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Il Ponte Casa d’Aste: tra gli highlights Roberto Matta, Giacomo Balla e Valerio Adami
Mercato
Quando chiediamo a Freddy Battino, direttore del dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea de Il Ponte, quale sia la salute del mercato in Italia, non ha dubbi: «Con specifico riferimento all’arte moderna», rivela a exibart, «direi che è buona, soprattutto per quegli artisti la cui crescita è stata costante nel tempo e non condizionata da manovre speculative». Così, dal 27 al 29 maggio, a Palazzo Crivelli, a sfilare sotto il martello saranno centinaia di lotti, di maestri italiani e internazionali, dal Novecento fino ai giorni nostri – inclusi i nomi che il team di Battino ha contribuito a studiare, riscoprire, valorizzare, al di là dei trend e degli entusiasmi febbrili. «Dopo oltre cinquant’anni di esperienza nel settore», prosegue l’esperto, «posso affermare con convinzione che l’obiettivo di un lavoro rigoroso e attento nel mercato dell’arte sia quello di stimolare e provocare attraverso uno studio approfondito, una ricerca accurata e la proposta di artisti dal potenziale straordinario».
E quindi: presente all’appello Cagnaccio di San Pietro, di cui la maison meneghina – da poco acquistata dal gruppo francese Millon – già nel 2021 offriva uno straordinario Nudo in riva al mare (€ 162.500.), in concomitanza con la maxi mostra a Palazzo Reale dedicata quell’anno al Realismo Magico. E proprio in quella esposizione fondamentale, a Milano, era esposto il capolavoro Dopo l’orgia, il dipinto su larga scala (appartiene all’architetto Mario Bellini) fatto di corpi abbandonati, di pose ostentate, rarefatte, di vizi, carne vitrea. Oggi Il Ponte mette in vendita uno studio di quella stessa tela iconica – solo un dettaglio, un corpo rannicchiato su carta, la schiena spigolosa, incavi e vertebre nude, anno 1928. Stima: € 2000-3000.

Segnala due nuclei eccezionali il direttore Battino: uno è il tributo ad Alberto Martini, «geniale precursore del Simbolismo e del Surrealismo», lo definisce, «figura cruciale nella transizione tra queste due correnti artistiche in Italia». A partire da La divina illusione, olio su cartone del 1930, stima € 10.000-15.000. L’altro è la selezione di oggetti di uso quotidiano – un segnaposto, un vaso-porta candela, una scatola rettangolare futurista, due piani di tavolino – tutti realizzati da Giacomo Balla e provenienti dalla Collezione Molino. «Come ha sottolineato Elena Gigli, questi lotti raccontano in modo perfetto e tangibile quanto espresso da Gino Galli nel dicembre 1919 sulle pagine di “Roma Futurista”, quando – elogiando il suo maestro Giacomo Balla – lo definiva come il primo che in Italia ha pensato all’industrializzazione del Futurismo, all’arte nostra applicata, agli oggetti di uso comune». Il vaso, 18,5 cm in ceramica dipinta, è stimato fino a € 700, il tavolino fino a € 6000.

Altri pezzi forti della selezione: Crocifisso di Lucio Fontana del 1952, stima € 130.000-160.000 («una ceramica di qualità straordinaria»); la grande tela Azzurroverde di Carla Accardi del 1987, stima € 80.000-120.000 («sintesi felice di un linguaggio giunto a piena maturità»); un’iconica Piazza d’Italia di Giorgio de Chirico, del 1953 (stima € 150.000-250.000); l’olio su tela del 1958 appartenente al ciclo Presenze di Emilio Vedova (stima € 80.000 – 120.000); The Re-evolvers di Roberto Matta, del 1951, un altro nome che sta vivendo una certa rivalutazione tra mostre, aste e fiere internazionali, da Venezia a Parigi (stima € 140.000-180.000).

Menzione d’onore per Marat assassiné di Valerio Adami, che ha già incrociato lo sguardo del pubblico al Centre George Pompidou di Parigi – e fa capolino proprio nel pieno della riscoperta dell’artista, con mostre sparpagliate tra istituzioni e gallerie (vedi alla voce Dep Art Gallery, Giò Marconi, vedi l’esposizione nel 2024 al Palazzo Reale di Milano). «Il mercato di Adami è stato a lungo sottovalutato», specifica Battino, «ma ha finalmente raggiunto quotazioni coerenti con la sua levatura internazionale. Un dato incoraggiante è che non è stato coinvolto in dinamiche speculative, il che lascia prevedere una crescita ulteriore, costante e solida nei prossimi anni». La stima, qui, è di € 40.000-60.000.
Ultima domanda d’obbligo, il consiglio per un giovane collezionista: «Suggerisco sempre in questo caso un approccio cauto e oculato: meglio orientarsi su artisti dalla ricerca solida ma ancora lontani dalle logiche inflazionate del mercato». E quindi: «Invito nuovamente a guardare ad Alberto Martini: le sue chine, ai lotti 9, 10, 11 e 14, sono opere raffinate, visionarie e ancora sorprendentemente sottostimate. Merita attenzione anche Irma Blank, presente in asta con due lavori di grande rigore concettuale e respiro poetico, ai lotti 84 e 124». Verdetto finale a Palazzo Crivelli.


