04 novembre 2022

C’è un raro autoritratto di Max Beckmann in asta a Berlino

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Ad annunciarlo è la casa d’aste Grisebach, con una stima di € 30 milioni. Vale a dire una cifra da record per il mercato tedesco

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Max Beckmann, Selbstbildnis gelb-rosa, dettaglio (1943). Photo courtesy of Grisebach

Prosegue il nostro viaggio attraverso le case d’asta tedesche. Dopo Lempertz e Dorotheum, ecco il turno della berlinese Grisebach, che scende in campo il prossimo 1° dicembre con un lotto superstar. È un autoritratto di Max Beckmann, a tinte gialle e rosa, le braccia incrociate, lo sguardo che penetra, fisso, gli occhi dello spettatore. La stima? € 20-30 milioni. Vale a dire una delle cifre più alte mai annunciate per il pittore di Lipsia, che potrebbe minare il traguardo assoluto di $ 45,8 milioni per Hölle der Vögel (Christie’s, 2017), ma anche quell’Autoritratto con tromba che andava da Sotheby’s, nel 2001, per $ 22,5 milioni. Non solo. Proprio Beckmann, in Germania, detiene il titolo di artista più costoso del Paese, nel 2018 la sua Weiblicher Kopf a Blau und Grau (Die Ägypterin), da Grisebach, tra l’altro, toccava il tetto stellato di € 5,5 milioni. Ciliegina sulla torta, sono i suoi self-portrait i soggetti più apprezzati sul mercato secondario, basta uno sguardo a Selbstbildnis mit Glaskugel, l’autoritratto con la sfera di cristallo, venduto nel 2005 da Sotheby’s, a New York, per $ 16,8 milioni. Come premesse, niente male.

«Quando ho visto per la prima volta questo dipinto di qualità museale – che per me è tra i più belli e suggestivi degli autoritratti di Max Beckmann – anch’io sono rimasto affascinato», racconta Bernd Schultz, Senior Partner della casa d’aste Grisebach. E aggiunge: «Per un’opera di tale importanza entrare nel mercato dell’arte è un evento indimenticabile, per non parlare di un’opportunità irripetibile per collezionisti e musei di tutto il mondo». Un autoritratto, quello offerto a Berlino, che sfida a colpi di bid i capolavori del pittore custoditi dei maggiori musei – dal Museum of Modern Art di New York, all’Albertina Museum di Vienna, all’Art Institute di Chicago, fino alla Neue Nationalgalerie di Berlino. Beckmann lo dipinse nel 1943, mentre si trovava in esilio in Olanda – nessun riferimento, in quei colori brillanti, allo stato di assedio. Poi lo donò alla moglie Quappi e da allora la tela è sempre rimasta in mani private, prima del suo debutto in pompa magna da Grisebach.

Un fatturato mondiale di $ 5,1 milioni nel 2022, 81 passaggi in asta, un tasso del 32,5% di invenduti, è in questo scenario che fa capolino Selbstbildnis gelb-rosa. «L’opera si distingue nettamente dalle altre esplorazioni del sé precedenti e successive», spiegano ancora dalla maison. «Sfidando lo spirito di rassegnazione che minaccia di inghiottirlo durante i giorni più bui della seconda guerra mondiale, Beckmann evita le sue solite tonalità cupe e si dipinge con colori sorprendentemente brillanti». Il giallo e l’arancio, una posizione che è forse meditativa, fa quasi pensare a un monaco buddhista, ben distante dai trambusti della guerra. Lo attendiamo al varco, appuntamento al 1° dicembre.

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