeggiata alla scoperta dei capolavori antichi e moderni” , in cui trasfigura una ordinaria passeggiata metropolitana di una luminosa giornata di maggio, ciondolando tra bar, negozi e centri commerciali, in un’avventura straordinaria di riscoperta dell’arte di ieri e di oggi, per sottrarsi all’assedio della banalità del reale, narrando traiettorie immaginarie senza annoiare il lettore con sequele di nozionismi di stampo accademico. 

Carlo Vanoni

Per capirlo basta leggere le prime pagine, volutamente senza immagini, e come accade al cinema, da subito capiamo se il film ci piacerà oppure no. Vanoni è un performer della parola, un’affabulatore coinvolgente capace di trascinare il lettore nella sua passeggiata particolare nel cuore di una Milano trasfigurata, che sarebbe piaciuta a Charles Baudelaire e al giallista Andrea Pinketts, scomparso poco tempo fa. Pagina dopo pagina Vanoni riflette a “viva voce” sulle ragioni, estetiche, provocazioni dell’arte di ieri e oggi, dentro alla storia delle immagini. Da Giotto a Duchamp, da Yves Klein a Lucio Fontana, a Andy Warhol, Bruce Nauman a Felix Gonzalez-Torres, tanto per citare alcuni protagonisti delle prime e seconde avanguardie artistiche del Novecento, l’autore con la destrezza di un surfista in equilibrio precario sulla sua tavola in preda alle onde dell’Oceano, traccia iperboli attraverso una scrittura “visiva”, per dimostrare che l’arte è un linguaggio soggettivo e universale insieme, intrigante perché pone una riflessione in una forma di emozione. 

Yves Klein, Sponge relief bleue
Yves Klein, Spons relief bleue

Cosa si cela dietro un corpo nudo? Quando l’opera d’arte è riconosciuta come tale? Cos’è la bellezza? Come si è evoluta l’arte in seguito alla sua riproducibilità prima fotografica, cinematografica nel XIX secolo e nell’epoca digitale in rete? E ancora, l’arte dipende da mode culturali, tecniche e contesti? Perché l’arte del passato è sempre contemporanea? Queste e altre sono le domande che l’autore ci pone, scaturite da osservazioni casuali, associazioni spontanee tra situazioni quotidiane e capolavori, attraverso confronti ardui e impensabili, emerse dall’immaginario di Vanoni. La sua critica all’approccio banale dell’arte antica e moderna nasce a seguito all’incontro dell’autore, diversamente giovane, con una commessa, tale Alessia, seducente ventenne ricoperta di tatuaggi, in occasione dell’acquisto di un paio di jeans strappati. Ma, per capire come si sviluppa la relazione di sguardi tra i protagonisti e i loro diversi punti di vista sull’arte e quindi sulla contemporaneità si consiglia di leggere questo libro, che racconta anche la storia di capolavori fagocitati dalla nostra cultura di massa, con uno sguardo intellettualmente ironico e mai saccente. Scrive Vanoni: “La storia dell’arte è come una telenovela, se ti perdi qualche centinaio di puntate poi non capisci più perché lui si è sposato con lei e perché lei ha tradito lui. La pretesa è sempre quella di capire senza sapere. Di giudicare senza conoscere. Peggio ancora, di disprezzare senza frequentare”. È necessario interrogarsi prima, dopo e durante sulle origini dell’opera d’arte in relazione al suo tempo, saperla ascoltare. Vanoni scrive che come per la musica, anche per l’arte bisogna sviluppare un “orecchio” sincronizzato al ritmo di uno sguardo più che retinico, emotivo e concettuale insieme. Bando, dunque, ai pressapochismi imposti dai media e come antidoto al fallimento del liberalismo politico, che coincide con quello intellettuale, contro la svalutazione della storia dell’arte iniziamo onestamente a conoscerla. Affrontiamo l’arte come un viaggio nella storia delle immagini, contro l’ignoranza dilagante e l’analfabetismo di ritorno. Il libro di Vanoni è un inno all’otium attivo, in cui gli approfondimenti eruditi dello storico dell’arte rigoroso si fondono con l’attitudine narrativa dell’autore, un affilato pamphlettista che avrebbe convinto Ernst H. Gombrich. 

Carlo Vanoni 

A piedi nudi nell’arte. Una passeggiata alla scoperta dei capolavori antichi e moderni 

Solferino, Milano 2019

pagine 250

Euro 14,45

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