01 agosto 2023

C’è una nuova fiera d’arte in India, a Mumbai

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Si chiama Art Mumbai e dà appuntamento ai collezionisti a novembre 2023, con la prima edizione pilota della kermesse. In programma circa 50 gallerie, tra realtà locali e internazionali

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Photo Credits: Hardik Joshi

C’è una nuova fiera da segnalare nella maratona degli appuntamenti globali. Si chiama Art Mumbai, si svolgerà al Mahalaxmi Racecourse e ospiterà circa 50 espositori – per lo più indiani. Ad annunciarlo è The Art Newspaper, che comunica a gran voce le date della nuova kermesse, in calendario dal 16 al 19 novembre 2023. I partecipanti presenteranno «il meglio dell’arte moderna e contemporanea, dell’artigianato, dell’arte popolare e delle antichità provenienti da tutta la regione, con l’aggiunta di tecnologia e intelligenza artificiale».

Non esattamente la prima grande fiera per l’India, che anche quest’anno ha visto allestire l’India Art Fair (IAF) di New Delhi dal 9 al 12 febbraio 2023 (già in programma, peraltro, dal 1° al 4 febbraio 2024), con la partecipazione di 71 gallerie provenienti da dentro e fuori i confini nazionali. In ogni caso, un bel passo avanti per il mercato dell’arte dell’India, di cui IAF rappresenta appunto l’unica fiera d’arte organizzata negli ultimi 15 anni. Almeno fino ad ora.

Ed ecco quindi i primi dettagli di Art Mumbai, sempre divulgati dall’articolo di The Art Newspaper a firma di Kabir Jhala («Art meets Bollywood at the races», come da titolo iniziale). A co-fondare la nuova fiera sono Dinesh e Minal Vazirani, già fondatori della casa d’aste SaffronArt nel 2000; e poi ancora i mercanti Conor Macklin (direttore della Grosvenor Gallery) e Nakul Dev Chawla (fondatore della galleria online Global Art Hub). A guidare la fiera, invece, sarà Teesta Bhandare, curatrice e collezionista specializzata in Storia dell’arte e Art Law, che ha curato eventi in tutta l’India. Non solo: gallerie come Continua e Lisson sembrerebbero già interessate a una partecipazione, rivela la testata inglese.

Francis Newton Souza, Untitled, 1958. Venduto per £ 1,191,000 nel 2019 nel corso della Modern and Contemporary South Asian Art di Sotheby’s, a Londra. Courtesy of Sotheby’s

Un rapido sguardo all’assetto artistico della nazione, in attesa del gong di inizio della nuova fiera. Come è facile immaginare, sono New Delhi e Mumbai oggi i centri più vivaci del mosaico in cui Art Mumbai si va a incastrare, senza dimenticare poli attrattivi come la Kochi-Muziris Biennale e l’Experimenter Gallery tra Kolkata e Mumbai. Tra gli artisti nazionali che più smuovono i collezionisti all’asta, invece, menzioniamo senz’altro il Progressive Artists’ Group (PAG) – per rendere l’idea, il dipinto Birth di uno dei membri del gruppo, Souza, stabiliva nel 2015 un nuovo record per l’arte indiana con un prezzo superiore ai $ 4 milioni. La performance complessiva, a livello nazionale? Il mercato indiano dell’arte ha registrato nel 2022 un fatturato record di $ 137 milioni, secondo il report della società di market intelligence Indian Art Investor. Un risultato in realtà già vecchio, già doppiato nel 2023, quando il fatturato ha raggiunto quota $ 144,3 milioni.

A proposito di mostre di respiro internazionale, per finire: attualmente, proprio gli italiani Maurizio Cattelan e Pierpaolo Ferrari sono protagonisti di un’esposizione sul mondo di Toiletpaper al Nikita Mukesh Ambani Cultural Center (NMACC) di Mumbai, aperto appena tre mesi fa – dove è in scena, tra l’altro, anche l’iconica Infinity Mirrored Room di Yayoi Kusama (ve ne parlavamo in questo articolo).

Appuntamento a metà novembre adesso, per un nuovo capitolo dell’arte indiana.

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