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C’è una collezione speciale in mostra – e in vendita – da Sotheby’s Milano. Questo settembre, la major presenta An Italian Collecting Journey: 16th–20th Century Paintings and Decorative Arts, un’asta in due sessioni – ma anche un viaggio, un itinerario nel tempo e nello spazio – che celebra quattro secoli di innovazione artistica e di raffinatezza artigianale. «È davvero raro», dichiara Francesco Morroni, Senior Director Works of Art, Furniture, Ceramics, Sotheby’s Italia, «imbattersi in collezioni private che sappiano coniugare, con tanta armonia, varietà e coerenza. Questa raccolta rappresenta un autentico viaggio nel collezionismo italiano attraverso i secoli: un percorso costruito con bellezza, consapevolezza e ricerca».
Prima tappa, Napoli
Quindi, Napoli, prima tappa di questo viaggio immaginario. Pietro Fabris restituisce la vitalità della vita partenopea del Settecento negli splendidi paesaggi animati da scene di genere e convivialità, mentre l’Eruzione del Vesuvio di notte di Giovan Battista Lusieri e la luminosa Veduta di Napoli dal mare di Orazio Grevenbroeck celebrano la natura e il dramma dell’eruzione del Vesuvio. Accanto alla pittura, lo spirito inventivo napoletano emergono raffinati tavoli in scagliola, e un piano in commesso di pietre vulcaniche, delicate porcellane e preziosità come un cofanetto in piqué d’oro e tartaruga. «Opere che testimoniano l’ingegno degli artigiani locali», le definiscono da Sotheby’s, «le cui creazioni divennero simboli di raffinatezza ricercati in tutta Europa».

Un dialogo tra tradizioni
Prosegue il viaggio. L’Oriente che incontra l’Occidente nel mobile laccato torinese, nelle figure di pagode in marmo di Giovanni Bonazza e nei vasi siciliani in porcellana ispirati ai modelli cinesi. Ma anche uno stemma in terracotta invetriata della bottega di Andrea della Robbia con lo stemma della famiglia Pitti e una serie di porcellane araldiche un tempo appartenenti ai palazzi aristocratici. «Oggetti che riflettono il dialogo costante tra tradizioni locali e suggestioni globali, capace di arricchire l’identità culturale italiana».

Le vedute di Venezia, poi la Città Eterna
Il percorso si sposta a Venezia, con una serie di vedute luminose, la maiolica rinascimentale del Maestro Domenego, la raffinatezza dei vetri e degli specchi muranesi. Poi tappa obbligata a Roma, l’Eterna: ed ecco bronzi dal modello di Canova, le sculture in biscuit di Giovanni Volpato e le argenterie ispirate ai disegni di Giuseppe Valadier. «Opere che non solo celebrarono l’antico, ma contribuirono a plasmare i canoni dell’arte moderna, confermando Roma come museo e laboratorio di ideali classici».

Novecento, il gran finale
«La collezione si compone come un mosaico di sotto-collezioni», spiega la casa d’aste, «ciascuna dedicata a un’epoca, un luogo, o un tema specifico. Insieme, questi tasselli danno vita a un panorama che abbraccia ritratti nobiliari, vedute monumentali, nature morte, pietre dure, corallo, lacca, porcellane, sculture, arredi e arti decorative». E il viaggio si chiude con un salto temporale nel Novecento. Solo qualche nome: Il vasaio (1927) di Vincenzo Gemito, un bronzo intriso di suggestioni antiche, e in La Venatoria – Trasporto del Daino (dopo il 1928) di Gio Ponti, un vaso della manifattura Richard Ginori in cui il design moderno si confronta con l’iconografia storica. L’appuntamento è dal 17 settembre, con l’esposizione milanese. E poi con l’asta dal vivo e online il 25 e il 26 settembre.

Foto Cover: Pietro Fabris (active in Naples 1756–1779), Naples, a view of Mergellina and the Palazzo Donn’Anna beyond, with fishermen drawing their catch, peasants grilling fish and other figures conversing. Courtesy of Sotheby’s














