17 ottobre 2025

Genocidio: Rula Jebreal presenta il suo ultimo libro da Solares Fondazione delle Arti

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A Parma, la giornalista e scrittrice palestinese incontra il pubblico per discutere di Genocidio, il suo ultimo libro edito da Piemme: un grido contro il silenzio del mondo

Un momento di riflessione collettiva sulla tragedia in corso a Gaza e sul ruolo che la società e le istituzioni sono chiamate a esercitare di fronte all’orrore. Si svolgerà martedì, 21 ottobre, presso gli spazi del Teatro al Parco di Solares Fondazione delle Arti, a Parma, in collaborazione con One Billion Rising Italia, la presentazione di Genocidio (Edizioni Piemme), il nuovo libro di Rula Jebreal, giornalista, scrittrice e docente alla Miami University. L’incontro sarà moderato da Luisa Garribba Rizzitelli.

In Genocidio. Quello che rimane di noi nell’era neo-imperiale, Jebreal intreccia memoria personale, analisi politica e diritto internazionale in un racconto che denuncia le azioni di Israele in Palestina e a Gaza e l’indifferenza e le omissioni delle grandi potenze mondiali. Giornalista e attivista con un passato segnato dal conflitto e dalla perdita, Jebreal rompe il silenzio e richiama alla responsabilità morale e politica. Tragedia collettiva, il genocidio in atto a Gaza è segno della crisi etica di un mondo che «Riduce l’umanità a una gerarchia di morte», scrive l’autrice.

«Dopo una vita trascorsa a interrogarmi, personalmente e professionalmente, su come il mondo abbia potuto permettere catastrofi come l’Olocausto, ho trovato la risposta tra le macerie nella mia terra martoriata, a migliaia di chilometri di distanza dai campi di sterminio europei. Scrivo questo libro perché il genocidio di Gaza mi ha cambiata nel profondo. Ha rivelato il vuoto morale e politico di un mondo che riduce l’umanità a una gerarchia di morte. Scrivo affinché nessuno, in futuro, possa dire di non sapere o che non poteva sapere. Scrivo nella speranza che ci sia ancora tempo per fermare l’espansione del genocidio coloniale di Israele in tutta la Palestina. Scrivo perché lo slogan “mai più” diventi una chiamata all’azione. Scrivo perché, anche quando tutto sembra perduto, le parole sono tutto ciò che rimane, e con esse l’obbligo morale di ricordare e resistere. Scrivo perché le mie parole possano aiutare a impedire che il genocidio di Gaza diventi una dottrina da esportare nel resto del mondo, un modello da applicare ogni volta che il potere decida di avere ragione della ragione, minacciando la sicurezza e l’esistenza dell’umanità stessa».

Con queste parole, Jebreal definisce il focus del suo libro: un appello urgente alla consapevolezza, un invito a non voltarsi dall’altra parte. Genocidio è un atto di denuncia ma anche un gesto di speranza, un tentativo di restituire senso all’impegno civile e alla memoria in un’epoca dominata dalla disinformazione e dall’erosione dei diritti.

Nata a Haifa nel 1973 da una famiglia palestinese, Rula Jebreal è cresciuta in Israele e ha vissuto a Gerusalemme, dove ha frequentato il collegio Dar Al-Tifel Al-Arabi, fondato dall’attivista Hind al-Husseini, che lei ricorda come una seconda madre. Trasferitasi in Italia grazie a una borsa di studio del governo, si laurea in fisioterapia all’Università di Bologna e intraprende presto la carriera giornalistica. Dopo le prime esperienze televisive su La7, collabora con Michele Santoro ad Annozero e riceve il Premio Ischia internazionale di giornalismo.

Nel 2003 pubblica il suo primo romanzo, Miral, ispirato alla propria infanzia nei territori occupati, da cui Julian Schnabel trarrà un film presentato all’ONU nel 2011. Attiva da sempre per i diritti umani e la parità di genere, nel 2019 è nominata consigliera per la parità di genere al G7 dal presidente Emmanuel Macron. Vive a New York, collabora con The New York Times, The Washington Post e Newsweek, e insegna all’Università di Miami un corso dedicato a Propaganda e Genocidio.

Se il suo precedente libro, Il cambiamento che meritiamo (Longanesi, 2021), affrontava le sfide della condizione femminile nel mondo, con Genocidio Jebreal torna alle origini della sua storia personale e al trauma della Palestina, per riflettere sul destino dell’umanità intera. Tra autobiografia e inchiesta, Genocidio interpella la coscienza collettiva, ricordando che «Il silenzio è una forma di complicità» e che solo la parola, quando si fa testimonianza, può ancora opporsi alla barbarie.

Ingresso libero su prenotazione a biglietteriabriciole@solaresdellearti.it.

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