13 marzo 2003

fino al 24.III.03 White Project – Zhang QiKai Cupramarittima (ap), Galleria Franco Marconi

 
Un orologio che scorre al contrario, una desolata distesa di sabbia. Due culture che si confrontano su un tema forte del pensiero contemporaneo. Un analisi ma sopratutto una riflessione intima su senso del tempo e dell’esistenza proposto da un artista cinese…

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Il rapporto tra occidente ed oriente, tra due modi differenti di vedere e percepire la realtà, diventa la cifra stilistica inscindibile dalla poetica di un giovane artista cinese che ormai da qualche anno vive e lavora a Milano.
Zhang QiKai (Pechino, 1967) propone una riflessione intima e personale sui temi tipici della sua cultura attraverso le installazioni che nella loro tridimensionalità diventano parte di una realtà tangibile rapportandosi perfettamente con gli osservatori. Elementi, questi ultimi, inscindibili dall’opera stessa.
Qui l’artista presenta due opere che rivolgono la propria attenzioneZhang QiKai Giardino Zen installazione 2003 alla percezione ed all’esperienza del tempo. Mezzogiorno Mezzanotte, un semplice orologio imprigionato in un box di piombo riflette lo scorrere del suo tempo in uno specchio. In questo punto si crea il cortocircuito e si palesa il gioco dei paradossi che sottende all’opera: il tempo scorre al contrario e le ore, i minuti, i secondi sembrano raccogliersi invece che dipanarsi.
Un gioco di specchi, diventa il medium che distorce la percezione di un pubblico attento che cerca di capire perché un oggetto così familiare si comporti in maniera anomala. Ecco che l’oggetto quotidiano esce dalla convenzione e dall’abitudine diventando distante. Il tempo perde la propria caratteristica di consequenzialità trasformandosi in qualcosa che non siamo abituati a riconoscere.
Zhang QiKai Giardino Zen (particolare) installazione 2003Se in Mezzogiorno Mezzanotte il tempo scorre, anche se in direzione opposta, nel Giardino Zen il tempo si ferma diventando metafora dell’esistenza umana. Una piccola distesa di sabbia, su cui sorgono dei fiori secchi, è il segno della devastazione; solo il teschio su cui lottano due cervi volanti testimonia la presenza umana.
Una sorta di memento mori giocato su una raffinata simbologia. I cervi volanti, infatti, sono insetti che per la loro adattabilità a condizioni di vita estreme sono nati prima di noi e probabilmente ci sopravvivranno.
La chiave di lettura dell’opera è proprio la lotta. Gli animali diventano una sorta di transfert degli esseri umani e della loro volontà di potenza che prima o poi li porterà all’estinzione.

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stefano verri
mostra visitata il 10 marzo 2003


White project – Zhang QiKai. Galleria Franco Marconi, Corso Vittorio Emanuele,70 (centro storico) Cupramarittima (ap). A cura di Mauro Bianchini
Orario: dal lunedì al sabato 16-20 chiuso la domenica. Ingresso libero.
www.siscom.it/marconigalmarconi@siscom.it
Info 0735778703


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