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Smantella Flashback, allestisci Amart. E se hai ancora le forze, vola dritto fino a Fab Paris. Proseguono imperterrite le fiere d’antiquariato dentro e fuori i confini italiani: dopo la recente performance torinese – oltre 26.000 visitatori per l’arte che «è tutta contemporanea» la scorsa settimana, in terra sabauda, mica male – ora è subito il turno di Amart, che al Museo della Permanente di Milano apre le porte oggi fino a domenica 10 novembre. Vale a dire una bella sfilata di 63 gallerie e di opere in mostra e in vendita, nessun limite tra dipinti, sculture, gioielli, design, tappeti e oggetti preziosi. Giganti fine art inclusi. Vedi l’enorme Guercino esposto alla DYS 44 Lampronti Gallery di Londra, immortala l’attimo esatto in cui Muzio Scevola infila la mano destra nel fuoco, il pugno chiuso, impassibile, la carne arsa dalla fiamma. «Non adattiamo la selezione alla città, il livello resta sempre lo stesso», rivelano a exibart dalla galleria. «E il pubblico di Milano è particolarmente attento, preparato, riserva senz’altro delle belle sorprese». L’asking price è di € 600.000. Vedi ancora la Galleria W. Apolloni di Roma, che omaggia Milano con un ciclo di quattro grandi tempere di Andrea Appiani: appartennero al conte Ercole Silva, che le espose anche nella sua famosa villa di Cinisello, dove per primo compose giardini alla maniera inglese in Italia. Sono in vendita nello stand per € 600.000, in bella compagnia con una fioriera in marmo e bronzo dorato (forse disegnata da Pelagio Pelagi) da € 250.000.
«Ringrazio vivamente tutti i partner che rendono possibile questa edizione», dichiara il presidente Michele Subert. «Grazie alle loro competenze e alla loro passione, abbiamo creato un evento di altissimo livello». È l’arte antica la grande protagonista dei booth di Amart 2024, ed è quello che ci si aspetta da una selling exhibition organizzata dall’Associazione Antiquari Milanesi e Promo.Ter Unione. Ma non mancano le incursioni di moderno e di contemporaneo, che garantiscono un bacino di collezionisti più variegato, più giovane, «una platea attratta dalla bellezza, dalla storia e dalla seduzione dell’antico di qualità», dicono dalla fiera. Così Matta Antichità presenta una tela inedita della pittrice rinascimentale Barbara Longhi realizzata a cavallo tra Cinque e Seicento («un gioiello di intimità domestica», lo descrivono, «con un bambino rivolto verso il basso, un tratto inusuale per l’epoca»). Dario Ghio, direttamente da Monte Carlo, espone un leone accucciato in pietra di Huamanga, una scultura in alabastro delle Ande del XVII secolo che presenta ancora tracce di policromia originale – siamo ancora in aria antica, tutto nella norma. Galleria Nobili punta su un dipinto di Evaristo Baschenis, è una variante delle tele custodite alla Pinacoteca di Brera, a Palazzo Pisani Moretta e al Castello di Rivoli – a proposito di qualità museale. Perfettamente in linea con l’importante Giudizio di Paride del padovano Pietro Liberi da Arcuti Fine Art, con la scultura di Vincenzo Gemito da Piva &C, con il ritratto di nobildonna fiorentina attribuito ad Alessandro Allori, del XVI secolo, esposto da Tornabuoni Art.
Poi ecco il Novecento – inizia l’incursione: Pappagallo, civetta e uccello meccanico di Fortunato Depero da Reve Art, una Tigre nella foresta di Antonio Ligabue da Phidias Antiques, I Gladiatori di Giorgio De Chirico da Galleria d’Arte Cesaro. La suite di dieci silografie originali di Paul Gauguin – le ha realizzate durante il primo viaggio a Tahiti, 1892 – ha un asking price compreso tra i € 50.000 ed € 60.000 da Galleria Lorenza Salamon. Mentre allo stand della milanese Galleria Silva c’è una selezione tutta dedicata a Silvio Pasotti, il precursore italiano della Pop Art, con opere in vendita per € 15.000-30.000. «L’antiquariato, un piacere contemporaneo». Come da migliore slogan di Amart.