24 giugno 2025

IVA al 5%: e ora cosa succede? Parola alle gallerie italiane

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Che cosa cambierà, adesso, per le gallerie italiane (e con sede in Italia)? Pubblichiamo la prima parte dei feedback raccolti da exibart dopo l'approvazione dell'aliquota agevolata

iva 5% gallerie italiane
miart 2025, ph. Nicola Gnesi studio

I dettagli non sono ancora scritti nero su bianco sulla Gazzetta Ufficiale, ma l’approvazione dell’aliquota IVA dal 22% al 5% per la vendita delle opere d’arte ha scatenato una certa euforia generale. Si parla di un Paese – l’Italia – che tornerà finalmente competitivo su scala internazionale, là dove Francia e Germania avevano già abbassato l’IVA rispettivamente al 5,5% e al 7%. «Missione compiuta», ha dichiarato il Ministro della Cultura Alessandro Giuli durante la conferenza stampa a Roma (ne parlavamo in questo articolo, subito dopo l’annuncio ufficiale). E ora si spera in un nuovo capitolo del mercato – in un «Nuovo Rinascimento», come lo ha definito qualcuno. Anche se in molti si domandano quale sorte spetti al regime del margine, prima di cantare vittoria. Ecco che cosa ne pensano le gallerie italiane.

Fabrizio Orsi – C.O.O. / Galleria Continua

«Con la riduzione dell’IVA dal 22% al 5%, finalmente l’Italia tornerà la protagonista del mercato dell’arte. Era inaccettabile che un Paese fondato sulla bellezza e sulla ricchezza di un patrimonio artistico come quello italiano non adeguasse l’IVA armonizzandola a quella di altri Paesi vicini come la Germania (al 7%) e la Francia (al 5,5%). Analizzando anche la ricerca di Nomisma, frutto dei dati trasmessi tramite un questionario redatto da tutti gli operatori italiani del settore, ci auspichiamo un significativo aumento delle vendite e un incremento riguardante tutto l’indotto che ruota attorno al settore arte. Ora, con la riduzione al 5%, non solo siamo divenuti il Paese europeo più “conveniente” per acquisire opere d’arte, ma anche il luogo più attrattivo per l’apertura di nuove gallerie o succursali di realtà estere già affermate, così da divenire l’indotto europeo di riferimento per tutto il settore arte. Non per ultimo, oltre a generare un effetto positivo sulle vendite ed in generale su tutto l’indotto, la riduzione dell’iva crea anche una “boccata di ossigeno e liquidità” alle aziende italiane che collaborano con artisti stranieri ed importano opere d’arte da paesi extra UE, poiché anche l’IVA sulle importazioni viene ridotta dal 10% al 5%, generando un surplus di cassa da utilizzare per investimenti nel settore».

Pietro Vallone, CFO e Partner di MASSIMODECARLO / Membro del consiglio direttivo dell’Angamc

«La riduzione dell’IVA è una riforma di grande portata, ma al tempo stesso una decisione di buon senso. Ci riporta in un contesto di competizione equa con i principali mercati europei e internazionali, in special modo Francia e Germania. Questa riforma non darà solo impulso alle vendite, ma a tutto il contesto culturale che gravita intorno all’arte contemporanea, stimolando il collezionismo italiano e dando nuove opportunità ai giovani artisti del nostro Paese. Dobbiamo continuare in questa direzione. Noto con soddisfazione che sono state già indicate le soglie alla libera circolazione come prossimo obiettivo».

ABC-ARTE

«La riduzione dell’IVA al 5% è un passo importante che, nel concreto, porterà a benefici significativi a una galleria come la nostra, che lavora sia con artisti storicizzati sia con giovani autori. Da un lato, rende le opere più accessibili a un pubblico più ampio, tornando a stimolare l’interesse anche dei collezionisti internazionali. Dall’altro, ci consente di sostenere in modo più efficace i giovani artisti, incoraggiando un primo collezionismo che è fondamentale per far crescere le loro carriere. In passato abbiamo riscontrato difficoltà concrete nel chiudere alcune vendite, proprio a causa del disallineamento tra l’aliquota IVA italiana e quella di altri Paesi europei: uno svantaggio competitivo che penalizzava noi, ma anche gli artisti. In questo senso, accogliamo con favore la misura, nella speranza che possa riequilibrare le dinamiche del mercato. Attendiamo però il testo definitivo del decreto per capire se la nuova aliquota sarà applicata anche al regime del margine, o se quest’ultimo sarà eventualmente abrogato. Solo una definizione chiara e stabile del quadro normativo potrà garantire un reale impatto positivo per il sistema dell’arte italiano».

Antonio Addamiano / Dep Art Gallery
Membro del consiglio direttivo dell’Angamc

«Finalmente il governo italiano crede nel Sistema dell’Arte in tutte le sue ramificazioni, sia  private che pubbliche. Questa riduzione ci rende tra i migliori sistemi fiscali, scommettendo sul rientro di gallerie italiane che operavano in Francia o altri Paesi più vantaggiosi e divenendo finalmente interessante per gallerie estere che potranno aprire qui da noi ed applicare la nuova aliquota. Un processo opposto agli ultimi 20 anni, dove prima la Svizzera e l’Inghilterra e successivamente la Francia attiravano operatori da tutto il mondo e facevano anche crescere l’indotto, in primis le fiere e le Fondazioni. Ora si può tornare centro dell’Europa, non solo per la qualità dei nostri artisti, galleristi, curatori, restauratori, ma anche per motivi economici: stava diventando complicato gestire una galleria d’arte in Italia, e quasi impossibile aprirne una nuova. Va detto che senza il senso di unione degli oltre 200 iscritti all’Angamc e della caparbia del suo Presidente Ortolani di dedicare il proprio tempo ad affiancarsi con il Gruppo Apollo per questa riforma non sarebbero bastati 3 anni… Ora speriamo che i collezionisti tornino ad acquistare con maggiore fiducia, sapendo che si potrà applicare il 5% di IVA. Si attendono anche buone notizie dalle Belle arti e le relative leggi sull’esportazione; oramai il Governo si è reso conto che un aggiornamento era necessario, il mondo dell’arte è globalizzato da decenni».

Massimo Zanello / Galleria Fumagalli

«Francia e Germania hanno già abbassato l’IVA e l’Italia rischiava di perdere il treno. Ora ci siamo rimessi in corsa, anzi li abbiamo superati, visto che la nostra IVA è la più bassa tra i competitor europei. Adesso spetta a tutti noi, sia operatori privati che istituzioni pubbliche, serrare le fila per sostenere l’arte italiana che continua ad essere un’eccellenza mondiale. Bisogna proseguire il lavoro con una semplificazione della burocrazia sulle licenze per l’esportazione, una estensione dell’art-bonus e una normativa fiscale che stimoli ulteriormente il collezionismo privato. Se artisti, musei, gallerie, collezionisti e soprattutto il Governo sapranno mantenere lo spirito di collaborazione che abbiamo visto in queste settimane, il futuro sarà quello di un nuovo Rinascimento».

Massimo Paolo Maria Vecchia / BKV Fine Art

«Credo sia necessario aspettare che la legge venga presentata sulla Gazzetta Ufficiale, prima di cantare vittoria. Il mercato primario beneficerà senz’altro della riduzione dal 22% al 5%, il vero problema sarà invece il mercato secondario – che interessa tutte quelle gallerie che applicano il regime del margine. Il grande mondo della rivendita di beni usati, di opere d’arte “usate” (e quindi le gallerie specializzate sul Novecento storico e sull’antico, per intenderci), non penso farà parte di questa meravigliosa agevolazione. Certamente invece l’abbassamento dell’IVA sull’importazione dal 10% al 5% è una novità molto importante – ma anche in questo caso resta da capire quanto i collezionisti italiani comprino all’estero, su quali cifre e quali volumi. Mi sento quindi di esprimere una certa cautela per il momento, preferisco aspettare conferme sulle modalità di applicazione di questa riduzione».

Giorgio Gaburro / Galleria Gaburro

«Finalmente l’IVA sull’arte in Italia è passata dal 22% al 5%. Per noi galleristi è un traguardo fondamentale, che non solo rafforza la posizione dell’Italia come uno dei mercati più competitivi d’Europa, ma segna anche l’inizio di una nuova fase di apertura e sviluppo. Questa misura crea le condizioni ideali per espandere le nostre attività verso mercati esteri più distanti, consolidando relazioni internazionali e attirando nuovi collezionisti e investitori. È un’opportunità concreta per far crescere il sistema dell’arte italiano su scala globale».

Giò Marconi

«Saremo finalmente competitivi con in nostri colleghi europei. E questo aiuta sicuramente anche il mercato interno».

Umberto Di Marino

«La riduzione dell’IVA al 5% rappresenta un grande, anzi, un immenso traguardo per il mercato dell’arte italiano, finalmente ricondotto in una logica di competitività europea. Dopo anni in cui le gallerie italiane hanno operato in svantaggio rispetto alla concorrenza in altri Paesi dell’Unione – e avendone retto il contraccolpo per troppo tempo – questo è un cambio di passo concreto e apre prospettive importanti per tutta la filiera. Credo favorirà l’emersione, semplificherà le compravendite e restituirà fiducia agli operatori, attirando anche l’interesse di nuovi investitori, sia italiani che internazionali. Più che nel concreto e nel quotidiano di una realtà eterogenea, fatta di interessi e modelli talvolta anche agli antipodi, credo sia un chiaro segnale culturale che speriamo porti al riconoscimento delle gallerie come veri e propri operatori culturali, centrali per la formazione di un pensiero vario e critico sull’arte, e contribuisca alla crescita del Paese e di tutte le categorie con cui lavoriamo. È un importante segnale di fiducia a un settore intero, che va protetto e ampliato, e che apra la strada ad altri, urgenti provvedimenti, capaci di proiettare l’Italia verso una visione della cultura meno anacronistica».

Prometeo Gallery

«Come non essere entusiasti della riduzione dell’IVA al 5% che ci vede finalmente competitivi con gli altri Paesi? Ringraziamo i colleghi con i quali abbiamo messo in atto queste piccole azioni di protesta, specialmente durante le fiere, e ringraziamo chi ha creduto, sostenuto ed approvato questa soluzione che è per noi una svolta. Il raggiungimento di questo traguardo, del quale gioiamo con soddisfazione, ci darà un grande respiro e la possibilità di competere concretamente nel mercato internazionale».

Gilda Lavia / Galleria Gilda Lavia

«La riduzione dell’IVA è una grande conquista. A mio avviso il problema maggiore negli ultimi anni per le gallerie italiane è stata la poca competitività con le gallerie estere. Questo risultato porta il mercato italiano ad essere più competitivo a livello europeo e a rendere l’arte più fruibile sotto tutti i punti di vista».

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